Prefazioni
Dopo che è stata fotografata per la prima volta più di 100 anni fa, la Sindone di
Torino – l’oggetto antico più studiato a fondo di ogni altro nella storia
dell’archeologia – è ancora oggi un mistero, è una fonte di calde discussioni e di
titoli sensazionali nei mezzi di comunicazione di massa. La maggior parte di quello
che appare al pubblico sono le soluzioni al problema della sua età, della sua origine
e delle sue proprietà, ma queste soluzioni sono una miscela di ipotesi vecchie e
scartate e di sforzi semplicistici che tendono a discreditare la reliquia e quindi le
sue connotazioni religiose. In questo caso, vale veramente molto poco il tempo e
l’attenzione prestata a queste “soluzioni” da chiunque voglia scoprire i fatti
significativi e cercare di rispondere ai quesiti che rimangono senza risposta.
Il presente libro del prof. Giulio Fanti è un gradito respiro di aria fresca. Con la
sua formazione scientifica, la sua possibilità di accesso a materiale originale (anche
se limitato, per uno studio sperimentale soddisfacente), la sua possibilità di
utilizzare strutture di laboratorio e tesisti sotto la sua guida, l’autore ha la
competenza, i mezzi e la dedizione per coprire ogni aspetto dello studio della
Sindone. Egli ha anche la capacità critica di vedere i limiti di lavori fatti da altri e
dai propri gruppi di studio. Egli, consapevole delle insufficienze di ogni teoria
avanzata finora, può proporre idee che potrebbero indicare la giusta direzione,
specialmente nella determinazione di una spiegazione plausibile per la formazione
dell’immagine corporea. Inoltre egli è aperto verso l’umile possibilità che la
spiegazione completa dell’immagine unica del Corpo rigido e torturato, impresso
sul lino antico, potrebbe essere per sempre oltre la capacità di scienza. Solo la
riproduzione effettiva di un processo, che probabilmente implicò un evento molto
speciale e soprannaturale – la Risurrezione di Cristo circa 2000 anni fa -,
sicuramente chiarirebbe come si sarebbe formata l’immagine, qualcosa ovviamente
oltre qualsiasi tecnica di laboratorio.
Il peso di evidenze storiche, culturali e mediche è schiacciante nel dimostrare che
il Telo ha avvolto il cadavere di un uomo crocifisso, sottoposto a tutte le torture e
le ferite fisiche menzionate dai Vangeli, che furono imposte a Cristo durante la sua
Passione. Nessuna altra figura storica si adatta ai dati riportati sulla Sindone; una
prova incomparabilmente più debole è invece il considerare soddisfacente
l’identificazione di altri resti di persone dell’antichità, note in varie culture. Ma
sembra che il pregiudizio contro qualsiasi cosa, che potrebbe stabilire la credibilità
storica dei Vangeli e della Cristianità sia una barriera insormontabile. Tale
pregiudizio impone livelli arbitrari di prova, nel caso della Sindone, al punto che
scienziati – che si suppone siano di larghe vedute ed obiettivi – hanno affermato
esplicitamente che, indipendentemente da quante prove possano essere trovate, essi
14
non ammetteranno mai l’autenticità della reliquia come il tessuto di sepoltura di
Cristo.
Il prof. Fanti presenta esaurientemente, con un insieme impressionante di
riferimenti in ogni capitolo, le informazioni più aggiornate riguardanti l’origine
della Sindone, le sue varie posizioni attraverso i secoli, gli studi medici dei vari
segni di sangue, le chiare indicazioni di morte per crocifissione, la varietà di modi
proposti per spiegare la formazione dell’immagine, tra cui forse alcune, che
effettivamente nemmeno meritano la cortesia di una risposta. Il suo lavoro, basato
sull’effetto corona, è spiegato giustamente in grande dettaglio, evidenziandone
anche i difetti.
