Il timore di nuovi attentati dell’ETA serpeggia nella penisola ispanica.
Nonostante il muso duro di Zapatero e l’unanime condanna da parte delle istituzioni, il governo ha approntato ingenti misure di sicurezza a presidio delle elezioni più “calde” degli ultimi anni. In trentacinque milioni saranno chiamati a riconfermare i socialisti o a dare carta bianca al Partito Popolare antagonista di Mariano Rajoy. Sandra Carrasco, figlia dell’ex consigliere ucciso, ha esortato gli spagnoli ad andare in massa alle urne, per dimostrare agli assassini l’orrore del gesto e la sua inutilità, esprimendo così cordoglio e condanna dinanzi alla violenza. Così, di fronte all’edificio comunale di Arrasate, un auditorium di centinaia di persone si è riunito per seguire un appello civile, composto e toccante.
Dal voto usciranno i nomi di trecentocinquanta deputati al Parlamento, tutt’ora alla finestra. Chi più e chi meno teso, scaramantico, ottimista, tremebondo; nessuno insensibile all’offensiva terrorista, per ora circoscritta alla zona di Mondragon, Paesi Baschi. Ma è un’intera nazione in stato di allerta, massima allerta. Alle ore 20:00 si chiuderanno i seggi e si procederà allo spoglio, nella speranza che la civiltà e la comunanza non abbiano fazione o partito, bandiera o colore, e scelgano insieme di compatirsi. Dal latino cum + patior, ossia sentire insieme.