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 CONOSCENZE

Sono il prodotto dell’ attività teorica dell’ uomo. Nella scuola, sono ricavate dai risultati della ricerca scientifica. Riguardano quindi il sapere: quello teorico, ma anche quello pratico. In questo secondo senso, sono anche i principi, le regole, i concetti dell’etica individuale e collettiva (valori civili costituzionali, nazionali o sovranazionali) che, nelle Indicazioni Nazionali, costituiscono gli “obiettivi specifici di “apprendimento” della Convivenza civile.

ABILITA’

Sono la condizione e il prodotto della razionalità tecnica dell’uomo. Si riferiscono, quindi, al saper fare, ma anche al sapere le ragioni e le procedure di questo fare. In altre parole, anche al sapere, perché operando in un certo modo, effettuando scelte mirate, non casuali e rispettando determinate procedure si ottengono dei risultati piuttosto di altri.

Nella scuola, le capacità personali degli allievi, grazie alle mediazione delle conoscenze e delle abilità riunite negli “obiettivi specifici di apprendimenti”, diventano Competenze personali.

COMPETENZE

Sono l’insieme delle buone capacità potenziali di ciascuno portate effettivamente al miglior compimento nelle particolari situazioni date: ovvero indicano quello che siamo effettivamente in grado di fare, pensare, agire, adesso nell’ unità della nostra persona, dinanzi all’ unità complessa dei problemi e delle situazioni di un certo tipo (professionali e non professionali) che siamo chiamati ad affrontare e risolvere in un determinato contesto.

Esplicitando ciò che ogni studente, alla fine del Primo ciclo deve sapere (le conoscenze disciplinari e interdisciplinari) e fare (le abilità operative) per essere l’uomo e il cittadino che è lecito normalmente attendersi che sia, a 14 anni, mette in luce come il culturale e il professionale siano occasioni e strumenti per l‘educativo personale e come le conoscenze disciplinari e interdisciplinari (il sapere) e le abilità operative (il fare) apprese ed esercitate non solo nel sistema formale (la scuola), ma anche in quello non formale (le altre istituzioni formative) e informale (la vita sociale nel suo complesso) siano per il ragazzo, davvero formative nella misura in cui effettivamente diventano sue competenze personali.

Ogni competenza è formata dal mix equilibrato di “saper”, “saper fare” e “saper essere”. Mentre il sapere è costituito dall’insieme delle informazioni e delle nozioni, sia di tipo generale che tecnico, possedute dall’individuo, il saper fare è la capacità di metterle in pratica attraverso abilità manuali o concettuali, orientate allo svolgimento di uno specifico compito. Altre capacità "residuali" rispetto alle precedenti e assieme ad esse essenziali al concreto esercizio di una performance lavorativa costituiscono il saper essere. Si tratta di "meta-qualità", ossia di quelle caratteristiche personali del soggetto e di quei processi psicologici e sociali che lo preparano a prestazioni efficaci.

Sapere, saper fare e saper essere interagiscono tra di loro modellando una professionalità che aderisce alle situazioni di lavoro. Ciascuno di questi elementi si serve più frequentemente, anche se non esclusivamente, di certi canali di trasmissione piuttosto che di altri: sono i canali attraverso i quali può essere meglio acquisito dal soggetto. Il saper privilegia la comunicazione scritta e verbale (con un maggior uso nella fase di apprendimento della modalità deduttiva piuttosto che di quella induttiva), il saper fare l’esperienza pratica e la mimesi, e il saper essere l’esempio intenzionale, lo stimolo, la situazione problematica e la simulazione. In eguale misura tutti questi "saperi" utilizzano, inoltre, il canale della comunicazione informale.

Ma le competenze sono sempre legate ad un contesto specifico.

Le conoscenze sono quindi imprescindibili dalle competenze e abilità, non solo nella Scuola ma in differenti ambiti lavorativi.