Chiesto l’arresto per Nicola Di Girolamo, senatore del Pdl

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Il gip di Roma ha chiesto gli arresti domiciliari per Nicola Di Girolamo: i capi d’accusa variano dal falso all’abuso d’ufficio

ROMA – Da ciò che noi stessi, di Italia chiama Italia, vi avevamo raccontato, c’era da aspettarselo. Sul caso Di Girolamo, avevamo sentito diversi parlamentari eletti all’estero, e il quadro generale che ne era venuto fuori non prometteva niente di buono.

E’ il primo caso grave portato davanti alla nuova giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato. Sono infatti stati chiesti gli arresti domiciliari per il senatore del Pdl eletto all’estero, Nicola Di Girolamo. Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Luisanna Figliolia.
 
Il senatore Nicola Di Girolamo (dal sito del Senato)

Di Girolamo, eletto nella circoscrizione Europa, a metà maggio è stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma su presunte irregolarità nel voto all’estero. Al senatore, si legge nell’ordinanza emessa il 7 giugno su richiesta del pubblico ministero e per competenza trasmessa alla Giunta delle elezioni del Senato, il giudice per le indagini preliminare attribuisce a Di Girolamo «un ruolo criminale» e per questo chiede alla Giunta l’autorizzazione a procedere con la misura cautelare degli arresti domiciliari.

GRAVE QUADRO INDIZIARIO – Le ipotesi di reato con cui si era avviata l’indagine su De Girolamo erano violazione della legge elettorale e falso in atto pubblico perchè «sprovvisto» dei requisiti della residenza all’estero al momento della candidatura. Ora, nella richiesta di autorizzazione alla giunta, il gip spiega che «gli esiti delle complesse indagini coordinate dalla Procura hanno consentito di raccogliere un compendio indiziario di particolare gravità a conferma delle ipotesi accusatorie formulate nei confronti degli indagati e con specifico riferimento al ruolo criminale svolto da Di Girolamo». L’ordinanza è stata inviata alla Giunta di Palazzo Madama lunedì scorso (il 9 giugno) ed è già stata messa all’ordine del giorno di martedì 17. Essendo infatti Di Girolamo un membro del parlamento, spetta alla Camera di appartenenza dare l’autorizzazione a procedere. Quindi la misura per ora rimane sospesa in attesa di quello che deciderà il Senato.

IMPUTAZIONI – Questi i capi d’imputazione verso il senatore Nicola Di Girolamo elencati nell’ordinanza di custodia cautelare del gip: aver attentato ai diritti politici dei cittadini; falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla sua identità; falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici determinata dall’altrui inganno; concorso in falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici; concorso in falsità in atti destinati alle operazioni elettorali determinata dall’altrui inganno; concorso in abuso di ufficio; falsità in atti destinati alle operazioni elettorali; false dichiarazioni sulle sue generalità (rese in corso di interrogatori davanti al pm davanti al quale, è scritto nell’ordinanza, avrebbe ribadito la «falsa» residenza). Nella richiesta di autorizzazione a procedere il gip Figliolia osserva che «le condotte ascrivibili a Di Girolamo appaiono di allarmante gravità» e che «il predetto, in spregio alle istituzioni e senza alcun rispetto per il corpo elettorale e per i diritti politici del cittadino, con una serie incredibile di inganni, ha impedito di fatto che gli elettori potessero manifestare le proprie scelte essendo stati indotti in errore» circa «la legittimità della candidatura» di Di Girolamo. «Al fine di potere eseguire la misura cautelare- scrive il magistrato- si chiede quindi al Parlamento l’autorizzazione all’arresto dell’indagato». Anche perchè, si legge ancora nel documento, «esiste il pericolo di reiterazione dei reati» per i quali è stato disposto l’arresto per Di Girolamo.

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