Un capitolo si occupa della strombazzata datazione al carbonio 14, che colloca la
Sindone al Medioevo, tipico esempio di lavoro non professionale, sia dal punto di
vista scientifico, che per gli aspetti relativi ai rapporti umani. C’è anche una
panoramica teologica sull’importanza della reliquia, che non può mai essere un
oggetto di Fede, ma che può fornire una base storica supplementare per questa
Fede e può completare la descrizione in modo piuttosto conciso della Passione
riportata nei Vangeli. Ancora una volta, l’accuratezza dell’autore arriva ad attingere
persino da fonti come rivelazioni private e opere apocrife, che non possono essere
fonti affidabili per informazioni storiche, sebbene esse riportino in certi casi alcuni
passi commoventi.
Una registrazione esauriente di studi scientifici e un elenco dettagliato di
problemi da risolvere, sono anche un riferimento di valore per quelli che
potrebbero volere continuare la ricerca su questa reliquia estremamente preziosa.
Non mi viene alla mente alcun aspetto dello studio della Sindone, che possa essere
considerato mancante nel libro: l’unico inconveniente potrebbe essere,
precisamente, la sua abbondanza di dettagli, che potrebbero rendere in alcuni casi
difficile la concentrazione sui fatti chiave e sulle linee di pensiero perché, come si
suole dire, gli alberi non ci permettono di vedere la foresta.
Detto questo, gradisco questo libro e sono sicuro che esso avrà un posto speciale
nella biblioteca di qualsiasi persona interessata alla Sindone. Mi aspetto che sia
tradotto presto in altre lingue e che il prof. Fanti continui la sua ricerca per ridurre
le incertezze e perché elimini ipotesi errate nella trattazione di possibili spiegazioni
dell’immagine. Mostrare che qualche idea non è accettabile dal punto di vista
scientifico o per altre ragioni importanti è un contributo utile ad un ulteriore lavoro
significativo. Mi sento onorato dalla richiesta del prof. Fanti di scrivere questo
prologo e gli auguro la larga diffusione che il suo libro merita.
27 gennaio 2008
Emmanuel M. Carreira, S.J., Ph.D.
Universidad Pontificia Comillas, Madrid
15
Sono stato invitato dall’amico Giulio Fanti a scrivere alcune brevi note di
prefazione al suo ultimo libro. Ho accettato con estremo piacere, essenzialmente
per la stima che nutro per Giulio, scaturita diversi anni orsono, in occasione di una
conferenza sulla Sacra Sindone di Torino, da lui tenuta a Trieste. Tale stima si è
poi consolidata nel corso degli anni, durante i quali ho avuto modo di apprezzare il
rigore scientifico, con cui affronta il “fenomeno Sindone” e, nello stesso tempo,
l’amore, la passione e la dedizione, che nutre per “il Sacro Lenzuolo”, per la cui
conoscenza dedica ormai larga parte della sua attività di ricerca, quale docente
dell’Università di Padova.
Giulio, fra le numerosissime sperimentazioni condotte, è stato anche capace di
ricostruire quelle informazioni tridimensionali latenti, che fanno della Sindone un
oggetto unico nel suo genere. Sono proprio gli aspetti geometrici, relativi alla
formazione dell’immagine sindonica, che ci hanno accomunato nella ricerca e nella
discussione scientifica di tale fenomeno. Quale professore di Fotogrammetria, sono
sempre stato affascinato dalla rappresentazione geometrica dell’impronta
dell’Uomo della Sindone. Soddisfa, con ottima approssimazione, le caratteristiche
geometriche di una “carta topografica”, costruita con il processo fotogrammetrico
della orto-foto-proiezione. Ovvero, è come se nel processo di formazione
dell’immagine, una forza a noi ignota, avesse realizzato, sul piano definito dal telo
sindonico, una proiezione ortogonale dei tratti corporei dell’Uomo rappresentato.
Ciò è reso più significativamente affascinante, se si pensa che le macchie di sangue
si adattano invece fedelmente ad un telo, che ha avvolto le sembianze
tridimensionali di un uomo.
Questo libro, di portata enciclopedica, raccoglie lo stato dell’arte, molto
particolareggiato e completo, degli studi che, nei più svariati settori della scienza,
hanno interessato il “Sacro Lenzuolo”; evidenzia la vasta cultura e la grande
esperienza maturate da Giulio Fanti nel settore specifico, che ne fanno uno dei
principali studiosi a livello internazionale.
