L’Impresa Eccezionale

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Fra cinepanettoni ed autopromozioni, anche nelle sacre festività si cucina il polpettone demagogico. Il presidente del Consiglio, col sorriso rassicurante e giulivo di sempre, ha premuto l’acceleratore sul beneplacito per la Finanziaria, lamentando poi il continuo tiro al bersaglio della Destra. Mirare alle gomme durante la marcia è pericolosissimo, ma tant’è Berlusconi invoca la caduta dell’esecutivo da quando quest’ultimo s’è insediato a palazzo, prendendone possesso col consenso degli italiani e dei manierismi abusivi di prammatica. È disutile, secondo Romano Prodi, il tiro al piccione, perché la democrazia subisce più danni che vantaggi, se presa in mezzo fra inquietudini e proiettili ostili. Gridare “al lupo, al lupo” è puro masochismo, ma condurre un paese allo sfacelo con la faccia delle grandi occasioni, rassicurando tutti sul buongoverno, sembra anche peggio. Ecco perché il Professore ha decentrato prontamente la polemica, puntando sul neonato dialogo fra il leader della CDL e il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni, confermando l’abbozzo di un’intesa. Sulla querelle Alitalia, invece, stallo totale, perché il Consiglio dei Ministri dovrà esaminare la relazione della compagnia, analizzarne punto per punto i vantaggi e i rischi, ponderare, soppesare, dirimere e rinviare. Per l’ennesima volta. Chissà se Benedetto XVI, dopo aver invocato la pace per il Darfur, la Somalia, il Congo, l’Eritrea, il Medio Oriente, il Pakistan, i Balcani e ogni anfratto di mondo flagellato dalla guerra, farà altrettanto per il partitoleso zoo italiano? Forse anche il Santo Padre ha capito quanto impossibile sia l’impresa, ed è meglio rimettersi al padreterno per arginare l’emorragia dei conflitti, delle calamità naturali, dell’inquinamento, dei soprusi e dell’inedia. Per certa politica serve un intervento tecnico alternativo, un consulente che fra religione e filosofia sappia inserire la fantascienza, un equilibrista dello squilibrio alla Asimov, che lavori al servizio della gente per il prestigio di quest’ultima (senza auto blu, aerei di stato e privilegi d’ogni fatta). Che il governo stia agonizzando da tempo è un segreto di Pulcinella, ma l’aria che tira è di Prima Repubblica, e i suoi disastri sono ormai sui libri di storia.