Il Giorno più Lungo

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Il TG delle otto è finito, ma nulla è cambiato, nulla è definito.

L’homo politicus è uscito con la livrea e i gorilla schierati al suo fianco, lo sguardo corrucciato verso il mondo. Ma il mondo non c’è, oltre ai finestroni di Montecitorio. Il Senato fa paura al Professore, le elezioni anticipate sono una tremarella che tutta la Sinistra teme e spera di scongiurare. Non è ancora definita la legge elettorale, il paese farà una pessima figura, si rischia una disfatta senza epoca, senza precedenti, il popolo italiano deve capire; queste ed altre dichiarazioni rimbalzano dalle labbra dei segretari dei partiti della maggioranza ai titoli di testa. Televideo, tivù, giornali, radio, internet, non c’è spazio che non sia "okkupato" dalle lamentazioni. Perché dopo ore di velato ottimismo, dopo lo scontato esito del voto di fiducia alla Camera, l’altalena non s’è arrestata, anzi, sembra scricchiolare sempre più. Certezze dure come granito sgretolate in pochi colloqui, una telefonata misteriosa fra il leader dell’opposizione e Clemente Mastella (a quale intercettatore dobbiamo la soffiata?), e l’Udeur che mette in banco il definitivo due di picche. L’ex Guardasigilli si augura l’apertura di una nuova fase politica, con Prodi che rinuncia al voto di domani, Gianfranco Fini è pronto a scommettere sulle sue dimissioni, ma all’improvviso il senatore Nuccio Cusumano – sempre Udeur – dice di non condividere la scelta di uscire dalla coalizione di governo, lasciando intendere un possibile favore in una eventuale votazione. La Bindi assicura che il premier non rimetterà il proprio mandato, il Pd è riunito in gran consiglio per decidere se battere la via di Palazzo Madama o dissociarsi; insomma, l’homo politicus è alle soglie di una crisi di nervi. Guarda oltre i pesanti tendaggi, mette a fuoco il futuro e i dettagli per costruirlo, in accordo o in rivolta. "Se non ci saranno elezioni anticipate", dice Umberto Bossi, "siamo pronti a scatenare una rivoluzione". Rovistate, gente, rovistate. Presto o tardi, dalla mente, uscirà una soluzione più civile. Deve uscire per forza. Legioni di gestori della notizia spasimano per una parola, un gesto, un cenno d’intesa; milioni di italiani lo necessitano.