Dalla scrivania di Rick Davis, dirigente della campana elettorale di John McCain, candidato del partito repubblicano alle prossime presidenziali americane, arriva un lettera circolare con data 20 maggio 2008 avente per oggetto la parola reckless, ovvero sconsiderato, irresponsabile. Leggendo la prima riga della lettera apprendiamo che l’irresponsabile in questione è Barack Obama, considerato tale per le sue dichiarazioni in politica estera.
Infatti il senatore Obama ha manifestato il proposito di incontrare direttamente il presidente dell’Iran, Ahmadinejad, per discutere il programma nucleare. Rick Davis scrive che la gonfia retorica non convincerà l’Iran a rinunciare al suo programma nucleare, e che è semplicemente sconsiderato per il presidente degli USA accettare un incontro diretto con il leader dell’Iran, il più grande stato al mondo sostenitore del terrorismo, perché questo renderebbe legittimo un regime che vuole l’estinzione dello stato d’Israele e che è responsabile della morte di tanti americani.
E, sempre secondo Rick Davis, il senatore Obama vorrebbe anche incontrare, senza condizioni, i capi di regimi oppressivi come quello di Cuba, dove il regime dei Castro, prima Fidel ed oggi il fratello Raul, pone forti limiti alle libertà di espressione, associazione, assemblea, movimento e parola. Inoltre questo regime manifesta continuamente odio contro gli USA, e tuttavia il senatore Obama vorrebbe tenere incontri senza condizioni. Sarebbe bello un mondo senza nemici, ma non è quello in cui viviamo, e fino a che Obama non accetta questo punto, è lecito mettere in dubbio le sue capacità di giudizio e la sua determinazione a mantenere la sicurezza in USA.
Lo stesso dubbio emerge per le sue posizioni sulla guerra in Iraq. Se fosse eletto, infatti, il senatore Obama ritirerebbe subito le truppe dall’Iraq, senza tener presente la situazione di quello stato ed il parere dei capi dell’esercito. Francamente, aggiunge R. Davis, è una posizione irresponsabile che di nuovo mette in discussione le capacità di Obama ad essere il comandante in capo degli USA. La ritirata prematura dall’Iraq farebbe sopravvivere AlQaeda, provocherebbe tensioni e genocidi e destabilizzazione nell’intera regione. Inoltre l’Iran considererebbe il ritiro come una sconfitta americana e pertanto crescerebbe troppo la sua influenza in Medio Oriente. Tuttocciò trascinerebbe gli USA in una guerra più ampia e difficile, con gravi e pericolose conseguenze per il futuro.
John McCain crede che l’America abbia sì bisogno di cambiamenti, ma tali che non favoriscano Hamas, che non siano una resa in Iraq, e che non siano incontri senza condizioni con il presidente dell’Iran.
Tutto questo da parte di John McCain e Rick Davis, in attesa di risposta da parte del candidato certo del partito democratico per le prossime elezioni presidenziali USA.