Da anni il 14 Febbraio fa discutere.
Festa commerciale, pro-industrie dolciarie e cioccolaterie artigianali, ricorrenza da zuccherose & posticce effusioni, da sopprimere sul calendario o beatificare per la manna che fa piovere nelle tasche dei venditori d’ammòre con la minuscola. Il Valentino-fu-santo, dovunque esso sia, avrebbe avuto più d’una perplessità nel vedersi festeggiato coi sondaggi che danno gli adolescenti italiani primi in classifica per innamoramento a termine, con l’ennesima e sfiancante proiezione di Tre Metri Sopra il Cielo, col veto proposto dai deputati kuwaitiani per abolirne la celebrazione, col furto del secolo da parte di alcuni ladri (buongustai del regalo su commissione?) di quattro capolavori. Degas, Van Gogh, Cezanne, Monet: riappariranno in qualche collezione privata, perché invendibili, ma la Svizzera, si sa, è diversa: succede di tutto, anche se non accade mai nulla. Tutto è perfetto fra i suoi pascoli, le banche e la cioccolata. Che poi fanno in Lombardia. Ma è sempre dei dolcetti il palcoscenico, almeno per un giorno. Già il 15 sarà tutto dimenticato; il romanzetto rosa Harmony tornerà a pareggiare le gambe del tavolo o la cassapanca squilibrata della nonna, e chi si ama davvero sarà al settimo cielo comunque. Gli basterà stringere fra le braccia la propria metà, e ogni istante sarà buono per festeggiare. L’innamorato autentico non avrà bisogno dei sottotitoli televisivi, della rosa di plastica a centro tavola, delle nomenclature mielose castra-fantasia stile topolina, patatone, fuffi, pucci, cicciobello, tesorino, tortorella, passerotto, mio tesoro, pulcinotta, sirenella, guanciottine, befanaccia e scorreggione. Il benefit dell’ironia salverà il vero amore da quello di chi sta assieme perché incapace di stare solo, di chi si “ricorda meglio” se ha un anniversario per giustificare una cena di classe e champagne, di chi dorme accanto a una e va a letto con un’altra, di chi non può fare a meno di accendere la tv e parlare per bocca di veline e attorucoli a caccia di argomenti di cui sanno poco o nulla. Felice quattordici Febbraio a tutti, dunque, per i furbetti, i falsoni, e per quelli che onorano ogni giorno dell’anno senza bisogno del Bacio Perugina. Quello, del resto, è sempre buono.