Viva La RAI

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Il conflitto d’interessi corre nell’etere, gode dell’immunità parlamentare e degli onori che a prescindere spettano alle alte sfere. È una metastasi delle istituzioni che giocano alla lotta fittizia per default, un mercimonio col benestare (inconscio, altrimenti negato) del pubblico, che paga per vedere, e pure per sapere. Discorsi di ogni tipo, maneggi, tresche e tentata compravendita dei voti di alcuni senatori, fino al viatico per garantire un futuro a starlette e veline.

Intercettazioni & violazioni, un binomio che ormai ricorre nella dialettica e nel decalogo del politico moderno. La reazione del leader della CDL Silvio Berlusconi alla diffusione dei contenuti di una telefonata fra lui-même e il direttore di Rai Fiction Agostino Saccà è dura, durissima, praticamente un terremoto. E la scossa tellurica si propaga tanto nella Destra, che fa quadrato attorno al suo premier, quanto nella Sinistra, che pur sogghignando a denti stretti è costretta a scuotere la crosta terrestre nazionale per bocca di Fausto Bertinotti, condannando l’operato dei media. Proprio quei media che, sovente, sono il mezzo che il Potere Costituito ha per filtrare la sua voce e il suo pensiero. Dunque, tutti d’accordo, uniti nel denunciare il gravissimo fatto – per logica, per privacy, per legge e per convenienza. Reciproca; basti pensare all’ascia di guerra dissepolta contro i pubblici ministeri Forleo e De Magistris. Il voyeurismo giudiziario che vuole ogni utenza spiata viene censurato, e pesantemente: la salvaguardia dei diritti deve essere garantita. Nonostante ciò, il terremoto continua. Fra astuti interventi e sagaci scivoloni, si arriva alla barzelletta tragicomica, secondo cui “in RAI lavori soltanto se ti prostituisci o se sei di sinistra". Padre nostro che sei ad Arcore perdonaci, se anche su Mediaset ci sorgono dubbi. La RAI sarebbe un covo di raccomandati “a partire dal direttore generale che non è certo stato scelto attraverso una ricerca di mercato”, di scadente professionalità. La dirigenza dell’emittente di Stato non ci sta, e anziché smorzare i toni del già tragicomico siparietto parla di accuse indiscriminate e inaccettabili. Resta però una perplessità: se in viale Mazzini si garantisce la fiducia nei propri dipendenti, com’è che nei corridoi della struttura si sta pensando di procedere a una contestazione disciplinare nei confronti di Saccà? I tempi in cui Renato Zero patrocinava (con un goccio di arguta ironia) mamma RAI oggi spesso sbagliano binario, strada, sentiero, e non riescono più a salire sul Carrozzone.