INTERVISTA – Biotegnologia un settore su cui si può investire

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Autore: Filippo Baglini
fatto il : 18 Giugno 2007

Dott. Nodari, molte persone hanno poco chiaro cosa sia la biotecnologia, potrebbe spiegare di che cosa si tratta?
La parola “biotecnologia” si riferisce alla tecnologia che utilizza organismi viventi (specialmente a livello genetico), sistemi o processi biologici per ottenere prodotti utili, o per migliorare alcune caratteristiche di piante e animali. Nel linguaggio corrente, è maggiormente diffuso il termine al plurale (biotecnologie) per indicare gli svariati campi di applicazione attualmente in via di sviluppo.
La E.F.B. (European Federation of Biotechnology) definisce la biotecnologia come ” l’integrazione delle scienze naturali, e inoltre di organismi, cellule, loro parti o analoghi molecolari, nei processi industriali per la produzione di beni e servizi”.

Quando e perché nasce la biotecnologia?
La Bio-tecnologia è la tecnologia sviluppata a partire dagli anni ’80 sulla base delle conoscenze raggiunte in quel periodo dalla Biologia. In realtà l’utilizzo per la prima volta del termine “biotecnologia” risale al 1919, ad opera di Karl Ereky, un agronomo ungherese. Nel 1953 James Watson e Francis Crick descrivono la struttura a doppia elica del DNA.
Nel corso della storia dell’umanità medici e ricercatori hanno cercato di curare le malattie osservandone i sintomi, senza essere in grado di analizzare l’origine cellulare, genetica e molecolare delle stesse. Così hanno combattuto contro il nostro nemico, spesso mortale, con poche armi a disposizione. Ma con la decodificazione della mappa genetica umana annunciata nella primavera dell’anno 2000 si è riusciti a svelare il codice della vita.
Oggi sappiamo che tutte le malattie dipendono da processi biologici, che sono difficilmente curabili con i classici farmaci di derivazione chimica. Comprendendo invece l’origine genetica di una patologia, come per esempio un tumore o il diabete, i medici potranno invertirne il processo.

Dove si applica la Biotecnologia e perché?
Le applicazioni biotecnologiche sono numerose e vengono generalmente classificate in tre: Red Biotechnology (Biotecnologia rossa), applicata ai processi biomedici per lo sviluppo di nuove terapie mediche e innovativi strumenti diagnostici, White Biotechnology (Biotecnologia bianca), che si occupa dei processi biotecnologici di interesse industriale, costituendo microrganismi in grado di produrre sostanze chimiche, e infine la Green biotechnology (Biotecnologia verde), ovvero il settore applicato ai processi agricoli.


Che differenze ci sono tra biotecnologia e genetica?
Direi che si tratta di termini complementari: La genetica è la scienza che studia i geni, l’ereditarietà e la variabilità genetica degli organismi. Dopo la scoperta del DNA si è sviluppata l’ingegneria genetica: l’unione dei termini Ingegneria e Genetica sta ad indicare un atteggiamento progettuale (ingegneria), rivolto verso il patrimonio genetico di un organismo vivente.
La Biotecnologia avanzata si avvale dell’Ingegneria genetica. Grazie alle caratteristiche genetiche, un’entità vivente può trasformarsi esteriormente o acquisire proprietà produttive nuove, come nel caso dell’elaborazione di proteine utili all’uomo da parte di batteri.

Che tipo di impatto ha sull’uomo?
Le biotecnologie consentono di proteggere in maniera più efficace la nostra salute, grazie ai nuovi farmaci sviluppati: vaccini più sicuri, medicinali contro disfunzioni metaboliche a base genetica prima incurabili, trattamenti contro diverse forme di epatite, antitumorali più efficaci e meno dannosi per l’organismo, stimolatori delle difese immunitarie in caso di loro abbassamento e regolatori delle stesse in caso di funzionamento eccessivo.
I nuovi bio-farmaci oggi sul mercato stanno già migliorando la qualità di vita di milioni di persone in tutto il mondo. Altre centinaia di prodotti si trovano oggi nelle fasi conclusive e saranno presto approvati dalla “Food and Drug Administration” (FDA) e dalle autorità europee, permettendo la cura di malattie come la sclerosi multipla, il cancro o il diabete.

Ci sono delle problematiche legate all’etica che possono rallentare lo sviluppo delle Biotecnologie?
Affascinati dalle potenzialità della biotecnologia ma avendone spesso solo una comprensione semplificata e meccanica, i media sovente trattano l’argomento annunciandone talvolta i risvolti più d’effetto: applicazioni impossibili o probabili rischi.
Ciò ha sollevato l’esigenza di riflettere sui vincoli e i confini da porre all’applicazione della biotecnologia e ha portato alla nascita di una specifica area di discussione chiamata Bioetica. La raccomandazione del Consiglio d’Europa numero 1046 del 24/09/1986 chiede ai governi di proibire: la creazione di embrioni umani in vitro per scopi di ricerca, la clonazione umana, lo scambio di geni tra uomini e animali.