Fa emergere infine la grande umiltà di Giulio, che da scienziato, abituato a
rispondere in maniera razionale ai quesiti, ammette il proprio limite delle
conoscenze di fronte al “mistero” di un Dio che, assunte le sembianze umane,
attraverso la Sindone, vuol comunicare alla persona di fede, che, dopo la
sofferenza, esiste la Risurrezione, esiste la speranza di una vita nuova.
Grazie Giulio per la testimonianza.
13 gennaio 2008
Prof. Fabio Crosilla
Ord. di Topografia e Fotogrammetria
Università di Udine
16
I mezzi di comunicazione hanno proclamato da molto tempo, che la Sindone di
Torino porta una misteriosa immagine di un corpo umano, che per molti raffigura
Gesù di Nazareth.
Da sempre, è stato messo in discussione se essa sia un’immagine reale o
artificiale, se essa sia stata dipinta, sia stata impressa tramite vapori, sia una
fotografia, sia la conseguenza di radiazione…, oppure se è possibile che provenga
direttamente da Gesù posto nel sepolcro.
Nel frattempo, regna la confusione per quanto riguarda queste domande. Che
cosa è vero? L’ immagine sembra essersi formata realmente assieme alle ferite
tipiche di un uomo torturato e morto in croce.
Il ristagno di una chiara interpretazione è stato interrotto da una recente
scoperta, di un valore essenziale per la Sindone. Si sa che il tessuto è stato
impregnato degli influssi nocivi della civiltà moderna e che sono stati portati
argomenti pro e contro un intervento da parte di vari ricercatori.
La ricercatrice svizzera, esperta di tessuti Flury-Lemberg, nel 2002 ha ricevuto
l’incarico di eliminare le cuciture che tenevano unite le toppe utilizzate per coprire
i danni dell’incendio in Chambéry, nell’anno 1532; eliminò anche le cuciture che
tenevano impunturata la parte posteriore della Sindone ad un telo d’Olanda.
Nonostante si fosse supposto da anni che il lato posteriore della Sindone non
avesse alcuna traccia di immagine corporea e che mostrasse solo le tracce di
sangue, sono state scoperte alcune tracce di immagine corporea nella regione del
volto, simili all’immagine della parte frontale.
L’esito di un’analisi computerizzata ha confermato che la parte anteriore e
posteriore del lenzuolo portano queste tracce di immagine, in modo separato e solo
superficiale, ma che le forme dell’immagine sono congruenti; la parte interna del
tessuto è priva di tracce di immagine. Come si è potuto ottenere un’immagine così
speciale? Questa domanda sfida di nuovo il sapere scientifico!
L’autore, prof. Giulio Fanti, ingegnere dell’ Università di Padova e affermato
sindonologo, è pervenuto ad una conclusione sensazionale: questa raffigurazione
della Sindone di Torino è il risultato di un effetto energetico speciale connesso ad
una emissione di elettroni.
Se i risultati e l’argomentazione riguardante la conclusione sono concordi,
allora scompare ogni dubbio e Papa Benedetto XVI può arrivare a concludere
quanto segue.
Un Dio che si rivela lascia tracce concrete nella storia, come la Sindone. In
questo modo, per convincere, la verità da annunciare si orienta principalmente ai
fatti, dato che sono le leggi naturali che determinano la nostra vita, affiancate ai
miracoli.
17
G. Fanti è certamente lo scienziato più adatto che può, grazie al suo
atteggiamento e alla sua competenza, sfidare la scienza perché la verità possa
vincere nella lotta contro la disintegrazione dei valori.
30 dicembre 2007
Dott. Oswald Scheuermann
ASSIST, Germania
Association of Scientists and Scholars
International for the Shroud of Turin, USA
Da circa vent’anni, dopo la radiodatazione della Sindone, infuriano le
polemiche contro la Santa Sindone, benché essa sia venerata da secoli come il vero
lenzuolo di Gesù.
