Senza Sconti

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Strumentalizzazioni o sentenze per direttissima, il risultato non cambia. La rissa è servita.

Sei giovani di Forza Nuova aggrediscono un gruppo di studenti universitari dei collettivi di sinistra con mazze chiodate e bastoni, dopo essere scesi da due auto. Atto barbaro e incivile? Spedizione punitiva di matrice neofascista, follia di pochi invasati, o altro ancora? Se le parole non fanno chiarezza, occorre analizzare i fatti: i fermati sono tutti elementi già noti alle forze dell’ordine, da Giuseppe Mercuri a Emiliano Marini, fino a Martin Avaro, coordinatore provinciale di Forza Nuova e responsabile della sezione Piazza Vescovio. Il raid di via De Lollis è solo l’ultimo di una serie di episodi sconcertanti, e come spesso accade spunta una fotografia che getta ombre sull’intera vicenda. Era appena esploso il caso politico, il Pd e l’opposizione avevano chiesto al governo di riferire in Parlamento, il Ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini aveva sollecitato al Rettore della Sapienza una relazione sui disordini, quando l’immagine ha fatto la sua comparsa. E i lupi son diventati angioletti. Spariti i tirapugni, le croci celtiche, i cacciavite, la premeditazione, ha preso piede il rimpallo delle accuse. Il leader di FN, Roberto Fiore, ha puntato il dito contro i presunti angariati, sostenendo che in realtà avrebbero loro acceso la miccia, impedendo l’affissione di alcuni manifesti, ferendo due militanti e distruggendone le automobili. Frittata voltata come il più esperto degli chef, ma il tribunale non fa sconti, e nonostante i punti oscuri sulla dinamica convalida il fermo per i sei identificati, tre dei quali in custodia cautelare presso il domicilio, tre il libertà poiché incensurati. Il giorno 2 Luglio si ritroveranno al processo per direttissima per rissa aggravata e lesioni. Secondo il sindaco Gianni Alemanno “quando si costruiscono teoremi politici su una zuffa tra giovani, si apre un varco e si armano le contrapposizioni ideologiche”. Con tutti i rischi del caso, in special modo se a pronunciare parole improponibili come fascismo e nazismo sono ragazzi poco più che adolescenti, o adulti (in apparenza) assennati. Nessuno abbassi la guardia, ma neppure si demonizzi l’intero movimento giovanile, per un gruppo di fanatici fuori dallo spazio e dal tempo, ha concluso il sindaco di Roma. I soliti noti, intanto, parlano di istigazione, spettri degli anni Settanta, cultura della violenza coatta. Il coro degli studenti si leva sempre più alto, e il sarcasmo non risparmia nessuno: la Repubblica di Topolinia fa affidamento sul commissario Basettoni, i manganelli di Scajola, la verve del rudo blues di Napoli, Chianciano e Pianura, le quartine di “A (pier)Silvia” e le rime baciate dei prosatori retequattrini. Un gospel dissenziente si alzerà per default, dopo qualunque reazione, provvedimento, opinione, suddetto editoriale compreso. La critica è come la curiosità; sta alla base dello sviluppo intellettuale, quando è limpida e senza pregiudizi.