La Stabile Instabilità

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Quale che sia l’escamotage, il circo Prodi andrà avanti anche dopo lo sgambetto dell’Udeur.

Il partito di Clemente Mastella ha ritirato dagli schieramenti della maggioranza la propria compagine, e subito sono scattate le audizioni alla Camera. Ore 15: dentro o fuori. Ma nulla è certo, la matematica (di Senato) da queste parti è un’opinione. Il motore va oliato, e nessun meccanico a dire che macchine così non ne fanno più, dovrò usare i pezzi di ricambio di un tagliaerba. Urge il voto di fiducia per prendere tempo e sfruttare i minuti di recupero, secondo il leader dell’opposizione, Silvio Berlusconi, che non è l’unico a ironizzare sulla crisi di governo. Se quest’ultimo sia finito oppure no, saranno le prossime ore a dirlo, quel che è certo è che a Montecitorio tira aria di sfratto. Il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli ha comunicato che l’adunata avrà conforto o spina dorsale di tragedia domani alle diciassette. Il ministro dei rapporti con il Parlamento sarà a rapporto nel primo pomeriggio, da Vannino Chiti dunque si attende l’annuncio formale. E fiducia sia, in nome dello squilibrio e dell’inquietudine. L’amministrazione forte proclamata da due stagioni a questa parte non ha saputo affrontare le problematiche interne, le balzanerie e gli strascichi giudiziari, le lotte intestine e i musi lunghi degli eterni scontenti, ma su tutti la propensione al conflitto. Il cattolico Mastella, infervorato dai fatti recenti, ha colto l’occasione per mettere il suo sigillo su una legislatura in cui non credeva più da tempo; pretesto ufficiale il pastrocchio papale, la scarsa tutela del patrimonio intellettuale e umano di Benedetto XVI, ma il sospetto è che abbiano inciso un’intesa infasedistudio con la Destra, la politica ammazza-piccoli del Pd e la fifa blu del referendum. La situazione dei mercati internazionali non avrebbe avuto bisogno anche di questo sgambetto, specialmente per quanto ci riguarda: se gli USA sembrano sull’orlo di una nuova recessione, la nostra immagine rischia di passare da santino di riserva a presenza da esorcizzare. I quotidiani di tutto il mondo approcciano la notizia con una vena di sarcasmo e dejà-vu tipica del made in Italy, l’immagine che negli anni abbiamo promosso con stabile instabilità intestina. Alcuni riportano persino le schermaglie, i nomi e i cognomi di chi ha fatto prevalere gli interessi personali a quelli del Paese. Se Diliberto sostiene che “questo è il governo legittimato dagli italiani”, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, i Verdi, il Pdci, tutti i minori con in testa l’Udeur, hanno messo un punto interrogativo. La Destra chiede elezioni anticipate, la Sinistra cerca appigli per salvare il salvabile. Come i due fedeli, si ritrovano a pregare in comune (dis)accordo: “Signore, fa che io vinca qualche milione al superenalotto”, e l’altro “Signore, fa che riesca a procurarmi qualche soldo per mangiare”. E avanti così, finché il primo allunga cento euro al secondo dicendogli “adesso vai a  mangiare e lascia modo a nostro Signore di concentrarsi”.