Manuel Uribe, 39enne messicano di Monterrey è definito «l’uomo più grasso del mondo», 550Kg. Un po’ di tempo fa Uribe ha fatto un appello rivolto a tutto il mondo: “…aiutatemi..”. Solo l’italia ha risposto.
Autore: filippo Baglini
fatta il : 25 Settembre 2006
Manuel Uribe, 39enne messicano di Monterrey è definito «l’uomo più grasso del mondo», 550Kg. Un po’ di tempo fa Uribe ha fatto un appello rivolto a tutto il mondo: “…aiutatemi..”. Solo l’italia ha risposto. Per il chirurgo G. Debernardinis, che ha già effettuato oltre mille interventi su pazienti di peso eccessivo (avrebbe dovuto operare anche Platinette, che ha poi deciso di disdire l’intervento per prendersi una pausa di riflessione), questa è la sfida più importante.
P
rofessore, lei opererà Manuel Uribe, conosciuto come l’uomo più grasso del mondo, ci può dire come è potuto ingrassare così tanto e di che patologia si tratta?
In effetti si tratta di un’obesità estrema veramente rara a riscontrarsi. Noi abbiamo una pratica clinica che ci porta a trattare casi di 200, 300Kg , effettivamente un peso di 550Kg come Manuel Uribe è la prima esperienza. Le notizie anamnestiche che abbiamo sono chiare. Fin da piccolo è stato obeso, poi ha passato dodici anni negli Stati Uniti dove si occupava di tecnica informatica e lì ha fatto dei grossi abusi dietetici per quanto riguarda i cibi americani e soprattutto l’uso di bevande gassate. Questo è l’elemento più importante che abbiamo in mano perché cause di obesità endocrina non ce ne sono. Il soggetto dal punto di vista endocrino sta benissimo, quindi dobbiamo inquadrare il caso come un’esagerazione della cosiddetta obesità essenziale primitiva, quella che riconosce una predisposizione genetica e dei fattori scatenanti che sono l’eccesso di dieta e il difetto di attività fisica.
Teoricamente fino a che punto può ingrassare un corpo umano?
Un limite dovrebbe esserci per esempio imposto dal cervello imposto dalla sua parte encefalica. In questo caso il limite teorico è stato abbondantemente superato da questo individuo, perché casi del genere noi non li abbiamo mai visti, è unico al mondo.
Operare un paziente come Uribe, immagino si vada incontro ad enormi rischi ed inconvenienti, ci può dire quali sono e come ha pensato di risolverli?
Parlando in generale dell’obesità patologica o della super obesità, i rischi ci sono, sono evidenti e visibili, all’obesità si associa l’ipertensione arteriosa, il diabete, difficoltà a respirare, si associa la sindrome dell’apnea notturna. Quindi sono pazienti scompensati. Ora, tutto questo rapportato a Manuel Uribe non è vero, non l’abbiamo riscontrato. Perché è un paziente che ha delle analisi perfette, un attività cardiaca regolare, così come regolare è l’attività respiratoria. Quindi i rischi della chirurgia dell’obesità non li abbiamo trovati in questo individuo che sta bene. Le difficoltà sono tecniche. Dobbiamo riuscire a creare con strumenti speciali un campo operatorio per intervenire, ma siamo sicuri di superarle. Altre difficoltà sono quelle tecnologiche, cioè poter accogliere il paziente in un ospedale, di poterlo operare su un letto operatorio adeguato e di poterlo trasportare con dei carri ponte, con un qualcosa che possa immobilizzare un paziente di circa 600Kg.
Come si spiega che un soggetto come Uribe abbia le analisi così perfette?
A questa domanda non so rispondere. E’ la prima volta che vedo un caso del genere. Non è che sia una fatto strano trovare in un obeso un tasso di colesterolo o tricliceridi nella norma. Diventa unico, straordinario in un obesità del genere come quella di Uribe. Quando un individuo inizia a pesare oltre i 200 Kg, di squilibri metabolici ce ne sono sempre. In questo caso, io mi sono anche confrontato con altri colleghi del mondo, non troviamo una spiegazione concreta per spiegare i suoi ottimi esami. Manuel Uribe sta bene, sta troppo bene a livello bio-morale per quello che ha, è veramente un caso unico e straordinario.
Ci parli un po’ dell’intervento. Da quale parte del corpo inizierà ad operare e perché?
Il paziente presenta principalmente due problemi. Il primo è la sua obesità, il problema secondario non meno importante è che ha due enormi linfedemi agli arti che lo costringono ad una posizione a spaccata di 180° e queste due masse nella posizione mediale delle cosce sono circa 60-70 cm di diametro per un peso di 70-80 Kg l’una. Quindi il primo intervento sarà fatto per rimuovere queste masse dalle gambe, in maniera tale da poterlo posizionare su di un letto perché adesso come adesso è impossibile farlo. Il secondo intervento sarà quello sull’obesità, e sarà un intervento addominale sull’intestino tenue perché gli interventi fatti sullo stomaco come il bendaggio gastrico non trovano indicazione in questo tipo di obesità estrema. L’intervento sull’intestino tenue è in grado di dare risultati stabili e di garantirli nel tempo.
