Guardie & ladri, attualizzato, risponde al sacro fuoco (anti)intellettuale johnrambesco in slang pugliese.
Gli oltre cento giorni di carcere e la scomparsa di Francesco e Salvatore, hanno fatto dire a Filippo Pappalardi che la sua famiglia non sarà mai più un nucleo felice. Si è spezzato un equilibrio, violato dai magistrati e dal libero arbitrio che ha caratterizzato la vicenda, tutta at random, dai primi passi dell’inchiesta sino ad oggi. In principio fu il piano segreto della signora Rosa, vista con buona dose d’interrogativi anche dal parroco del paese, don Michele Paternoster, poi la pista rumena, poi ancora il degradato ambiente sociale, fino alla rete della pedofilia, alla follia di un gruppo ristretto o di un singolo, passando per la madre e il padre dei genitori stessi. Infine, l’incidente, ma con "riserva", una riserva che grava come un macigno sulla figura dell’uomo appena scarcerato. Crolla la pista dell’omicidio plurimo, ma restano vive le convinzioni del tribunale. "Il mendacio è stato il filo conduttore di tutta la vicenda" dichiara il giudice, ma la città di Gravina di Puglia sembra di parere opposto, e si schiera con l’unico imputato della vicenda: una fiaccolata, e gli applausi della gente all’arrivo dell’uomo, lo dimostrano. Labile è l’opinione pubblica; sospetti, odio e livore possono voltare le spalle alla solidarietà e alla comprensione in pochi giorni, sotto il bombardamento delle notizie diffuse dalla fabbrica dei colpevoli. Per il GIP, infatti, il principale accusato resta un soggetto pericoloso, dalla personalità fortemente negativa. Bastasse questo per mettere un individuo alla gogna, avremmo tutti qualche condanna alle spalle, ma tant’è sarà difficile contestare il reato di omicidio al Pappalardi. Il procedimento è stato così derubricato ad abbandono di minore, in quanto la denuncia della scomparsa dei bimbi sarebbe avvenuta troppo tardi; nessun dubbio però è lecito. Ciccio e Tore sono scivolati per caso nella cisterna della morte, e questa – oltre alle cantonate (plausibili o meno) della Procura – è l’unica, triste certezza. Sia fatta luce, o quantomeno un minimo di chiarezza, in nome di una giustizia che sa operare per la tutela dei cittadini, tanto quanto ammettere i propri errori.