In questo libro, Giulio Fanti, ingegnere, professore universitario a Padova e
eminente scienziato, getta esaustivamente piena luce sugli argomenti a favore e
contro la formazione di quell’immagine inspiegabile, che si trova sulla Sindone. Ha
trovato ed esaminato particolarità totalmente sconosciute fino ad oggi (per esempio
la doppia superficialità dell’immagine sindonica) e non riproducibili
sperimentalmente. Quel telo sembra una “singolarità scientifica”, un “intervento
scandaloso di Dio”, che disturba i benpensanti. E solo alla nostra epoca si è riusciti
a decodificarlo.
Ma perché tutto questo sembra riservato al nostro tempo?
Da anni un’esegesi sbagliata mette in dubbio, o forse nega, la storicità dei
Vangeli, la storicità della morte e della Risurrezione di Gesù Cristo. Sono tanti che
dichiarano falsi i Vangeli! Questi pensieri sbagliati si propagano nelle università e
nelle diverse scuole. Generazioni intere hanno subito un tale lavaggio del cervello,
da perdere la fede nel “kerygma”
seguenti)
(dal greco: annuncio della fede, S. Paolo 1 Cor 15, 12 e
Ma in un epoca dove le religioni, soprattutto le religioni monoteistiche si
scontrano, quel telo che ci conferma l’autenticità degli Vangeli, porta un messaggio
anche alle altre due religioni monoteistiche:
1) Cristo, vero uomo e vero Dio è veramente morto in croce e risorto il terzo
giorno.
2)
il sangue espiatorio della Nuova ed eterna Alleanza
Ebrei 8, 8-12).
coperchio dell’arca dell’Alleanza, simbolo dell’espiazione (S. Paolo, Rom 3,25), abolisce e
perfeziona, grazie al suo sacrificio di redenzione e di riconciliazione gli antichi sacrifici propiziatori
(Eb, 9,11 e seguenti).
Il sangue versato dall’Uomo della Sindone durante sua Passione e Morte è(Geremia cap.31, 31-34, Lettera agliQuest’ Uomo-Dio che si è fatto per noi “il kapporeth” (dall’ebraico:
18
A tutti coloro che venerano la Santa Sindone come vero Lenzuolo di Cristo con
le sue vere fattezze del Redentore, questo telo conferma che “Dio ha tanto amato il
mondo da dare suo figlio unigenito…”
(Gv 3,16).
A volte può sembrare che la scienza contraddica la fede, ma i lavori del
professor Fanti sono un eccellente esempio del fatto che la scienza può invece
essere messa al servizio della verità biblica. Rifiutare i risultati del professor Fanti
significherebbe rifiutare la rilevanza delle ricerche scientifiche e la possibilità di un
intervento divino sulla Sindone.
4 gennaio 2008
Dr.ssa Traudl Wally Prof. Friedrich Wally
Istituto San Giustino di Vienna Università di Vienna
19
Premessa dell’autore
Non è facile trattare dal punto di vista scientifico rigoroso un oggetto religioso
come la Sindone di Torino (d’ora in poi semplicemente chiamata Sindone) perché
spesso le ricerche scientifiche di alcuni studiosi possono essere deviate da alcuni
preconcetti.
A volte infatti può accadere che uno sperimentatore trovi nella sua ricerca
scientifica solo quello che andava cercando e che non veda altri dettagli molto
interessanti, semplicemente perché non li cercava. Ecco che nella ricerca relativa
ad un oggetto assai controverso come la Sindone, è facile che uno studioso trovi
alcune “prove” che invece altri studiosi non condividono.
In altri casi può succedere che il ricercatore esegua studi mirati a dimostrare una
certa tesi che egli vorrebbe fosse verificata; per fare questo gli è sufficiente un
semplice dettaglio per dimostrare la propria tesi. Per esempio W. McCrone
a dimostrare che la Sindone fosse un dipinto. Per dimostrare la sua tesi, egli
trascurò il fatto che le fibrille di lino di immagine corporea sono prive di pigmenti
e gli bastarono solo alcune particelle di ossido di ferro e di cinabro trovate nelle
polveri prelevate dalla Sindone, per trovare la prova che cercava, trascurando
inoltre il fatto che, assieme a quelle particelle, ne esistevano altre, come quelle blu
di lapislazzuli, che non avevano niente a che vedere con l’immagine brunastra della
Sindone, e che dimostravano una contaminazione esterna.
