La Russia ha consegnato la prima fornitura di combustibile nucleare all’Iran, nell’impianto di Bushehr. L’annuncio proviene direttamente dall’azienda produttrice, tramite un comunicato dell’Itar-Tass.
La Russia ha consegnato la prima fornitura di combustibile nucleare all’Iran, nell’impianto di Bushehr. L’annuncio proviene direttamente dall’azienda produttrice, tramite un comunicato dell’Itar-Tass. Il container è stato vagliato dall’ispettorato della Iaea (International Atomic Energy Agency) e posto in un contenitore apposito, speciale. L’accordo fra Mosca e Teheran suggella una nuova apertura sul fronte energetico e collaborativo fra due antichi partners da tempo in equilibrio fra stallo e crisi, ma nel contempo getta manciate d’inquietudine sul calendario dei "sospetti venturi". Il riacutizzarsi di quella che sembra una nuova era di guerra fredda, infatti, sta suonando un campanello d’allarme neanche troppo flebile, e sul filo del rasoio danza la polveriera mediorientale. Fomentata da certo estermismo religioso, per un più credibile consumo mediatico e di impatto globale, assolve bene i compiti un tempo svolti in prima persona dalle Grandi Ombre delle superpotenze. Il Ministro degli Esteri russo, però, ha fornito precise garanzie sull’utilizzo del combustibile, esortando l’Iran ad arrestare il programma di arricchimento dell’uranio a scopi bellici. Inoltre, sulla centrale di Bushehr, c’è una interminabile querelle che si trascina da trentadue anni. La Siemens iniziò la costruzione dell’impianto nel ’75, ma dovette sospendere i lavori dopo la rivoluzione islamica di fine decennio. La struttura fu quasi rasa al suolo dalle bombe iraqene durante il conflitto con l’ex stato del Raìs; rimase pressoché inattiva sino al 1998, quando la Russia decise di riprendere le redini del progetto. Tra rinvii e rimpalli da mundialito di carambola si è arrivati alla gara d’appalto, vinta da dodici società iraniane, che si sono fatte carico della messa in opera sotto la supervisione dei tecnici moscoviti. La potenza complessiva sarà di un Gigawatt, e dovrebbe garantire al Paese intero un risparmio del 50% dei costi di eventuali attrezzature integrate. Ahmadinejad permettendo.