Il gruppo di via Panisperna andò avanti coi suoi famosi esperimenti fino al 1933, quando Rasetti lasciò l’Italia per il Canada e poi per gli Stati Uniti.Poi nel 1936 inizia una migrazione verso l’America e gli USA in particolare, di molti scienziati tra i quali Einsteina causa delle leggi razziali che vengono emanate in Germania e in Italia. Possiamo dire che proprio in quegli anni si incominciò a frammentare il gruppo di amici, sopratutto pochimsi dopo la scomparsa di MAjorna come è certo che la gran parte di queste persone si troveranno poi in posizioni di rilievo nel famoso "progetto Manhattan".
"Pontecorvo era già all’estero dal 1936, e passò a lavorare negli Stati Uniti nel 1940 (da dove poi, nel 1950, operò il noto radicale cambiamento di campo, fuggendo con tutta la famiglia al di là della "cortina di ferro", a seguito di alcuni misteriosi episodi di spionaggio, i cui più autentici retroscena aspettano ancora di essere chiariti). Emilio Segrè si recò negli Stati Uniti già nel mese di luglio del 1938. Fermi lo raggiunse poco dopo, nel mese di dicembre dello stesso anno, assumendo il conferimento del premio Nobel a Stoccolma come pretesto per allontanarsi dall’Italia, dove non farà mai più se non saltuario ritorno (morirà a Chicago, nel 1954; a proposito di fascismo e di anti-fascismo nel gruppo dei fisici romani, Sciascia sottolinea opportunamente che fece scandalo al tempo la circostanza che, nel momento del ricevimento del Nobel, non effettuasse il prescritto saluto romano – p. 14). Amaldi andò oltreoceano nel luglio del 1939, e il giorno della dichiarazione ufficiale dello stato di guerra tra le potenze alleate e la Germania (3 settembre 1939) fu raggiunto dalla notizia che la Questura di Roma aveva impedito che la sua famiglia potesse seguirlo in America, sicché fu costretto a rientrare in Italia nel mese di ottobre, prima che il nostro paese entrasse a sua volta nel conflitto (10 giugno 1940). Il caso di Rasetti, assistente di Fermi, e l’unico dei protagonisti tuttora viventi di questa storia, fu del tutto diverso, e degno di particolare attenzione. Questi abbandonò definitivamente l’Italia nell’estate del 1939, ma la sua meta fu il Canada, dove lasciò, in maniera definitiva, gli studi di fisica, dedicandosi da allora in poi a quelli di scienze naturali (geologia e paleontologia), rifiutando sostanzialmente ogni contatto con gli ex-amici. Perché? Anche le possibili connotazioni psicologiche di tale peculiare comportamento potrebbero avere grande importanza sullo sfondo dello scenario alternativo qui proposto. Naturalmente, non furono soltanto i fisici romani a essere coinvolti in questa sorta di grandioso esodo scientifico; l’evento assunse dimensioni nazionali e internazionali. Tra gli altri fisici ebrei italiani inclusi nel progetto Manhattan, Bruno Rossi lasciò anch’egli l’Italia nel 1938, raggiungendo gli Stati Uniti dopo aver fatto tappa a Copenaghen; e come lui emigrarono, poco dopo, Giulio Racah (uno dei vincitori del "concorso" di cui al secondo paragrafo), che si recò però nell’attuale Israele, e il cugino Ugo Fano (che, già laureato, aveva studiato a Roma con Fermi). Per quel che riguarda ciò che accadde al di fuori dei nostri confini, a prescindere da Albert Einstein, che aveva già detto addio alla Germania per gli Stati Uniti nel 1933 (dove divenne professore presso l’oggi celeberrimo Istituto di Studi Avanzati di Princeton, allora appena istituito), e da Johann von Neumann, che si trovava negli USA dal 1930, lasciarono o avevano da poco lasciato l’Europa in quegli anni, per raggiungere i fisici americani Julius Robert Oppenheimer (il cosiddetto padre della bomba atomica) e Isidor Rabi (premio Nobel 1944), entrambi di origine ebraica: Niels Bohr, Max Born, Edward Teller (il futuro ideatore della bomba H), James Chadwick (lo scopritore del neutrone), Eugene Wigner (premio Nobel 1963), Leo Szilard, Hans Bethe, Klaus Fuchs (che fu poi accusato, nel 1949, di avere fatto la spia al servizio dei sovietici sin dal 1942; arrestato, a differenza di Pontecorvo – riuscito a fuggire prima, evitando simili accuse e conseguente reclusione – Fuchs poté riparare anche lui in URSS soltanto dopo uno scambio di prigionieri), Rudolf Peierls (leader del progetto atomico inglese, e "maestro" di Fuchs), George Placzek, Samuel Goudsmit, Otto Frisch, etc. (citando un po’ alla rinfusa); tutti futuri membri, seppure a diverso titolo, dell’esclusivo club atomico. Si può aggiungere che numerosi di questi scienziati avevano trascorso qualche tempo presso l’Istituto di Fisica di Roma, nel momento di massimo splendore della "scuola" di Fermi. "
*da Leonardo Sciascia e il caso Majorana:
siciliani scompaiono nel nulla,
ma un’ipotesi tarda ad apparire…Bartocci