BRUXELLES – Tra gli obiettivi principali della campagna elettorale
di Salvatore ALbelice, candidato alla Camera per il Popolo della Libertà in Europa, c’è anche il recupero e la valorizzazione dell’informazione italiana all’estero.
Un argomento che il candidato conosce da giornalista
e da direttore del Mensile Ora Italia, ma anche come responsabile
dell’associazione Media Italia Belgio. Sull’argomento, Albelice ha idee
concrete per il futuro di giornali, radio, televisioni e siti web, tutte
volte a "svecchiare" un sistema "vetusto" che non premia realmente i
meritevoli, nel quale non trovano spazio tutti, e che soprattutto, a suo
dire, ha perso di vista l’obiettivo principale, quello cioè, di realizzare
una informazione di servizio, di utilità, una informazione che rappresenti
un ponte fra l’Italia e l’Altra Italia.
"Gli italiani all’estero hanno dentro un coraggio, una passione e una
forza – dice Albelice – che non sono comuni. Sono loro il cuore pulsante
dell’Italia. Sottovalutare le loro necessità e nel contempo le loro
potenzialità può essere lo sbaglio più grande da commettere. Per questo
noi candidati nella Circoscrizione Estero dobbiamo pensare al loro
benessere, non solo economico e sociale, ma anche culturale. Per questo –
sottolinea – mi batterò affinché l’informazione italiana nel mondo non
venga soggiogata da interessi di partito, non si svilisca nelle lobbies,
quelle per intenderci di chi detiene il potere o comunque sta nelle grazie
di chi occupa poltrone di primo piano e costringe altri, altrettanto
desiderosi di fare giornalismo sano, a dover rimanere ai margini".
Per Albelice occorre, prima di tutto, allargare la fetta dei contributi
anche al mondo del web ormai sempre più in primo piano, diretto e
immediato. "Le provvidenze – dice – devono essere date non solo ai
giornali e alle agenzie, ma anche ai siti web. Senza dimenticare
ovviamente le radio. Lo so che questo è stato detto più volte ma nessuno
fin ora ha avuto il coraggio di abbattere quello che è un vero è proprio
muro. I giornali, le radio, le televisioni, e quindi anche il mondo di
internet possono costituire, insieme, una realtà che gli italiani
all’estero saranno capaci di cogliere e recepire nel migliore modo
possibile, e poi riutilizzare come bagaglio di esperienza e di cultura per
far crescere le loro comunità e sostenere a loro modo la nostra Italia.
Chi pensa che gli italiani nel mondo non siano interessati ai problemi
della madrepatria o peggio ancora non ne capiscano le necessità commette
un grosso errore. Diamo in mano ai nostri connazionali gli strumenti per
avvicinarsi al paese di origine, mettiamoli nella condizione di guardare
al futuro con ottimismo".
Quanto al meccanismo "torbido" dei contributi, il candidato assicura che,
se eletto, "non mi farò ingabbiare dalle regole della politica, agirò
secondo coscienza. Voglio prima di tutto lottare per creare una
commissione ad hoc che possa giudicare chi realmente merita di avere i
contributi. La commissione deve essere apolitica, e deve essere composta
da operatori del settore, da coloro che già vivono tutti i giorni sulla
propria pelle il mestiere di giornalisti ed editori italiani nel mondo. Va
premiata la qualità, come contenuti e anche come grafica, nel caso dei
giornali, ovviamente non va penalizzato chi non ha grossi fondi per
realizzare prodotti di alto livello ma che comunque con i pochi mezzi a
disposizione fa comunque un buon lavoro. Piccole e grandi realtà –
sostiene – vanno trattate alla pari, e poi finalmente ci vuole visibilità,
chiarezza. Tutti devono poter conoscere, ogni anno, le cifre percepite da
giornali e agenzie". "Niente di segreto o di nascosto: se domani – cita ad
esempio – un editore o un cittadino vuole venire ad esempio a conoscenza
dei fondi guadagnati da una agenzia, non deve correre il rischio di
trovare la porta chiusa. O ancora tutti devono sapere le cifre che ruotano
intorno a grandi realtà come Repubblica o Corriere della Sera. Fa male
certo sapere che mentre grandi giornali arrivano anche oltre i 20 milioni
di euro l’anno, altri, seppure più piccoli, rischiano di morire".
"La mia – assicura – sarà una battaglia pulita, una lotta fatta unicamente
per difendere gli interessi degli italiani nel mondo, per tutelare la
pluralità di informazione. Mi auguro di trovare sostegno e appoggio in
tanti editori e operatori del settore, perchè da solo non posso farcela,
tutti insieme – conclude – possiamo e dobbiamo migliorare l’informazione
italiana nel mondo".