Infortuni sul lavoro: più fondi per la sicurezza nei settori a rischio

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Il Parlamento sollecita una strategia europea per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro che attribuisca maggiore attenzione ai settori a rischio

 

foto:sicurezza626.blogspot.com
Per cercare di risolvere il gravoso problema della sicurezza sul lavoro il parlamento Europeop, chiede anche una migliore applicazione del diritto UE, sanzioni più severe, il rafforzamento delle ispezioni e misure di prevenzione. Ai lavoratori temporanei e atipici vanno garantite pari condizioni di sicurezza.
 
Approvando con 598 voti favorevoli, 20 contrari e 23 astensioni la relazione di Glenis WILLMOTT (PSE, UK) sulla proposta della Commissione in merito a una strategia comunitaria 2007-2012 per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, il Parlamento sottolinea anzitutto che «la tutela del lavoro e della salute non solo contribuisce alla produttività, al rendimento e al benessere dei lavoratori, ma comporta anche risparmi per l’economia e l’intera società».
 
Ricorda peraltro che, secondo le stime dell’OIL, nel 2006, nell’Unione europea, circa 167.000 persone sono morte a seguito di un infortunio sul lavoro o di malattie connesse all’attività lavorativa, mentre la Commissione stima che ogni anno 300.000 lavoratori subiscono un’invalidità permanente di gradi diversi. Il Parlamento si compiace quindi «dell’ambizioso obiettivo» della Commissione di ridurre in media del 25% il numero degli infortuni sul lavoro nell’UE, ma ritiene importante disporre di misure mirate e corredate di un calendario e di impegni finanziari che possano quindi essere misurati e valutati.
 
I deputati esortano poi la Commissione a prestare particolare attenzione, nell’ambito della sua strategia, «alle attività o ai settori particolarmente inclini al rischio (ad esempio, metallurgia, edilizia, elettricità, attività forestale, ecc.)». D’altra parte, ritengono che il forte accento posto sull’assistenza alle PMI affinché soddisfino i loro obblighi in materia di salute e sicurezza «sia estremamente positivo».
 
Visti gli elevati pericoli cui sono esposti i lavoratori dell’industria mineraria, dell’industria estrattiva, dell’industria siderurgica e della cantieristica, il Parlamento chiede agli Stati membri e alla Commissione di liberare risorse sufficienti per i necessari investimenti volti a garantire la salute e la sicurezza sul lavoro. Gli Stati membri sono inoltre invitati a prendere in considerazione l’adozione di incentivi finanziari per promuovere la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro: sgravi fiscali o preferenza accordata nell’ambito delle gare d’appalto ad imprese sicure e aziende certificate dal punto di vista della salute e della sicurezza, introduzione di un sistema “bonus-malus” nelle polizze di assicurazione e contributi per la sicurezza sociale, nonché incentivi finanziari per la sostituzione di attrezzature obsolete o non sicure.
 
Il Parlamento invita poi la Commissione ad avvalersi appieno dei fondi comunitari esistenti (segnatamente il Fondo sociale europeo) per le questioni relative alla salute e alla sicurezza: prevenzione e sviluppo di una cultura della prevenzione, sensibilizzazione, formazione professionale, apprendimento lungo tutto l’arco della vita, riadattamento e reinserimento dei lavoratori a seguito di una malattia professionale o di un incidente sul lavoro. Nel sottolineare poi la necessità di accordare un’attenzione particolare alle PMI, si dovrebbero destinare altri fondi comunitari (segnatamente quelli del 7° programma quadro di ricerca) e nazionali alla ricerca sulle malattie professionali.
 
Per i deputati è della massima importanza garantire una migliore applicazione degli attuali strumenti legislativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. A loro parere, le misure da prendere in considerazione dovrebbero comprendere requisiti minimi per la qualità dei servizi di prevenzione e di ispezione sul lavoro, sanzioni più severe, una migliore valutazione dell’attuazione della normativa, lo scambio delle migliori prassi, il rafforzamento della cultura della prevenzione e dei sistemi di allarme preventivo, un maggiore coinvolgimento dei lavoratori sul luogo di lavoro e il rafforzamento del ricorso ad accordi di dialogo sociale. La Commissione dovrebbe inoltre ricorrere più diffusamente alle procedure di infrazione.
 
Il Parlamento reputa poi che le ispezioni sul lavoro «costituiscano un fattore essenziale per l’attuazione della normativa sulla salute e la sicurezza» e chiede quindi agli Stati membri di fornire ai loro ispettorati nazionali personale e mezzi finanziari adeguati. Occorre inoltre aumentare il numero degli ispettori del lavoro (almeno 1 ispettore ogni 10.000 lavoratori), migliorare la qualità del loro lavoro offrendo una formazione più multidisciplinare e concentrare le ispezioni su settori prioritari e su comparti e imprese ad alto rischio di incidenti e con elevati livelli di gruppi vulnerabili.
 
I deputati riconoscono inoltre che la prevenzione «riveste un’importanza fondamentale» e invita quindi la Commissione ad attuare, nell’ambito della strategia, misure volte a garantire che i datori di lavoro riconoscano e si assumano le loro responsabilità prevedendo adeguati servizi di prevenzione in tutti i luoghi di lavoro. Occorre poi assicurare che le attività di prevenzione siano svolte per quanto possibile all’interno dell’impresa, garantire che il monitoraggio della salute vada di pari passo con la prevenzione e adattare sistematicamente al progresso tecnologico la legislazione relativa alla salute e alla sicurezza sul posto di lavoro.
 
Il Parlamento esprime peraltro «grave preoccupazione» per l’incidenza «troppo elevata» di infortuni fra i lavoratori temporanei, a breve termine e scarsamente qualificati. Ricorda peraltro che una direttiva UE attribuisce ai lavoratori interinali gli stessi diritti degli altri lavoratori per quanto concerne la salute sul lavoro, ma non prevede meccanismi specifici per l’applicazione pratica di questo principio. Chiede quindi alla Commissione di colmare urgentemente questa lacuna. Nel rilevare poi il numero crescente di contratti di lavoro atipici, ribadisce che le condizioni in essi contenute «non devono comportare dei rischi per la salute e la sicurezza». D’altra parte – con 306 voti favorevoli, 375 contrari e 10 astensioni – l’Aula ha soppresso un paragrafo che sottolineava come un «posto permanente» rappresenti «un contributo importante ai fini della salute e della sicurezza sul lavoro».
 
I deputati invitano la Commissione a riesaminare le attuali procedure statistiche, in modo da individuare e misurare correttamente le malattie professionali, in particolare i tumori, al fine di stabilire obiettivi per la loro riduzione. Sottolineando poi la necessità di considerare la dimensione di genere nel trattare le questioni riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro, sostengono che la riabilitazione e la reintegrazione dei lavoratori dopo una malattia o un infortunio sul lavoro «sono essenziali».
 
Infine, il Parlamento, chiede alla Commissione di avviare una revisione della direttiva UE per promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento. Dovrebbe inoltre proporre un codice di condotta europeo sulla prevenzione delle infezioni associate alle cure sanitarie e modificare la direttiva sull’esposizione ad agenti cancerogeni per includervi le sostanze tossiche per la riproduzione, rivedere i valori limite vincolanti e stabilire nuovi valori limite per alcuni agenti non ancora inclusi nella direttiva. Occorre poi valutare l’opportunità di prevedere che tutti i nuovi edifici destinati ad essere luoghi di lavoro siano provvisti di impianti antincendio a pioggia (sprinkler).