Finalmente un Commissario italiano che esige per l’Italia il livello che le compete in sede europea

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La svolta non è nazionalista è di cultura ! Peccato il titolo un po’ pasticcione dell’articolo che non tiene conto della dimensione comunitaria della lingua e della cultura italiana che si vorrebbe occultare e cancellare privando, in tal modo, i cittadini europei di una parte fondamentale del patrimonio culturale europeo.

L’Europa, sul piano politico e culturale, non si può costruire sulla base delle lingue mondiali che sono diventate tali sulla scia del colonialismo che il XX secolo ha condannato e definitivamente concluso. L’Europa, se vuole esistere e crescere nel cuore e nello spirito dei cittadini europei, deve costruirsi sulle sue naturali basi linguistiche e culturali, quelle esistenti all’interno delle sue frontiere, rispettosa della propria specifica civiltà, dei propri costumi e tradizioni. In quest’ambito, il tedesco e lo spagnolo risultano anch’esse veicoli di cultura di fondamentale importanza.

Anna Maria Campogrande