I preconcetti degli autori spesso poi si ripercuotono nella stesura di libri, che
sono fondamentalmente orientati a dimostrare una tesi particolare. Sono stati scritti
diversi libri pseudo-scientifici sulla Sindone dove l’autore fa credere al lettore di
lasciare libera scelta di giudizio, ma invece le cose stanno diversamente. Egli
presenta prima solo pochi argomenti contrari alla tesi che vuole dimostrare e li
critica pesantemente, tralascia poi altri punti importanti, ma che sono contrari alla
propria tesi, e presenta infine gli argomenti che ritiene utili ad avvalorare la propria
tesi.
Anche in questo libro, non sarà possibile presentare in modo completamente
asettico tutti gli argomenti scientifici, senza arrivare a qualche conclusione con
tendenze soggettive, perché ogni uomo giudica con scienza e coscienza. Per
chiarezza, viene subito dichiarato il modo di procedere dell’autore.
Dopo una presentazione generale della Sindone, con alcuni riferimenti storici,
vengono presentati i risultati scientifici ottenuti da più di un secolo di ricerche,
affiancandoli a diversi risultati che l’autore ha personalmente ottenuto. Tali risultati
sono stati ottenuti analizzando materiale proveniente dalla Sindone fornito
1 mirava
1
McCRONE W. C., “Judgement day for the Turin Shroud”, Microscope P. , Chicago 1997.
20
gratuitamente sia da R. Rogers, ricercatore dello STURP
Research Project), sia da G. Riggi di Numana della Fondazione 3M (Milano-
Segrate). L’analisi si è avvalsa anche degli studi di diversi tesisti, che si sono
laureati sotto la guida dell’autore in Ingegneria Meccanica all’Università di
Padova.
Questi risultati verranno presentati in modo da cercare di separare il più
possibile gli aspetti scientifici da quelli religiosi, prediligendo l’oggettività; per
questo motivo molte affermazioni sono accompagnate da note a piè di pagina,
contenenti riferimenti alla fonte bibliografica che riporta il dato o l’affermazione
trattata. A questo riguardo, l’autore si scusa fin d’ora se non richiamerà tutti i
riferimenti che dovrebbero essere menzionati, ma l’estrema ricchezza di libri e di
documenti scientifici sull’argomento richiederebbe spesso di riempire pagine e
pagine di note per poche righe di testo; spesso quindi saranno riportati solo alcuni
esempi di riferimenti bibliografici.
Dato che le prove conclusive sono assai scarse se non nulle, in alcuni casi i
risultati verranno interpretati evidenziando il pensiero dell’autore, ma separando il
più possibile il risultato rigoroso dall’interpretazione soggettiva. Per raggiungere
questo scopo, l’autore farà riferimento non solo alle prove scientifiche, ma anche a
tutte le fonti reperibili riguardanti la Sindone. Ovviamente tali descrizioni saranno
utilizzate solo come aiuto per formare ipotesi in riferimento a fatti oscuri, da
verificare, ove possibile, con future analisi scientifiche specifiche.
Constatato alla fine dei primi 8 capitoli che nessuna prova scientifica porta ad
una conclusione certa sull’autenticità della Sindone, anche perché in questa analisi
la scienza e la tecnica dei nostri giorni evidenziano i propri limiti nell’impossibilità
di riprodurre una simile immagine corporea, l’autore trarrà anche qualche
informazione più generale, attingendo da altre discipline, per arrivare ad una
conclusione personale da un punto di vista non strettamente scientifico, ma
metafisico.
Data la complessità del tema trattato, la discussione viene suddivisa in diversi
capitoli, la cui struttura e posizione non si è rivelata semplice, perché diversi
argomenti richiedono la conoscenza di alcuni fondamenti, che devono essere prima
presentati al lettore. I singoli capitoli possono essere letti separatamente e, per
chiarezza, in certi casi si è preferito ripetere qualche punto fondamentale della
trattazione, evitando noiosi rimandi. Il lettore potrà così avere un’idea generale
dell’argomento e dei problemi ad esso connessi, leggendo un solo capitolo.
