Como – E’ stato abbastanza semplice analizzarlo e così alla fine è stato decifrato. E’ il "codice Olindo", ovvero gli appunti criptati scritti in carcere da Olindo Romano, imputato per la strage di Erba.
Una Bibbia con strani segni era stata sequestrata dalla procura e gli esperti hanno dato il loro responso. Sotto alcune parole un elenco di nomi di cui potrebbe desiderare la morte, tra i quali magistrati e investigatori. Alla fine, parole di affetto per la moglie Rosa Bazzi, coimputata.
Il sistema utilizzato era piuttosto semplice: a ogni segno corrisponde una lettera diversa dell’alfabeto, come peraltro si sarebbe potuto evincere dai simboli indicati praticamente uno vicino all’altro. Questo ha consentito di capire il contenuto delle pagine disegnate dal netturbino, e in particolare dei nomi mascherati scritti sotto alcuni titoli in stampatello, sempre scritti da Romano, tra i quali "Requiem", "Finis terrae", "Libbro dei morti" e sotto la frase "la vendetta ha la memoria lunga".
Romano ha indicato in questo elenco, si presume di persone di cui potrebbe desiderare la morte, i nomi di magistrati e investigatori, con accanto dodici croci: vi sono i quattro pubblici ministeri che hanno condotto le indagini (nell’ordine Massimo Astori, Antonio Nalesso, Mariano Fadda, Simone Pizzotti), il gip che lo ha rinviato a giudizio (Nicoletta Cremona), poi il maresciallo dei carabinieri di Erba ("M.Gallorini e famiglia e sbirri collaboratori").
In questi nomi è inoltre indicato "C.Carlo e famiglia", probabilmente riferito a Carlo Castagna, poi vi sono i nomi dei due figli di Mario Frigerio, il superstite-accusatore e dell’ex sindaco di Erba Enrico Ghioni. Tra le frasi criptate, anche passi di diverso tenore: "amore quando verrà la nostra fine saremo insieme abbracciati", e altre espressioni di affetto rivolte alle moglie.