Lucca- Era la notte tra l’1 e il 2 Settembre del 1944; quando Edoardo Florin un sottotenente della 16/a divisione Reichsfuhrer che da tempo era in confidenza con i certosini di Farneta, entrò in Certosa e fece irruzione con l’inganno e con le armi, massacrando i religiosi e gente civile, che in quel sacro posto cercò di trovare un po’ di tregua alla guerra.
Florin, nel 1948 venne anche arrestato, processato e infine assolto per il massacro di Farneta, ma durante gli interrogatori disse di aver riferito al suo diretto superiore, il tenente Hermann Langer, che nella Certosa si nascondevano partigiani. Langer ne parlò con i suoi superiori, che a sua volta informarono il generale Max Simon. Simon decise per l’irruzione nella Certosa: Langer quindi sapeva tutto era colpevole.
C’è voluto tempo, indagini e rovistare “nell’armadio della Vergogna”, custode di centinai di carte scomode di strazianti verità, di eccidi come quello della certosa o come quello della strage di Sant’Anna di Stazzema dove innocenti persero la vita bruciando al vento e di tanti altri, nascosti per anni alla storia . Ma ora tutto è finito e consegnato alla storia come deve essere per quella povera gente e per quei poveri certosini che ora hanno avuto la loro degna rivincita, perché la corte d’assise militare di Roma ha dato l’ergastolo a Langer unico superstite di quelle grida di morte che per anni sono rimaste silenziose e che ora trovano la giusta ricompensa.
Certo visto l’età avanzata di Langer, 86 anni, l’ergastolo è simbolico, ma ha un significato molto importate che supera ogni limite del tempo, varca la soglie di ogni pagina di storia e mette un punto di giustizia alle atrocità dell’uomo.
Quelle strage in certosa, non era per far guerra, ma fu mossa dalla pazzia, da un regime irrazionale e da un metodo disumano che Kesserling, comandante capo delle truppe Tedesche in Italia, aveva ordinato ai suoi miliari: “uccidete, massacrate, stuprate, incendiate”, solo per il gusto di farlo, solo per sentirsi forti, per non accettare la perdita della guerra e non disubbidire alle pazzie di un uomo malato come il Fuhrer.
Langer, tra gli acciacchi degli anni e il peso delle accuse, si stà avvicinando alla sua morte e anche se conserva ancora un’po’del suo orgoglio militare ora inefficiente e ridicolo, si sentirà un prigioniero della storia, e dovrà ancora affrontare il processo piu’ arduo: quello di Dio.
Dopo 60 anni il mondo, non ha ancora dimenticato le vittime delle guerre e questo credo che sia molto importate anche per le generazioni future, devono ricordare sempre le pagine piu’ brutte della nostra storia di Italia che dovrebbero traboccare dai libri di scuola, e ricordarle sempre come parte integrante del loro passato, e che non vadano perse sotto la muffa degli echi di una storia lontana.
Oggi