Una caratteristica del cancro consiste in una proliferazione abnorme di cellule. Non si tratta di tessuti preesistenti che si ammalano, sono tessuti nuovi che si formano e divengono causa di malattia per i tessuti preesistenti.
I caratteri strutturali consistono in un profondo, assoluto, invincibile disordine dell’ordinamento dei complessi cellulari del tumore, mentre le singole cellule tumorali, considerate ciascuna a sé, possono apparire di struttura normale. Queste cellule accrescono in modo illimitato e invadono territori contigui e lontani danneggiando e distruggendo i tessuti normali.
Otto Warburg, Premio Nobel per la Medicina del 1931, ha scoperto che vi è una relazione fra il consumo di ossigeno delle cellule e la possibilità di trasformazione delle stesse in cellule cancerose. Le probabilità dell’insorgenza del cancro sono tanto maggiori quanto minore è il consumo di ossigeno.
Il cancro insorge facilmente nei tessuti cicatriziali da trauma, con l’esposizione ad amianto, catrame, fuliggine, arsenico, benzene e molte altre sostanze.
Si può ritenere che questi elementi determinino una diminuzione del metabolismo dei tessuti con cui vengono a contatto, ostacolando l’ingresso dell’ossigeno nella cellula. Il metabolismo della cellula cancerosa è completamente differente da quello della cellula normale. La cellula normale ha un metabolismo aerobio, basato sul consumo di ossigeno. La cellula cancerosa utilizza processi anaerobici. Produce cataboliti come l’acido piruvico, l’acido lattico e l’anidride carbonica sotto forma di acido carbonico.
I cataboliti del cancro intossicano tutto l’organismo. C’è da chiedersi cosa ha trasformato la cellula normale in cellula cancerosa. Per la notevole energia sviluppata si deve ritenere che l’ente patogeno derivi dall’esterno della cellula. In natura esistono dei microrganismi che hanno metabolismo strettamente anaerobio e che possono vivere solo come ospiti di una cellula. Sono i virus, in grado di inserirsi nel DNA della cellula ospite trasformando il suo metabolismo in metabolismo anaerobio. La trasformazione più importante fatta dai virus riguarda la membrana cellulare della cellula ospite, dotata di un doppio strato lipidico. Essa diviene praticamente impermeabile all’ingresso dell’ossigeno ma non ai cataboliti che fuoriescono dalla cellula stessa.
Le differenze di potenziale fra l’esterno e l’interno della membrana sono molto diminuite nel cancro.
Nel secolo scorso, quando veniva usato l’etere o il cloroformio nelle anestesie generali, si è notato un fatto inspiegabile: molti soggetti che avevano forme di cancro diffuse, venivano operati senza essere sottoposti ad alcuna asportazione delle masse tumorali, perché giudicati inoperabili.
Dopo questo tipo di anestesia generale, sistematicamente il periodo di sopravvivenza di questi malati aumentava fortemente. Non è stata data nessuna spiegazione a questo fenomeno. Scherzando si parlava di una “boccata d’aria” data al malato.
I virus sono parassiti intracellulari obbligati, per la replicazione dipendono dalla cellula ospite di cui utilizzano dei componenti. Sono chiamati retrovirus quelli che sintetizzano il DNA a partire da uno stampo di RNA.
E’ stata dimostrata da Peyton Rous l’azione cancerogena di un retrovirus che determinava il sarcoma dei polli. Alcuni virus sono inglobati e protetti da una struttura chiamata pericapside o envelope costituita da lipidi, proteine e glicoproteine. Questa struttura può essere mantenuta solo in soluzioni acquose, viene distrutta da acidi, detergenti e solventi come l’etere, che determinano l’inattivazione del virus.
I virus possono penetrare all’interno della cellula ospite in due modi: i virus nudi, quelli privi dell’envelope, scivolano fra gli interstizi delle cellule della membrana, direttamente all’interno del citoplasma. I virus dotati di envelope fondono l’envelope con la membrana cellulare e successivamente penetrano nel citoplasma. Molti virus a DNA codificano proteine che promuovono la crescita della cellula ospite. Si può dare una spiegazione allo strano fenomeno della “boccata d’aria” con l’ipotesi che tutti i cancri maligni siano determinati da virus.
L’anestesia eterea diffonde il gas disciolto in tutte le cellule, anche in quelle tumorali. La membrana cellulare della cellula cancerosa è ricca di grassi ed è resa impermeabile all’ossigeno dalla degenerazione cancerosa. E’ stato dimostrato sperimentalmente che l’etere distrugge l’envelope ricca di lipidi e determina l’inattivazione del virus (Microbiologia p. 56 Patrick Murray).
L’azione dell’etere, che scioglie parte del rivestimento lipidico, permetterebbe l’ingresso dell’ossigeno all’interno della cellula cancerosa.