L’ultima volta che ha sentito Manuel Uribe come stava? Cosa pensa dell’intervento che dovrà affrontare, ne ha paura?
No. Lui non ha paura. Io l’ho sentito proprio ieri, e mi ha mandato anche una e_mail dove richiede di andarlo a rivalutare di nuovo in Messico, insieme ai nutrizionisti che lo stanno trattando. Qualcosa viene fatto anche dal punto di vista dell’alimentazione. Lui sostiene di aver perso una certa quota di chili con la così detta dieta a zona nota in tutto il mondo. Dalle foto che mi manda io non direi, è esattamente come l’ho lasciato nel marzo scorso. Però lui si sente incoraggiato da questi risultati, che magari, se ci fossero, ci darebbero anche modo di essere più tranquilli per poi eseguire l’intervento chirurgico. Vede, senza parlare della bravura scontata dei nutrizionisti, esiste una regola biologica. Questa regola, che dà poi i risultati nella pratica clinica, è che l’eccesso di peso limitato al soprappeso si giova moltissimo della dieta come si giova moltissimo dell’attività motoria.
Una volta che il soggetto arriva a delle caratteristiche come quelle del nostro caso, cioè ad un’obesità patologica, e qui parliamo di un indice di massa corporea superiore ai 40 Kg per metro quadro di superficie corporea, allora la regola biologica ci dice che non c’è più nulla da fare al livello dietologico. Non c’è disponibilità al momento con farmaci con diete di poter curare un obesità patologica. Se la dieta può servire a qualcosa, può servire per preparare il malato ad un intervento più agevole, più sicuro, ma nono cero a risolvere stabilmente la malattia. Poi non dimentichiamo che dal punto di vista caratteriale è un soggetto delizioso, nonostante stia soffrendo molto. Non ha più una famiglia, ha soltanto la madre è stato dimenticato da tutti. Comunica con me solo attraverso il computer e il telefono, anche perché altro non può fare.
Quanti chili può arrivare a perdere Menule Uribe dopo l’intervento?
Mah, sono ottimista e convinto che i suoi 350, 400 kg arriverà a perderli.
Una recente statistica afferma che nel gruppo di popolazione che ha superato i 20 anni il numero degli obesi è salito da 19 al 25%, e più critica è la situazione fra i 40 e 60 anni dove la percentuale arriva al 29%. Non pensa che ci sia bisogno di un serio intervento a livello mondiale che educhi all’alimentazione?
Sono completamente d’accordo. E penso che tutti i governi se ne stiano occupando, ultimamente se ne interessa Tony Blar molto seriamente, e anche il nuovo ministro della salute Livia Turco l’ha inserito nei suoi programmi. Quindi un’opera di prevenzione è importante e la si fa attraverso una regolamentazione dietetica, ma soprattuto attraverso l’incentivazione delle attività sportive. Per quanto riguarda il fatto che il problema diventa difficile nell’arco dell’età, questo è un problema.
Un soggetto giovane obeso generalmente non ha complicanze oppure non ha patologie associate all’obesità, cosa che diventano la regola andando avanti con l’età.
Io non so quali potranno essere i risultati della campagna di prevenzione fatta da tutti i governi, teoricamente dovrebbero esserci, ma dobbiamo poi scontrarci o confrontarci con una realtà vera, pratica. Vedere se effettivamente ci siano mezzi per debellare questo problema sociale (cosa che io non credo) oppure se si configurino delle obesità diverse da quelle che vediamo attualmente.
Il Sig Uribe ha sensibilizzato il mondo con un disperato appello “Voglio vivere, ho bisogno del vostro aiuto, salvatemi”. Solo L’Italia ha risposto a questo appello, oppure già altri in passato avevano pensato di intervenire?
No. Solo L’Italia ha risposto per prima attraverso il mio intervento e attraverso il mio viaggio in Messico. Naturalmente la notorietà al livello mondiale che ha determinato il nostro intervento ha fatto si che anche altri se ne siano interessati dopo.
Quando verrà operato?
Guardi, per la fine dell’anno ritornerò in Menisco per un nuovo consulto, visiterò di nuovo il paziente e poi decideremo la data per l’intervento.
L’intervento verrà fatto qui a Modena?
Stiamo ancora studiando le problematiche del caso. Inizialmente si era pensato di farlo qui a Modena ora studiando meglio il caso non posso escludere che l’intervento possa essere fatto anche in Mexico o in Texsas vedremo.
L’intervento è senza dubbio unico nel suo genere, pensa che la tecnica utilizzata aprirà una nuova frontiera per la chirurgia
Ma sicuramente sì. Saranno tecniche che con l’uso e l’esperienza con la curva di apprendimento di ciascuno di noi avranno un evoluzione. Una prima evoluzione importante è stata la possibilità di trattare i pazienti con la tecnica mini invasiva, cioè con la parascopia, ma a questo seguiranno altri progressi.
La ringrazio molto professore ci terremo in contatto, anche per il dopo operazione
Naturalmente. Grazie a lei.
Naturalmente. Grazie a lei.