Via libera ai conti del 2006

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Il Parlamento ha approvato l’esecuzione del bilancio UE per il 2006, il cosiddetto "discarico", compiacendosi dei progressi compiuti verso un utilizzo più efficace degli stanziamenti comunitari. Ma insiste sulla necessità di pubblicare dichiarazioni nazionali per responsabilizzare maggiormente gli Stati membri sull’utilizzo dei fondi UE. Chiede poi la definizione di uno Statuto degli assistenti parlamentari che entri in vigore con la nuova legislatura.

Con 582 voti favorevoli, 77 contrari e 18 astensioni, il Parlamento concede il discarico alla Commissione per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2006. Nella relazione di Dan JØRGENSEN (PSE, DK) che accompagna tale decisione – approvata con 582 voti favorevoli, 49 contrari e 54 astensioni il Parlamento si compiace dei progressi compiuti dalla Commissione «verso un utilizzo più efficace degli stanziamenti comunitari» e della creazione del contesto per un controllo globale che trova riscontro nella dichiarazione di affidabilità (DAS) della Corte dei conti. Si compiace inoltre dei considerevoli progressi compiuti nella gestione degli stanziamenti della politica agricola comune (PAC), in particolare grazie al funzionamento del sistema integrato di gestione e di controllo (SIGC).
 
D’altra parte, il Parlamento accoglie con favore l’impegno della Commissione di presentare una relazione mensile al comitato incaricato del follow up del discarico del 2006, in cui ogni mese un commissario dovrà illustrare gli sviluppi nella propria area di competenza, comprese ad esempio le dichiarazioni nazionali e le sintesi annuali, le azioni esterne e l’attuazione del piano d’azione per il rafforzamento della funzione di supervisione della Commissione nel contesto della gestione condivisa delle azioni strutturali.
 
Dichiarazioni di gestione nazionali
 
Il Parlamento deplora «la tacita accettazione da parte della Commissione della irresponsabilità collettiva della maggior parte degli Stati membri nei confronti della gestione finanziaria dell’Unione europea». Accoglie invece con favore le iniziative adottate in merito da alcuni Stati membri (Paesi Bassi, Regno Unito, Danimarca e Svezia) e invita gli altri a seguire l’esempio.
 
Per tale motivo, si compiace del fatto che la Commissione si sia impegnata ad assicurare «un fermo sostegno politico» alle iniziative nazionali volte a redigere e pubblicare dichiarazioni nazionali, verificate dalle corti dei conti nazionali, e la invita a continuare ad incoraggiare gli Stati membri su questa strada. I deputati, peraltro, si attendono che la Commissione inserisca un nuovo punto concernente la promozione delle dichiarazioni di gestione a livello nazionale, quale parte della sua revisione e del seguito del piano d’azione verso un quadro di controllo interno integrato.
 
Fondi strutturali
 
I deputati si compiacciono del piano d’azione per il rafforzamento della funzione di supervisione della Commissione nel contesto della gestione condivisa delle azioni strutturali, ma annunciano che intendono monitorare da vicino le informazioni trasmesse sul piano d’azione, in preparazione del discarico 2007.
 
L’impegno della Commissione a rettificare «ogni singolo errore» individuato dalla relazione annuale della Corte dei conti è considerato dai deputati «un importante risultato» della procedura di discarico relativa all’esercizio 2006. In particolare l’impegno a rettificare al 100% i casi di gravi violazioni delle procedure per gli appalti pubblici e ad applicare tassi forfetari e rettifiche finanziarie estrapolate ogniqualvolta individui problemi sistemici a livello di appalti. Tuttavia, chiedono alla Commissione di presentare informazioni «obiettive, chiare e complete» sulla sua capacità di recuperare gli importi pagati indebitamente. D’altro canto, sono soddisfatti che la Commissione «si sia finalmente impegnata a sospendere quanto prima i pagamenti a seguito dell’individuazione di gravi carenze del sistema».
 