Come osservato da M. Carreira nella prefazione, per non perdere di vista il
bosco osservando gli alberi, in appendice 3 viene riportato anche un compendio
della complessa trattazione.
2 (Shroud of TUrin
2
Inizialmente STRP fu poi rinominato STURP (e quindi TUrin).
21
Introduzione
In una trattazione prevalentemente scientifica di un argomento complesso come
quello della Sindone, non è semplice inquadrare il lavoro nell’ambito di uno
specifico settore culturale e fornire le informazioni necessarie alla successiva
discussione in poche pagine, senza essere carenti sotto qualche aspetto, come si fa
normalmente in un’introduzione.
Centinaia di studiosi e di ricercatori da più di un secolo
diversi punti di vista, la Sindone che é oggetto di una diffusa venerazione popolare;
ciò dimostra il grande interesse che questo sacro Lenzuolo ha sempre suscitato su
persone di ogni ceto sociale.
Sono state eseguite indagini dettagliate non solo dal punto di vista medico
3 analizzano, sotto4
(nelle diverse branche: anatomia, patologia, traumatologia, tanatologia, radiologia e
medicina legale), biologico
storico
tessile
dell’esegesi biblica e teologico
sempre non trova risposta certa: la Sindone è autentica?
I numerosi congressi scientifici nazionali ed internazionali, le centinaia di libri e
di articoli sull’argomento, i circa 500.000 siti Internet trovati con le parole chiave
“Shroud of Turin” (Sindone di Torino), i più di 100.000 siti trovati con le parole
chiave “Sacra Sindone”, “Turiner Grabtuch” (tedesco) e “Linceul de Turin”
(francese), nonché la sorprendente multidisciplinarità degli approcci, stanno ad
5, chimico6, fisico7, informatico8, misuristico9, tessile10,11, pittorico12, fotografico13, ma anche numismatico14, della tecnologia15, antropologico16, microbiologico17, palinologico18, geologico19,20, cercando di rispondere ad un quesito che da
3
VIGNON P. 1902; BARBET P. 1965; HELLER J. 1983; ANTONACCI M. 2000, ZUGIBE F. 2005.
4
BAIMA BOLLONE P. L., 2000, ZUGIBE F., 2005.
5
BAIMA BOLLONE P. L., 1983, pp. 169-174; ADLER A. D. pp. 223-228, 1996.
6
ADLER A. D., 2000, 2002; HELLER J. H. & ADLER A. D.,1980; 1981.
7
GILBERT R. Jr. and GILBERT M., 1980; JACKSON et al., Applied Optics, 1984.
8
BALOSSINO N., 1997; G. FANTI, R. MAGGIOLO, 2004; www.Sindone.info/FANTI.PDF
9
FANTI G., MARINELLI E., 2001; FANTI G., FARAON S., 2002 ; FANTI G., Brescia, 2005.
10
FLURY LEMBERG M.: “Un tessuto di preziosità incalcolabile”, 2001, pp. 137-142.
11
COPPINI L., CAVAZZUTI F., 2000; FOSSATI L., Leumann 2000.
12
PICZEK I., “The Professional Arts…”; PICZEK, I. 1991, pp. 1-44; BRESEE R. R..1994.
13
2002 ; HARALICK, R.M., 1983; G. FANTI M. MORONI, 2002;
ENRIE G., 1938; MILLER V. D., PELLICORI S. F., 1981; GUERRESCHI A., SALCITO M.,
14
MORONI M., 1986; WHANGER M.V., WHANGER A.D., 2007.
15
TIMOSSI V., 1933; RAES G,. 1976.
16
FANTI G., MARINELLI E., CAGNAZZO A., 2000; CUNICO A., 1999/2000.
17
MCCRONE W. C., 1999; NITOWSKI E., 1998.
18
FREI M., 1983. 49. DANIN A., WHANGER A. D., BARUCH U., WHANGER M., 1999.
19
KOHLBECK J. A., NITOWSKI E. L., 1986.
