INTERVISTA esclusiva a Fabio Majorana nipote di Ettore Majorana

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Autore: FIlippo Baglini
fatta il : 22 Febbraio 2007

Dott. Majorana, ci può fare una descrizione del ragazzo che era Majorana, del suo carattere, i rapporti che aveva con il padre e la madre, con i fratelli, se aveva amici.
Credo che Ettore fosse fondamentalmente un ragazzo tranquillo e riflessivo, aveva fin da piccolo un rapporto estremamente costruttivo con il padre che gli insegnò le prime cose (come con tutti gli altri figli). Certo la sua enorme capacità di calcolo sin da piccolo gli fruttò la fama di “genietto” della famiglia, naturalmente inorgogliendo la madre, donna forte e guida organizzativa della famiglia. Con tutti, in particolare con i fratelli era comprensivo e spesso umorista, scherzava facilmente ma con gli “intimi”, suo grande amico di gioventù fu Gastone Piquet con il quale è anche nota la fitta e spesso scherzosa corrispondenza.
Cosa ha significato la sparizione di Ettore nella vostra famiglia?
Un grande vuoto e una inguaribile ferita, la nonna visse a lungo, ricordo che a casa mio padre con i fratelli evitava di parlare di Ettore sicuramente per non ricordare un grande dolore alla madre che rimase sempre convinta che sarebbe ritornato prima o poi… Mio padre invece secondo me era perfettamente cosciente che Ettore non sarebbe mai più ritornato.
La mamma di Ettore non si perse di animo fino all’ultimo, che madre era la signora Dorina Corso?
La nonna Dorina non si perse mai d’animo arrivando a lasciare due testamenti, uno per i figli presenti e l’altro che teneva conto di un eventuale ritorno di Ettore “se dovesse tornare Ettore fate così…” La ricordo ancora mormorare non credendosi ascoltata: “Quante me ne ha fatte vedere Ettore, ma quando torna mi sente!” Quasi che si trattasse di un ragazzo che rincasava a notte fonda…ma Ettore aveva 30 anni quando scomparve e ne erano passati 30 dalla scomparsa quando la nonna parlava così. La nonna aveva organizzato sempre la vita della famiglia, vacanze, residenze, tutto, solo mio padre animo indipendente riusciva a distaccarsi in modo equilibrato…a parte Ettore.

Pensa che a quell’epoca si sia fatto tutto il necessario per trovare Ettore? Oppure qualcosa poteva essere indagato meglio.
Credo che all’epoca si sia fatto tutto quello che ufficialmente si fa in questi casi, la nonna arrivò a offrire denaro a chi avesse saputo dare notizie facendo richiesta perfino al Papa. Fermi si interessò moltissimo come è noto presso le autorità dell’epoca, quanto poi abbia fatto la polizia in modo pratico è relativo. Bisogna aver presente che Ettore era maggiorenne, non era un pericoloso criminale, in fondo era un uomo libero e rispettabile e si sa che la polizia generalmente ha delle grane molto più gravi da risolvere. All’epoca certamente non si aveva percezione dell’importanza “politica” di uno scienziato di quel calibro.
Quando furono cessate le ricerche sul caso Majorana?
Probabilmente dopo i primi mesi le ricerche ufficiali si affievolirono per cessare del tutto con l’inizio della guerra, l’Italia aveva ben altro a cui pensare.
I familiari a parte il cuore della madre, continuarono anche dopo?
Mio padre secondo me dopo un periodo di affannose ricerche insieme al fratello Salvatore capì che non si sarebbe ritrovato. Il fatto che non si trovò mai un cadavere sicuramente confortava questa sua personale convinzione. Con l’entrata in guerra anche mio padre fu richiamato, credo che da allora non effettuò più alcuna ricerca. L’idea di mio padre era: “il suicidio può avvenire solamente quando la fede o la ragione abbandonano l’uomo” e in Ettore era certo che nessuna di queste due condizioni fosse mai venuta a mancare…I morti si trovano, sono i vivi che non si trovano.


Perché Majorana prese quella nave da Napoli a Palermo?
Ufficialmente pare per andare a trovare un amico che insegnava lì, ma potrebbe anche fare parte di un piano ben organizzato, tutto è possibile.
Lei è figlio di Luciano fratello di Ettore. Suo padre che idea si era fatto della scomparsa di Ettore?
Le lettere di Ettore, quelle personali ai congiunti, specialmente le ultime, non sono state divulgate fin quando la nonna è stata viva. La mia idea è che Ettore ha voluto allontanarsi volontariamente, probabilmente alla ricerca di una sua realizzazione come “uomo” quindi anche dalla famiglia e dall’ambiente di lavoro che comunque gli avrebbero imposto dei condizionamenti come “figlio” e come “genio”. Non dimentichiamo che Ettore era un perfezionista nella ricerca teorica, mi sembra naturale quindi che egli abbia cercato la sua perfezione anche nella vita a costo di scelte che lui sapeva dolorose per i suoi cari e per se stesso. La sua scomparsa non è altro che l’effetto per gli altri di queste scelte. E per questo va trattata con il massimo rispetto.
Dopo aver ritrovato alcune lettere scritte da Ettore, dopo aver sentito i suoi familiari, lei che idea si è fatto della misteriosa scomparsa di Majorana?
Di quelle persone che sostengono di averlo visto in Argentina cosa pensa?
Vi sono state diverse testimonianze in merito all’Argentina, alcune con qualche fondamento, nessuna certezza però…potrebbe essere vero, anche l’ipotesi di un ritiro in convento potrebbe essere fondata, ma io mi chiedo: che diritto abbiamo noi di andare a disturbare una persona che ha solo preso le sue decisioni e fatto le sue scelte? …ce ne fossero di più di uomini che fanno delle scelte!


Il ritrovamento nell’albergo del libro di Pirandello, il ” fu matia Pascal ” è sicuramente un elemento suggestivo. Come scrive Recami, chissà quante volte Ettore a letto il libro, non potrebbe essere stato un chiaro messaggio, un’ indizio di fuga per un’altra vita?
Certamente l’episodio del libro poteva essere un chiaro messaggio per gli intimi… non a caso mio padre che tra i fratelli era il più vicino a lui per età, aveva solo un anno in più, e per tipo di studi, avevano frequentato insieme anche la facoltà di ingegneria, dopo i primi mesi di grandi ricerche (forse un po’ per compiacere anche la mamma?) sospese per sempre ogni ricerca.


A quelle persone che alimentano l’ipotesi dell’omicidio, o di un complotto per un rapimento, cosa dice?
Dico semplicemente che non hanno un’ idea del clima politico e scientifico di quel momento, oggi si è troppo influenzati dai media.


Le domande sig. Majorana sarebbero molte, e ci condurrebbero comunque al punto di partenza, le lascio qui lo spazio di dire qualcos’altro che non ha ancora detto su suo zio e che le sta a cuore.

Vorrei aggiungere solo una cosa: nel fare ipotesi si deve essere molto cauti, dovremmo cercare di ragionare con la sua testa (cosa impossibile) piuttosto che con la nostra eliminando le nostre paure e i nostri legami affettivi (Ettore non aveva figli). Ettore non era sconvolto quando scomparve ma piuttosto determinato e sereno delle sue scelte, vi sono prove certe che si dedicò a ricerche avanzate fino all’ultimo periodo noto.

dott.Majorana la ringrazio moltissimo
F.Majorana: grazie a lei

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