Azioni esterne
 
Nel ritenere che la Commissione «sia sempre più consapevole dell’importanza della trasparenza, della visibilità e della consulenza politica per tutti i fondi dell’UE nel settore delle azioni esterne», la relazione si compiace dell’impegno del rappresentante dell’ONU in Iraq a migliorare l’informazione in tempo reale alla Commissione.  I deputati, d’altra parte, restano tuttora in attesa dell’elenco degli organismi non soggetti a procedure d’appalto per i contratti ricevuti nel 2006.
 
Il Parlamento, inoltre, accetta la proposta della Commissione di discutere la questione della definizione delle organizzazioni non governative (ONG) non appena saranno disponibili i risultati dell’audit che sta svolgendo la Corte dei conti. Invita poi la Commissione a presentare misure su come migliorare la visibilità dei fondi comunitari quando si attuano gli aiuti esterni attraverso altri organismi e accoglie con favore il suo impegno a mettere a disposizione del Parlamento ulteriori informazioni sui beneficiari dei fondi.
 
Discarico del bilancio del Parlamento
 
Con 597 voti favorevoli, 50 contrari e 40 astensioni, l’Aula ha deciso inoltre di concedere il discarico per l’esecuzione del bilancio 2006 del Parlamento europeo. Adottando la relazione di José POMÉS RUIZ (PPE/DE, ES) – con 563 voti favorevoli, 63 contrari e 5 astensioni – il Parlamento «approva e sostiene il deciso impegno del suo Presidente di assicurare che lo Statuto degli assistenti, che sarà proposto dalla Commissione e approvato dal Consiglio, entri in vigore contemporaneamente allo Statuto dei deputati». A tale fine, invita la Commissione e il Consiglio a cooperare appieno con il Parlamento per garantire che il nuovo Statuto degli assistenti sia adottato «prima delle prossime elezioni europee di giugno 2009».
 
I deputati prendono poi atto che la Corte dei conti ha constatato, «criticandole», carenze nel quadro regolamentare fissato dall’Ufficio di presidenza per le indennità di assistenza parlamentare e che la maggior parte degli importi versati ai membri del Parlamento a titolo di indennità di assistenza parlamentare «non sono stati successivamente giustificati da documenti soddisfacenti». Riconoscono parimenti lo sforzo sostenuto dall’Ufficio di presidenza e dall’amministrazione nel 2007 per ovviare alla situazione e si compiacciono del fatto che per il 2006 l’amministrazione indica di aver ricevuto, alla fine del 2007, più del 99% dei documenti giustificativi.
 
Il Parlamento incoraggia il gruppo di lavoro dell’Ufficio di presidenza sullo statuto dei deputati a presentare le sue conclusioni per consentire di dare rapidamente un seguito adeguato alle osservazioni formulate dal revisore interno nella sua relazione sulle indennità di assistenza parlamentare. Alla luce del lavoro di tale gruppo e nel contesto di una nuova regolamentazione da elaborare da parte degli organi politici competenti, conferma la responsabilità dell’amministrazione di assicurarsi che le indennità di assistenza parlamentare siano concesse «nel rispetto dei principi di sana gestione finanziaria, di legalità e di regolarità».
 
D’altra parte, capendo le difficoltà per armonizzare le indennità con la legislazione sociale e fiscale di ciascuno dei 27 Stati membri, chiede di avviare immediatamente le trattative necessarie con gli Stati membri e lo Stato belga. Esige peraltro che tale operazione «non inibisca l’attuazione parallela di una nuova regolamentazione per le indennità di assistenza parlamentare». Al contempo, ricorda che «assistere i deputati nella loro attività richiede flessibilità e mobilità, e che sta agli stessi deputati illustrare le loro richieste e le loro esigenze nonché esprimersi sul sistema di assistenza che viene loro fornito», mentre il nuovo Statuto degli assistenti «dovrebbe stabilire norme minime in materia di retribuzione e diritti sociali in conformità della legislazione europea vigente».
 
Il Parlamento nota poi che la relazione del revisore interno raccomanda un’evoluzione in due tappe delle condizioni di impiego degli assistenti parlamentari. In un primo tempo, il rapporto contrattuale tra il/gli assistente/i e il deputato verrebbe sistematicamente basato su un contratto d’impiego che utilizza un modello di contratto obbligatorio migliorato. Successivamente, «l’obiettivo sarebbe di integrare gli assistenti nella categoria del personale coperta dal regime applicabile agli altri agenti delle Comunità europee».
 