20
GHIBERTI G., 1997; PERSILI A., 1988.
22
indicare che effettivamente la Sindone rappresenta un oggetto molto particolare. In
accordo con E. Carreira
pensassimo che questa fosse appartenuta ad un criminale ignoto dell’antico Egitto.
Sarebbe infatti molto strano pensare che un semplice falso, eseguito da un artista
per di più ignoto, susciti tanto interesse.
Dalle innumerevoli ricerche condotte, purtroppo non sempre guidate da esperti
del settore, si sono ottenuti moltissimi dati assai interessanti ed affascinanti, molti
dei quali a favore dell’autenticità ed altri contro
un solo risultato capace di rispondere in forma completa e convincente al quesito
posto. Non tutte le ricerche inoltre hanno portato a risultati concordi
studiosi hanno tratto conclusioni forse con troppa leggerezza o puramente orientate
a dimostrare quello che stavano cercando.
Nel campo delle ricerche sulla Sindone è facile trovare risultati attendibili
mescolati a risultati più discutibili e, di conseguenza, non è facile arrivare a
conclusioni certe soprattutto da parte del lettore non troppo esperto. Lo stesso
autore deve ammettere che alcuni dati scientifici, che ha considerato attendibili nel
passato
discutibili
In questo libro, l’esperienza più che decennale dell’autore viene sfruttata per
vagliare risultati scientificamente attendibili
ancora più discutibili o fondati su supposizioni poco scientifiche.
Il libro, prima di entrare nel dettaglio, presenta nel capitolo 1 in modo sintetico,
per i “non addetti ai lavori”, i problemi, gli esperimenti ed i risultati ottenuti
riguardo alla ricerca multidisciplinare eseguita.
Nel capitolo 2 viene presentata una sintesi storica della Sindone, separando un
primo periodo, meno noto, da un secondo periodo di storia documentata e nel
capitolo 3 si discute il problema della radiodatazione del tessuto mediante il
metodo del carbonio 14
Prima di parlare dell’immagine corporea nel capitolo 5, è necessario anticipare
nel capitolo 4 la discussione riguardante le tracce rosse che risultano di sangue
umano. A partire quindi da questa informazione, vengono presentate le
caratteristiche molto particolari dell’immagine corporea e vengono discusse le
molte prove sperimentali eseguite per tentare di ottenere empiricamente immagini
21, non saremmo così coinvolti negli studi sulla Sindone se22, ma non si è riusciti ad ottenere23, perché molti24, ora dopo anni di studi diretti su campioni e fotografie, gli appaiono più25.26, tralasciando invece quelli che sono27, commentando in risultati dubbi ottenuti.
21
CARREIRA E. comunicazione su ShroudScience del 17 agosto 2007.
22
PESCE DELFINO V., 2000; NICKELL J., 1998.
23
FRACHE G., MARI RIZZATI E., MARI E., 1976, ; HELLER J. H., ADLER A. D., 1980.
24
FANTI G., MARINELLI E. 2000.
25
FANTI G., MARINELLI: “La Sindone Rinnovata …”,2003.
26
G. Fanti, et al. (24 authors), 2005, www.shroud.com/pdfs/doclist.pdf
27
DAMON P.E. et al.., Nature, 1989; BRUNATI E., 1997; BARBESINO F., MORONI M., 1997.
23
simili a quella della Sindone
risultati, nel senso che, a prima vista, l’immagine del volto realizzata è risultata
simile a quella della Sindone
di riprodurre tutte le caratteristiche dell’immagine corporea della Sindone, anche a
livello microscopico.
Viene quindi discusso come possa essersi formata l’immagine corporea
dell’Uomo della Sindone e perchè qualche caratteristica sia effettivamente
inspiegabile ancora oggi dal punto di vista scientifico. Nel capitolo 6 viene
presentata in dettaglio l’ipotesi più verosimile di formazione dell’immagine, che
però non si riesce ancora a realizzare tecnicamente.