L’ambiente del citoplasma, divenuto inospitale per il virus, determinerebbe la sua temporanea inibizione, prolungando la sopravvivenza del malato di cancro. L’azione dell’ossigeno su altri microbi anaerobi non è una novità: è sufficiente citare la sua azione sul tetano.
Una caratteristica dei virus è quella di sopravvivere solo all’interno di una cellula. L’ambiente più adatto è quello anaerobio.
Per la ricerca di virus oncogeni, l’attenzione può essere rivolta ai miceti (funghi) che hanno un metabolismo anaerobio fermentativo. La relazione che è stata trovata fra l’insorgenza del cancro e cereali infestati dai miceti in Medio Orinete (mais e soia) potrebbe essere spiegata dalla presenza di virus oncogeni nei miceti.
Viene sostenuta la possibilità che il cancro uterino sia favorito dalle infezioni da candida.
I virus oncogeni potrebbero trovare un’ambiente favorevole nelle cellule della candida che ha metabolismo anaerobio, per passare poi nelle cellule della mucosa uterina determinando il carcinoma del collo dell’utero.
Negli ultimi decenni vi è stato un notevole interesse nella terapia alternativa del cancro basata essenzialmente sulla fitoterapia. Statisticamente è stato accertato che una dieta molto ricca di vegetali rendeva meno probabile l’insorgenza dei tumori.
Sembra che un’azione protettiva sia in particolare data dalle verdure che hanno un colore verde più intenso (cavoli, broccoli, spinaci, cicoria etc.).
Ricerche svolte in tutto il mondo concordano nel ritenere che queste verdure esercitino un’azione protettrice nei riguardi del cancro.
Il colore verde è dato dalla quantità di clorofilla contenuto nei vegetali.
In natura l’azione della clorofilla è quella di trasformare l’anidride carbonica liberando l’ossigeno. Normalmente questo avviene per l’azione dei raggi solari, ma quest’azione può essere dovuta all’azione di fotoni di altra provenienza.La clorofilla è presente ed agisce anche nelle profondità marine, dove non arriva la luce solare.
La clorofilla viene usata sotto forma di clorofillina, che è un derivato sintetico della clorofilla nel trattamento del tumore epatico attribuito all’aflatossina, considerata un prodotto cancerogeno di alcune specie di funghi contenuti in cerali e legumi esposti a muffe.
Nessuno ha parlato sinora di un’azione diretta della clorofilla sui virus del cancro che sarebbero, secondo l’autore, inibiti dalla produzione d’ossigeno e dalla sottrazione dell’anidride carbonica disciolta all’interno della cellula cancerosa.
La vitamina C, acido L-ascorbico, viene considerata da molti anni come fattore inibente dei tumori.
L’autore di questo articolo ha fatto il primo lavoro sperimentale sull’azione antiedemigena della vitamina C in forti dosi, fotografando il cervello di un coniglio in condizioni di edema cerebrale, trattandolo con forti dosi di vitamina C.
Il lavoro è stato pubblicato nel 1964 sulla rivista “Vitaminologia” dell’Istituto di Patologia Generale dell’Università di Roma.
Uno dei riscontri fatti in questo esperimento è l’aumento enorme del filtraggio del liquor sulla superficie cerebrale, prova dell’aumento della permeabilità delle membrane cellulari.
Nella sua esperienza di traumatologo cranico, ha potuto constatare l’azione trainante della vitamina C attraverso la barriera delle membrane cellulari nell’encefalo.
L’associazione di un sulfamidico a basso dosaggio, diluito in due grammi di ascorbato di sodio somministrato per via endovenosa permetteva l’ingresso rapido nello spazio liquorale.
Nelle meningiti traumatiche l’effetto era spettacolare, perché dopo 24 ore il liquor, inizialmente torbido, diveniva limpido.
Secondo l’autore, l’effetto inibente sullo sviluppo e sulla prevenzione del cancro dato dalla clorofilla e dalla vitamina C, constatato da moltissimi ricercatori, avrebbe questa spiegazione: la clorofilla messa in circolo si fermerebbe all’esterno della membrana della cellula cancerosa e trasformerebbe l’acido carbonico fuoriuscito dalla cellula producendo ossigeno.L’acido L-ascorbico, giunto all’esterno della membrana della cellula cancerosa, trasporterebbe l’ossigeno liberato dalla clorofilla all’interno della cellula, creando così un ambiente sfavorevole ai virus.
Potrebbe essere di notevole interesse una terapia per via orale basata sull’uso della clorofillina liquida associata ad acido L-ascorbico, quest’ultimo in dosaggio frazionato nelle 24 ore di 20 g. al giorno, per via orale.
Una ricerca sperimentale fatta in vitro sulle colture di cellule cancerose potrebbe chiarire le variazioni dei potenziali elettrici delle membrane e degli scambi ionici date da piccole concentrazioni di vitamina C e di clorofillina liquida, immesse nel liquido di sospensione.