Crash test sulle strade italiane, affascinate da troppa velocità e poca perizia.
Sul viscido fondo stradale slittano i battistrada e giovani vite, capri espiatori il sonno, la nebbia e l’alta velocità. Ma è inutile pigiare a fondo l’acceleratore, se la curva è foriera di rischi, incidenti, pericoli mortali; non si vince nulla, né si prova che la capoccia è più dura del tronco dei platani sul ciglio delle statali. Il bollettino di guerra è da Gran Prix dell’incoscienza, da Nord a Sud. Nel bergamasco un uomo alla guida di una Porsche ha perso il controllo e si è schiantato contro un albero; un quarantaseienne è deceduto dopo uno scontro frontale con un furgone fra Ghisalba e Martinengo. A Robecco sul Naviglio una Peugeot e una Seat si sono scontrate frontalmente, verso mezzanotte: tre giovani ventenni kosovari sono morti, un ragazzo di 18 anni e una amica diciassettenne sono gravemente feriti. Neanche il tempo di battere la notizia che sulla A56 fra Agnano e Fuorigrotta un palo della luce fermava la corsa di una Volvo impazzita, lasciando due ventottenni prigionieri delle lamiere. Ad Afragola un carabiniere è stato sbalzato dalla barriera spartitraffico al centro della carreggiata, coinvolgendo più auto in una carambola che conta sei feriti, uno piuttosto grave. Fra Ancona e Loreto un uomo ha perduto il controllo della sua vettura, che ha invaso la corsia opposta incendiandosi; e ancora nel materano due giovani di 26 e 19 anni, un pensionato ennese di 79 anni, un ragazzo di Cropani: una lista spaventosa che qui sembra il caso di terminare. Per pietà, e per non trasformare la fredda cronaca in qualcosa di ancora più glaciale.