Dall’analisi delle caratteristiche dell’Uomo raffigurato sulla Sindone, nel
capitolo 7 si cerca di capire in quale modo egli fosse stato avvolto da cadavere
nella Sindone, arrivando anche ad evidenziare i limiti della Scienza nella capacità
di interpretare i segreti nascosti nella Sindone.
Dopo avere individuato chi è l’Uomo della Sindone, constatati questi limiti
attuali, nel capitolo 9, si arriva ad una conclusione più generale riguardo alla
Reliquia torinese, prendendo spunto anche da testi non scientifici.
Nel capitolo 10, dopo un cenno alle operazioni ed ai risultati relativi
all’intervento del 2002
cinquecentesche e sono state eseguite altre operazioni, vengono trattati i problemi
riguardanti la conservazione del Lenzuolo
risolvere perchè l’immagine corporea possa essere osservata dalle generazioni
future così come la si può osservare oggi.
Affrontate le problematiche principali sulla Sindone nel capitolo 11 è possibile
sintetizzare la storia della ricerca scientifica sul Lenzuolo che logicamente avrebbe
dovuto essere svolta dopo il capitolo 2, ma in questo caso avrebbe obbligato il
lettore ad affrontare fatti non ancora chiariti.
Nel capitolo 12 vengono presentate in dettaglio alcune delle ultime novità
scientifiche, che non sono sempre facili da reperire in bibliografia perché
pubblicate in riviste specializzate; vengono inoltre evidenziati ed analizzati gli
attuali problemi da risolvere, come la spiegazione del meccanismo di formazione
della doppia immagine corporea
Alla fine del libro, nel capitolo 13 viene dato spazio alla discussione riguardante
il futuro della Sindone, sia dal punto di vista della conservazione, sia dal punto di
28. Sebbene fossero stati raggiunti alcuni buoni29, finora nessuna prova sperimentale è stata in grado30, durante il quale sono state eliminate le toppe31. Si discutono i diversi problemi da32.
28
1991; DE SALVO J. A., 1982; JACKSON J. P., 1998; JUDICA CORDIGLIA G. B., 1984.
PICKNETT L., PRINCE C., 1994; DE LISO G., 2002; ROMANESE R., 1939.; VOLCKRINGER
29
CRAIG E. A., BRESEE R. R., 1994.
30
GHIBERTI G., 2002; FLURY-LEMBERG., 2003.
31
ADLER A. D., SCHWALBE L. A., 1993.
32
FANTI G., LATTARULO F., SCHEUERMANN O., 2005.
24
vista delle ricerche scientifiche, che sarà necessario eseguire nel prossimo futuro
per chiarire alcuni aspetti fondamentali; in particolare vengono proposte alcune
ricerche scientifiche possibili, come per esempio l’analisi delle polveri sindoniche
contenenti diverse particelle di origine animale e vegetale.
Come già sottolineato dal giornalista Orazio Petrosillo
eseguite, “paradossalmente sarebbe meno arduo ammettere all’origine dell’impronta
un evento straordinario verificatosi nel sepolcro di Cristo che non ipotizzare, nel
medioevo, l’opera di un falsario-artista, dotato di sovrumane capacità d’intelligenza
per conoscere particolari del tutto ignoti al suo tempo, o il prodotto di un geniale
falsario-assassino, armato di diabolica volontà nel seviziare a morte un individuo
per riprodurre le stesse piaghe procurate dai carnefici a Gesù di Nazareth”.
Scopo di questo libro e quello di presentare una panoramica generale delle
conoscenze scientifiche sulla Sindone. Si vogliono quindi evitare a chi vuole
avvicinarsi all’affascinante analisi dei dati sulla Reliquia, lunghe e non sempre
facili ricerche bibliografiche specifiche, prima di ottenere un insieme di
informazioni utili a conoscere l’Oggetto più controverso dei nostri tempi.
Dopo la presentazione dei risultati oggettivi, e riconosciuti i limiti della Scienza
e della Tecnica, l’autore presenterà il proprio giudizio su questo Oggetto, anche
basandosi su conclusioni che abbracciano altri campi del sapere.
33, in base alle analisi
33
PETROSILLO O., “La Sindone da contemplare”, 1998; “Lectio inauguralis”, 2000.