INTERVISTA al professor Giovanni Battista CASSANO, psichiatra di fama mondiale

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Autore: Filippo Baglini
fatta il : 15 Novembre 2006

Il professor Giovan Battista CASSANO è Direttore del Dipartimento di Psichiatria, Neurologia, Farmacologia e Biologia dell’Università di Pisa

Qual è il segreto per capire la mente umana?
Non esistono segreti. Spesso è difficile per chi non ha sofferto di disturbi mentali capire che cosa stia accadendo nella mente di un paziente. È importante saper ascoltare e, quando necessario, chiedere aiuto per capire. Per questo qualche anno fa ho deciso di scrivere, in collaborazione con la giornalista Serena Zoli, il libro “E liberaci dal male oscuro” del quale è da poco uscita una edizione rivista e aggiornata, per aiutare non solo i pazienti ma anche chi è loro accanto a comprendere meglio la malattia mentale. In quest’ottica è nata anche l’associazione IDEA, che ha oggi diverse sedi in Italia (Milano-Bologna-Roma-Napoli), e che ha fra i suoi obiettivi quello di facilitare il riconoscimento e la comprensione dei disturbi mentali e di fornire, tramite gruppi di auto-aiuto e servizi di appoggio telefonici, un sostegno anche ai familiari delle persone che soffrono. Inoltre, IDEA finanzia importanti progetti di ricerca sull’argomento.

Professore, se dovesse fare una statistica sui disturbi mentali, sono più quelli di oggi oppure ce n’erano di più in passato, intendo cinquanta, sessanta anni fa?
I disturbi mentali sono conosciuti fin dall’antichità. In alcuni scritti dell’antica Grecia si trovano descrizioni di pazienti depressi o con disturbi d’ansia i cui sintomi sono assolutamente perfettamente sovrapponibili a quelli di un paziente di oggi. Nel corso dei secoli la malattia mentale è stata considerata di volta in volta castigo divino, opera del maleficio, colpa e peccato. Fortunatamente oggi abbiamo una maggiore consapevolezza e conoscenza della natura dei disturbi mentali. Si ricorre, per questo, più spesso alle cure dello specialista. Dobbiamo anche ricordare che i farmaci di nuova generazione, che ci consentono di trattare i disturbi mentali con buoni risultati, hanno cambiato, negli ultimi decenni, il volto della psichiatria.

La legge di riforma psichiatrica, nota come “legge Basaglia” o “legge 180” del 1978, ebbe l’obiettivo di chiudere i manicomi, con il trasferimento alle regioni delle funzioni in materia di assistenza ospedaliera e psichiatrica. Cosa pensa di questa rivoluzione (se di rivoluzione si tratta); e in ultimo, alle persone che si accanivano o si scagliano ancora contro i manicomi, definendoli posti inutili fatti solo per esperimenti e torture mentali, cosa si sente di dire?
Come sempre il passato sarà oggetto degli storiografi. Il presente è con questa legge che ci auguriamo possa essere molto migliorata. Soprattutto adattata al rapido evolvere delle conoscenze e al tipo di domanda radicalmente cambiato negli ultimi venti anni.

Spesso parliamo di stress, intendendo un insieme di cose ma alla fine nessuno sa cosa sia. Ci spieghi meglio cosa è realmente lo stress e come possiamo salvarci da esso.
Per stress si intende una molteplicità di situazioni che, influendo sul nostro organismo e sulla nostra mente, ne modificano l’equilibrio. Non sempre lo stress è negativo e non è detto che ciò che per una persona è stressante lo sia anche per un’altra. Lo psichiatra e lo psicoterapeuta possono aiutarci a individuare le fonti di stress che possono mettere a rischio il nostro benessere e darci indicazioni per evitarle o, quando questo non fosse possibile, per affrontarle nel modo migliore. Soprattutto dobbiamo essere educati ad affrontare e a contenere gli effetti della competizione senza sognare di eliminarla.

Le malattie psichiatriche sono un fatto genetico oppure anche una persona nata sana può all’improvviso degenerare in turbe mentali?
Ereditiamo soprattutto la predisposizione a sviluppare la malattia e questa predisposizione ha una base genetica. Questo non significa che i figli di un paziente con disturbo bipolare svilupperanno con sicurezza il disturbo del padre, ma che hanno, rispetto agli altri, un maggior rischio che questo accada. L’influenza dell’ambiente ha comunque un ruolo importante nel facilitare o meno l’esordio del disturbo per il quale siamo predisposti e le forme in cui esso si manifesta. In alcuni casi rari nella storia familiare del paziente non si trova nessuno che abbia sofferto di disturbi mentali. In questi casi è probabile che i fattori ambientali abbiano esercitato un ruolo più importante.

