Niente governo tecnico o di transizione, nessun traghettatore momentaneo, l’Udeur vuole elezioni anticipate.
Non si scomodi Caronte o chi per esso, si lascino in naftalina i guru dell’intermezzo, nessuna autorità a tempo determinato. La linea espressa da Clemente Mastella è chiara, ferma, e durante il colloquio con il Presidente della Repubblica nell’ambito delle consultazioni al Quirinale, l’ex Guardasigilli si è mostrato deciso e ostile a qualunque alternativa. “Dopo il voto si potrà forse aprire un nuovo patto politico generazionale” di cui ancora non si intravvedono le geometrie, ma che senza dubbio è già più definito di quanto il caos attuale possa far pensare. Il giorno dei piccoli sarà lungo e periglioso, poiché l’ossatura strutturale del futuro dovrà includere una galassia di figure, interessi e ideali, sovente contrastanti fra loro. Questo perché nel quadro di un assetto governativo, l’ensemble politico è una combinazione di condotte divergenti, volte alla ricerca di un “chi” (la maggioranza e i suoi rappresentanti), e un “cosa” (il suo programma). Dunque si alterneranno in rapida successione Socialisti, Radicali, Idv, Sudtiroler Volkspartei, Verdi, Sinistra Democratica, Comunisti italiani, e lo studio della Vetrata ospiterà paziente pareri e personalità, simboli e campane, com’è d’uso da sessant’anni a questa parte. Ciò che i dimissionari intendono scongiurare è che si vada al voto con la legge Porcellum; a detta di Prodi sarebbe una tragedia per il paese. Si riprodurrebbe a livello esponenziale la frammentazione già in atto, ma allora per quale motivo non si è posto un argine a un simile sbando in venti mesi? Inutile ricorrere all’ingegneria elettorale, e inutile proporre un reincarico: il Professore si dedicherà a fare il nonno. Parole del Premier dimissionario. La politica sia medico di sé stessa. Forza Italia, Lega, Alleanza Nazionale e Italia del Valori premono per la soluzione-urne, Fausto Bertinotti e Franco Marini lasciano il Colle senza rilasciare dichiarazioni, Casini cerca larghe intese, Veltroni tifa per un esecutivo pro riforme, il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo vorrebbe avvicinare l’emisfero dei palazzi al popolo, sottraendo potere ai micro partiti, riducendo il numero dei parlamentari e revisionando i regolamenti di Camera e Senato. Il bicameralismo è la vera paralisi dell’Italia? E’ cosa nota: ognuno tira acqua al suo mulino, ma se i mulini sono più numerosi dei campi, la riserva idrica non basta più. E l’acqua è la componente essenziale per ogni forma di vita.