Quali sono state le scoperte più importanti fatte con la Biotecnologia?
L’insulina umana prodotta mediante ingegneria genetica è stata il primo farmaco biotecnologico ad essere immesso sul mercato. Ma la più importante innovazione derivante dalla biotecnologia è stata senza dubbio la mappatura del genoma umano (ovvero del nostro intero patrimonio genetico), che ha consentito di venire in possesso di tutte le informazioni necessarie per passare dalla semplice comprensione dei meccanismi della vita alla possibilità di controllarla.
Anche gli enormi progressi della diagnostica, permettendo di individuare con anticipo le malattie da curare, hanno contribuito ad un ulteriore prolungamento della vita.
Sono già più di 250 i farmaci di origine biotecnologica introdotti sul mercato e molti ancora sono in fase di sviluppo allo scopo di combattere malattie spesso mortali come il cancro, diabete o AIDS.

La J. Lamarck di cui lei ricopre il ruolo di Senior analyst, è una delle più prestigiose società di consulenza finanziaria specializzata in biotech companies. La Società offre un servizio a coloro che intendono investire nella biotecnologia. Ci può dire come possiamo investire in questo settore?
Per investire in biotecnologia in modo corretto è necessario il sostegno di analisti e consulenti esperti in grado di selezionare le aziende destinate ad avere il maggior successo. Noi della J. Lamarck sconsigliamo vivamente il “fai da te” in quanto in questo settore i comuni parametri utilizzati nelle analisi finanziarie, come il rapporto Prezzo/Utile per azione o il tasso di crescita di questo indice non vengono utilizzati.
Molto più importanti risultano essere gli eventi positivi su prodotti o test clinici che possono portare a sostanziali aumenti delle performance.
Da molti anni, unendo competenze finanziarie e scientifiche sulla biotecnologia, unici in Italia, selezioniamo e indichiamo ai nostri clienti società quotate sui mercati borsistici internazionali destinate, per i prodotti che già commercializzano o che hanno in fase terminale di sviluppo, a diventare leader per vendite e quote di mercato dell’industria biotecnologica. Società il cui valore delle azioni è destinato ad apprezzarsi considerevolmente nel corso dei prossimi anni

Ci dica un buon motivo per investire in biotecnologia?
Il nuovo secolo iniziato nel segno della biotech con la decodificazione della mappa genetica umana annunciata nella primavera dell’anno 2000 sta creando un nuovo straordinario business finanziario. Come è possibile intuire la bio-tecnologia offre, per la portata delle sue applicazioni, numerosissime opportunità di proficuo investimento. Le società che la impiegano sono infatti le società i cui prodotti cambieranno le forme del mondo per come le conosciamo come è stato per il vapore, l’energia elettrica o il petrolio.
Genetica ed Informatica stanno creando una nuova e potentissima tecnologia; il computer viene usato sempre di più come un linguaggio per organizzare i geni, decifrarli, registrare le loro informazioni, per gestirli e sfruttarli, ponendo così le fondamenta di un’era completamente nuova nella storia mondiale: L’era delle biotecnologie.
La Bio-tech sta velocemente soppiantando l’Hi-Tech ed Internet nel portafoglio degli investitori più evoluti anche perché, a detta degli esperti, essa arriverà a rappresentare, tra qualche anno, il 5% del PIL americano.
Accosterei l’investimento in biotecnologia all’investimento fatto nelle case farmaceutiche tradizionali negli anni ’60-’80. Un investimento sicuro fondato su solidi basi!

Che prospettive ci sono nel futuro?
Premetto che, oltre ad essere senza dubbio uno dei settori più promettenti del futuro, la biotecnologia ha già dato importanti ritorni anche nel passato. Come dimostra un nostro studio (vedi grafico) l’investimento in biotecnologia ha dato negli ultimi dieci-dodici anni migliori rendimenti rispetto ai principali indici azionari mondiali. In particolare, 100.000 euro investiti nel settore dodici anni fa sarebbero oggi diventati circa 520.000 euro contro circa 300.000 se fossero stati investiti sui principali indici azionari (NYSE, NASDAQ o S&P500).
Ma non è tutto: Le prospettive di crescita sono oggi ancora più interessanti se si considera il fatto che il fatturato del settore biotech, che quest’anno ha raggiunto il picco massimo di USD 70 miliardi (decuplicando il valore di dieci anni fa), è arrivato a rappresentare soltanto il 12% circa dell’intero fatturato del settore farmaceutico con circa 250 farmaci già sul mercato. Ora, grazie ai progressi ed alla ricerca sta arrivando una nuova ondata di farmaci (ricordiamo infatti che, mediamente servono 14 anni e USD 800 milioni per portare una molecola dalla scoperta alla commercializzazione) destinati a far crescere in misura esponenziale la curva del fatturato biotech. Da qualche anno le aziende biotecnologiche ottengono più autorizzazioni da parte della FDA rispetto alle aziende farmaceutiche tradizionali ed il settore appare sempre più competitivo e concreto con più di 800 nuovi farmaci nelle fasi cliniche di cui circa 300 nelle fasi finali di sperimentazione, frutto della ricerca avviata intorno agli anni ‘90.Visto che ormai più del 60% dei nuovi medicinali traggono origine dalla biotecnologia, non è irrealistico pensare che anche in termini di fatturato globale il settore possa arrivare, nei prossimi anni, a valere il 30-35% del fatturato farmaceutico mondiale, oggi valutato intorno ai USD 500 miliardi.

grazie direttore è stato molto gentile.

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