Molte persone presentano all’improvviso attacchi di panico o di ansia e a volte non riescono a trovarne il motivo. Da cosa potrebbero dipendere?
Il disturbo di panico è caratterizzato dalla sensazione improvvisa di intenso malessere e di morte imminente che si accompagna a sintomi fisici quali tachicardia, sensazione di non riuscire a respirare, sudorazione, tremori, formicolii, disturbi intestinali, nausea. Il paziente ha spesso la sensazione di essere sul punto di impazzire. Gli “attacchi di panico” possono assumere forme diverse e talvolta non essere riconosciuti dal paziente come parte di un disturbo d’ansia. In realtà si tratta di un disturbo mentale con basi biologiche ormai ben note e che risponde al trattamento farmacologico e, in alcuni casi, cognitivo-comportamentale. Anche in questo caso i fattori ambientali possono influire scatenando l’esordio del disturbo che, tuttavia, tende poi a mantenersi anche quando la fonte di stress viene riconosciuta. È quindi importante che chi soffre di questi attacchi si rivolga allo psichiatra e inizi un trattamento specifico il prima possibile.

Molte ragazze, purtroppo, cadono nella anoressia, spesso per assomigliare a modelle, oppure nella bulimia, a volte per dimenticare una delusione d’amore o per rabbia verso qualcosa. Ci spiega in realtà cosa succede nelle loro menti? Sono soggetti già con turbe mentali oppure a un certo punto scatta qualcosa in loro? E inoltre, sono malattie che colpiscono solo i giovani oppure siamo tutti a rischio?
Anoressia e bulimia sono disturbi della condotta alimentare che si caratterizzano per una distorsione dell’immagine corporea. Il paziente tende a vedersi grasso anche quando non lo è o è addirittura sotto peso. Il timore di ingrassare spinge queste persone a mettere in atto una serie di comportamenti stereotipati quali ad esempio la rigida restrizione calorica, il rifiuto di determinati alimenti, l’esercizio fisico portato all’eccesso, l’uso di pillole dimagranti e di lassativi e il vomito autoindotto. Nel caso della bulimia e in alcuni casi di anoressia, la rigida restrizione dietetica scatena delle abbuffate durante le quali le pazienti mangiano tutto quello che trovano a disposizione. Nel disturbo della condotta alimentare c’è un rapporto patologico con il corpo, con la sua forma, con le linee. Questi aspetti si accompagnano alla convinzione radicata da sempre nella nostra società che l’astinenza dal cibo sia espressione di virtù. Queste malattie hanno avuto un aumento negli ultimi decenni ma sono sempre esistite. In un interessante libro uscito qualche anno fa di Rudolph M. Bell (Santa Anoressia) vengono descritte le vite di alcune sante la cui fobia e ossessione per il cibo ci ricorda molto da vicino quella di molte nostre pazienti anoressiche, e non sappiamo in quanti casi la tubercolosi che ha mietuto tante vittime nei secoli scorsi sia stata una complicanza in donne gravemente emaciate per un disturbo anoressico preesistente.
I disturbi della condotta alimentare sono una malattia tipicamente femminile ma sono aumentati i casi fra i maschi. Esordisce nell’adolescenza, tuttavia, sono frequenti i casi anche fra le bambine al di sotto dei 12-13 anni e nelle donne adulte.

Come possiamo combattere la depressione senza ricorrere all’uso dei farmaci? Gli animali, per esempio, potrebbero essere delle “medicine” alternative?
Alcuni tipi di psicoterapia come, ad esempio, la psicoterapia interpersonale breve e quella cognitiva, si sono rivelati molto utili nel trattamento della depressione. L’approccio ottimale risulta, comunque, quello combinato, anche con due distinti terapeuti uno dei quali si occupi della parte farmacologica e l’altro di quella psicoterapica.
Gli animali possono essere un sostegno per chiunque ed anche per il paziente depresso, specie se, come nel caso degli anziani, il paziente non ha supporti sociali adeguati. Si deve comunque tener presente che la gestione di un animale può essere, in alcuni casi, un impegno gravoso e che le situazioni devono sempre essere valutate caso per caso.

La società quanto incide sulla Psiche umana?
Società e psiche si influenzano una con l’altra. I ritmi e gli stimoli che provengono dall’ambiente possono avere un’influenza positiva o negativa sulla nostra mente. Il progresso da un lato ci sprona e stimola positivamente tenendo in esercizio il nostro cervello, dall’altro può essere fonte di stress. Non dimentichiamo, comunque, che la società è formata da esseri umani e che noi, a nostra volta, influenziamo il mondo che ci circonda, dal quale riceviamo, per nostra causa, stimoli sempre nuovi.

Nell’ultima domanda volevo un suo parere sul caso Cogne, che ha interessato molti psichiatri e gente comune. Pur sapendo che è difficile dare un giudizio su un caso che forse non conosce nel dettaglio, ma ci dica l’idea che si è fatto. In ottica generale è possibile che un omicida rimuova dalla mente il delitto commesso?
Non posso esprimere opinioni su una vicenda e su di una persona che non conosco personalmente e con la quale non ho mai parlato personalmente e, soprattutto, mai visitato.

 

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