Ecco perché i comitati parlamentari per gli italiani all’estero devono andare al PdL

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"Al senato Prodi aveva una maggioranza super risicata, eppure alla testa del comitato è stato messo Micheloni. Alla Camera Narducci. E ora che tocca a noi, decidiamo che “per essere generosi”, rinunciamo alla posizione di guida? No, gli italiani nel mondo non sono d’accordo"
Dalla Germania qualcuno ci ha scritto dicendoci, in poche parole, che eravamo diventati matti: “perché avete incensato così tanto Micheloni e Narducci, persone di sinistra”?  E allora? Chi sta a sinistra è fesso per definizione? Assolutamente no. I due si sono distinti per il loro buon lavoro di coordinamento dei comitati, per la loro voglia di fare: le cose bisogna dirle come stanno.

C’è poi qualcun altro, invece, che ha commentato “beh, ma se hanno fatto così bene, perché cambiare strada? Perché nominare due del Popolo della Libertà, se Narducci e Micheloni hanno già esperienza e hanno dimostrato di essere capaci?”.

Questo commento ci ha molto stimolato: in effetti, siamo noi i primi a credere nella meritocrazia, e a sperare che questo tipo di filosofia riesca a entrare alla grande nelle stanze di certi palazzi romani. Lo abbiamo detto su Italia chiama Italia: sì, Micheloni e Narducci hanno lavorato bene. Hanno aperto un cammino, una strada. Strada che, tuttavia, noi crediamo dovrà essere continuata ora sotto la guida di due persone di centrodestra.

Perché? Lo ha già spiegato bene Polizzi: uno dei motivi, è certamente che per due esponenti del Popolo della Libertà sarebbe molto più facile ottenere risultati in un governo di centrodestra. Molto meglio due esponenti del PdL per parlare con il prossimo ministro degli Esteri, Frattini. O vogliamo che certe divisioni di colori politici, fra la Farnesina e i “nostri” comitati, impediscano agli italiani nel mondo di raggiungere i propri obiettivi?

Inoltre, e questo si aggiunge a quanto già pubblicato, il governo Berlusconi ha una grande maggioranza, sia alla Camera che al Senato. Le cose sono cambiate, e di molto. Gli equilibri sono ben diversi. Se poi aggiungiamo che non c’è più nemmeno Pallaro a rompere le scatole, eterna stampella della sinistra, allora capiamo in effetti che questa legislatura per gli italiani nel mondo può essere davvero importante. Non possiamo permetterci di avere i due presidenti dei comitati parlamentari per le questioni degli italiani all’estero di colore diverso da quello del governo del Paese. Dobbiamo seguire un filo logico.

Certi discorsi ci fanno venire in mente Veltroni, che nei giorni scorsi si è lamentato perché Berlusconi, dopo aver vinto alla grande, non ha voluto riconoscere loro la guida di una delle Camere: ma come, i rossi quando hanno vinto per un pelo si sono presi tutto, hanno ancora il presidente della Repubblica dalla loro parte, e pretendono anche lo scranno più alto del Senato, o della Camera? Ma siamo matti? Questa è stata la reazione, giusta, di Silvio.

E anche nei comitati parlamentari per i connazionali vale, per noi, lo stesso ragionamento: al senato Prodi aveva una maggioranza super risicata, eppure alla testa del comitato è stato messo Micheloni. Alla Camera Narducci. E ora che tocca a noi, decidiamo che “per essere generosi”, rinunciamo alla posizione di guida? No, gli italiani nel mondo non sono d’accordo. E chi propone questo in nome di una presunta generosità – che è ben altra cosa – sbaglia, magari in buona fede. E in ogni caso, la generosità non mancherà: anche esponenti del centrosinistra saranno chiamati a far parte dei comitati, così come è successo per quelli di centrodestra nella scorsa legislatura. Così come Alemanno, neosindaco di Roma, ha deciso di fare per gestire la capitale d’Italia: chiederà la collaborazione di persone esperte e preparate, non necessariamente di destra. Ma alla guida di tutto resterà lui, perché il voto dei romani gli ha consegnato questa grande responsabilità.

Con tutto il rispetto, la stima e la riconoscenza che possiamo provare – e proviamo – nei confronti del senatore Micheloni e dell’onorevole Narducci, noi siamo con Fini, quando ha detto senza nessun imbarazzo, dopo essere stato eletto Presidente della Camera, “sono un uomo di parte”, anche se non dimenticherà la parità dei diritti di tutti i parlamentari: eccola lì, la nostra rivincita. Il nostro riscatto. Ed è giusto che sia così. Finiamola con il buonismo, e diamo all’Italia e agli italiani all’estero ciò che hanno chiesto: un Paese guidato dal centrodestra, che sappia correre più veloce, che guardi al futuro, al progresso, alla modernizzazione.

Si ricominci da lì: uomini del PdL a capo delle istituzioni, perché la vittoria è stata grande, perché ce lo meritiamo, perché gli italiani, quelli d’Italia e quelli oltreconfine, hanno votato e vogliono questo. Siamo stati i primi a dire che Narducci e Micheloni han fatto un buon lavoro: siano ora così intelligenti da capire che l’epoca della sinistra è finita, e mettano la loro esperienza e la loro conoscenza a servizio dei comitati, e di coloro che li guideranno.

I comitati parlamentari per gli italiani all’estero vadano al Popolo della Libertà. E’ la sola cosa giusta da fare.