Il Parlamento prende inoltre atto dell’unanime decisione della Conferenza dei presidenti e dell’Ufficio di presidenza con cui

  • invitano l’amministrazione ad assicurare un’applicazione e un’esecuzione coerente delle norme interne del Parlamento concernenti il rimborso delle spese di assistenza parlamentare;
  • affidano al Segretario generale il mandato di prendere contatto con la Commissione e il Consiglio allo scopo di accertare la possibilità di adottare una nuova serie di norme per gli assistenti dei deputati ricorrendo a un regime contrattuale modificato, salvaguardando il diritto dei deputati di assumere i loro assistenti e determinare indipendentemente il loro livello salariale;
  • incaricano il Gruppo di lavoro sullo Statuto, gli assistenti e il Fondo pensioni dei deputati a valutare urgentemente il funzionamento delle esistenti norme in modo particolareggiato e, vista l’importanza del problema, di presentare proposte sulle modifiche alla normativa che ritenga necessarie.

Insiste, in particolare, sul fatto che il Parlamento dovrebbe concludere contratti quadro esclusivamente con società degli Stati membri specializzate nella gestione degli aspetti fiscali e della sicurezza sociale relativi ai contratti di lavoro. In via temporanea, e cioè fino a che non sarà stata trovata una soluzione permanente, i contratti con i fornitori di servizi devono essere gestiti dagli agenti pagatori negli Stati membri. L’agente pagatore, inoltre, deve essere responsabile per il rispetto dei contratti di prestazione di servizi per quanto riguarda la legislazione fiscale le norme in materia di previdenza sociale dello Stato membro interessato.
 
L’amministrazione deve poi essere messa in grado di dimostrare alla Corte dei conti gli importi che sono stati pagati dai deputati ai loro assistenti, agenti pagatori e fornitori di servizi, precisando le relative condizioni. Mentre «non possono essere assunti parenti dei deputati», il mancato rispetto della legislazione nazionale e delle norme sulle spese e le indennità dei deputati deve comportare automaticamente «la sospensione dei pagamenti e il recupero degli importi indebitamente pagati». Il Parlamento chiede infine che le misure di applicazione dello statuto dei deputati che hanno implicazioni finanziarie siano sottoposte formalmente per parere preventivo alla commissione per il controllo dei bilanci.
 
Background – Cos’è il discarico del bilancio
 
Il Trattato sancisce che «Il Parlamento europeo, su raccomandazione del Consiglio che delibera a maggioranza qualificata, dà atto alla Commissione dell’esecuzione del bilancio. (…)». In altre parole, il discarico è una decisione del Parlamento che riflette le conclusioni raggiunte alla fine di un processo – la procedura di discarico – circa il modo la Commissione europea ha attuato il suo compito di eseguire la spesa autorizzata in bilancio per l’esercizio finanziario. Questo sindacato parlamentare dell’esecuzione da parte della Commissione europea della spesa prevista in bilancio mira a garantire che i fondi siano stati utilizzati secondo il principio della sana gestione finanziaria, ossia in conformità dei principi di "economia", "efficienza" ed "efficacia" :
 
Il rifiuto di concedere il discarico non ha conseguenze giuridiche, ma va considerato una grave sanzione politica.  Negli ultimi vent’anni ciò si è verificato due volte. La prima nel 1984 e l’ultima nel dicembre 1998 con riferimento all’esecuzione del bilancio 1996, quando fu costituito un Comitato di esperti indipendenti incaricato di investigare sulle gravi accuse di cattiva gestione mosse alla Commissione. Dopo la pubblicazione dei risultati dell’inchiesta, la Commissione Santer rassegnò le dimissioni il 15 marzo 1999. La decisione del Parlamento di non concedere il discarico alla Commissione per l’esecuzione del bilancio di un dato esercizio finanziario, tuttavia, non costituisce di per sé una mozione di censura contro la Commissione stessa.
 
La procedura di discarico riguarda anche il Parlamento stesso, le altre istituzioni UE e le agenzie.