A più di trent’anni dal lancio, la sonda esce dalla zona di influenza solare e si allontana nello spazio interstellare
Per il Voyager 2 è finito il lungo viaggio nel Sistema solare finisce e ne inizia un altro ancora più promettente di nuove scoperte: oltre i limiti del cosidetta eliopausa.
L’azione del vento solare, che gonfia una sfera di plasma all’interno del gas interstellare chiamata eliosfera, si estende fino a 15 miliardi di chilometri dal Sole, si estende. L’eliosfera finisce all’eliopausa, dove il vento solare passa da velocità supersonica a velocità subsonica, provocando un’onda d’urto terminale che comprime il plasma in un muro di idrogeno caldo. All’esterno del muro, il moto supersonico del vento provoca una cosiddetta onda di prora (bow shock).
Dal 31 agosto 2007, la sonda Voyager 2 ha attraversato più volte il confine dell’eliosfera. Questo attraversamento multiplo è stato possibile perché il confine non è netto ma frastagliato e fluttuante. Così, come in un viaggio tra due paesi i cui confini si incuneano l’uno nell’altro, la navetta ha potuto uscire ed entrare più volte, permettendo così di raccogliere molti dati su questa zona turbolenta. Dato che l’analizzatore di plasma del Voyager 1, che ha seguito con quattro anni di anticipo la rotta di Voyager 2, è stato inattivo per molto tempo, è la prima volta che si ottengono dati di prima mano sulle onde di plasma, sui campi magnetici e sulle particelle ad alta energia che si trovano sul confine del Sistema solare.
Le osservazioni dei due Voyager ci insegnano che l’eliopausa è molto complessa e rimangono molti dubbi sulle sue proprietà. Dovranno passare ancora molti anni prima di avere ulteriori dati diretti ma alcune delle domande potranno trovare una risposta utilizzando le osservazioni compiute in remoto dall’interno del Sistema solare.
Sul numero 454 di "Nature" (3 luglio 2008) c’è un dossier completo sull’argomento.