Renato Brunetta a Porta a Porta: “Chi non lavora non mangia”

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Il ministro dell’Innovazione e della Funzione Pubblica: colpire “i fannulloni assenteisti che nella Pubblica Amministrazione sono il doppio del settore privato”

 

ROMA – Renato Brunetta, ministro dell’Innovazione e della Funzione Pubblica,  nel discorso d’inaugurazione del Forum della P.A. alla Fiera di Roma, ha detto che i "dipendenti fannulloni" "vanno semplicemente licenziati". Una posizione netta, ribadita più tardi anche nel corso della puntata di ieri di Porta a Porta, dove ha aggiunto: "Colpirne uno per educarne cento. Chi non lavora non deve mangiare, il sistema pubblico deve essere equiparato a quello privato premiando chi lavora bene e licenziando chi non lo fa. Bisogna puntare sugli incentivi come accade nelle aziende private".

Prende a modello il sistema adottato da Mao Tze Tung il neo ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta per affrontare il tema degli statali ‘fannulloni’. Il metodo efficace e’ quello del bastone e della carota. "Il bastone -spiega Brunetta a Porta a Porta –  sono i licenziamenti: le regole ci sono gia’, perfino piu’ dure del settore privato, si puo’ licenziare ridando responsabilita’ ai dirigenti e alle gerarchie". Quanto alla ‘carota’, Brunetta parla di "incentivi e premi a chi lavora bene: nel settore pubblico questo quasi mai succede; se il settore privato fosse senza incentivi come il pubblico le aziende chiuderebbero subito". Inoltre, per il neo ministro, serve concorrenza "ci vogliono sanzioni, e bisogna cominciare a privatizzare pezzi della pubblica amministrazione oppure metterli in concorrenza".

Il ministro, nel salotto di Vespa, ribadisce di voler colpire "i fannulloni assenteisti che nella Pubblica Amministrazione sono il doppio del settore privato". "Non è possibile che non ci sia neanche un licenziamento e neanche la cassa integrazione", ha rincarato.

Secondo Brunetta, già ci sono le leggi che consentono di prendere questi provvedimenti. Strumenti "che non sono mai stati utilizzati. Ma il clima è cambiato. E’ un miracolo che la Pubblica Amministrazione ancora stia in piedi non avendo strumenti come incentivi e disincentivi, premi e punizioni. In queste condizioni un’azienda privata avrebbe già chiuso". Le parole d’ordine saranno trasparenza, valutazione e benchmarking.

E per il reclutamento del personale, Brunetta non ha dubbi: "Dovrà prevalere la selezione dei migliori, ridando alla dirigenza pubblica il potere disciplinare. Ma saranno i dirigenti i primi ad essere valutati". In questo piano per l’efficienza della Pubblica Amministrazione il nuovo ministro ha chiesto anche la collaborazione dell’opposizione, "perché far funzionare la P.A. non è né di destra né di sinistra.

"Non penso di essere Napoleone, ma un professore bravo che da trent’anni studia queste questioni e penso di avere la necessaria umiltà per fare bene", prosegue Brunetta secondo il quale gli strumenti per il cambiamento sono il federalismo, la banda larga e l’Ict. "Le pubbliche amministrazioni – sottolinea – sono un miracolo, forniscono prodotti ‘subottimali’, devono invece comportarsi come un girasole: orientarsi ai bisogni di cittadini e imprese".

Brunetta ha sottolineato anche la necessità di mettere in concorrenza il settore pubblico col privato. Bisogna "pagare una volta sola, non si può pagare con le tasse e poi ripagare perché i servizi non funzionano".

Il segretario generale della Cisl Luigi Angeletti, anch’egli ospite di Vespa, difende chi si ammala davvero, e nello stesso tempo è d’accordo sul fatto che gli abusi vanno eliminati e puniti:  “Noi cerchiamo di difendere le persone che si ammalano davvero e che lavorano ma allo stesso cerchiamo di eliminare gli abusi". "Abbiamo fatto accordi per sanzionare le persone malate che non si fanno trovare”, sottolinea. “Se il 20% dei dipendenti si ammala in un’azienda privata ci si preoccupa, se invece un sindaco o un presidente di regione ha bassa produttivita’, assenteismo patologico, i soldi gli arrivano lo stesso", ha aggiunto Angeletti. Per Angeletti l’assenteismo e’ un "male profondo" e ipotizzando una riduzione delle consulenze nella Pubblica amministrazione dice che le attivita’ svolte dai consulenti dovrebbero essere date ai dipendenti, professionalmente preparati, che sarebbero disposti e motivati.

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