Gaffe o atto di pirateria ideologica? Fa discutere l’ultima uscita di Luca Cordero di Montezemolo, presidente uscente di Confindustria, perché punge sul vivo il sindacato, dopo la batosta presa alle urne. Ma proprio per questo ancor più da tutelare. È un fatto gravissimo, sottolinea il segretario della Dca Gianfranco Rotondi, alleato col PdL, in quanto il prestigio e la funzione sociale di un’istituzione che rappresenta i lavoratori sono indiscutibili; è inutile e cinico premere l’acceleratore dopo lo sfascio, incrementando il danno con una delegittimazione dell’organigramma. L’esternazione sui “professionisti del veto” non è piaciuta particolarmente alla Lega Nord, la coalizione ad oggi più rappresentativa verso i lavoratori, che per bocca di Roberto Calderoli invita a smorzare i toni, richiamando tutti alla responsabilità. È Maurizio Beretta, direttore generale di Confindustria, a ridimensionare l’inferno scoppiato attorno alle parole di Montezemolo. Ha corretto il tiro e gettato acqua sul fuoco, chiarendo l’esternazione in maniera più appetibile, anche se meno veritiera. “Vogliamo un sindacato autorevole per fare scelte riformatrici, serve un sindacato che sappia tifare per la competitività”, ma non ha commentato le reazioni del mondo politico. Se il dialogo, come diceva proprio l’ex presidente, deve condurre a decisioni assennate, forse qualcosa non ha funzionato.