Di (In)Giusta Casta

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Per rabberciare i buchi nelle tasche degli italiani, gualcite dal costo della vita e squarciate da un’inflazione a lama di rasoio; per sopravvivere alla pressione, ai balzelli, al caro-mutui, alle angosce, ai tranelli finanziari, ogni giorno le squadre di governo studiano, approntano, e a volte persino vagliano provvedimenti pensati all’uopo. Lo scopo dichiarato è alleggerire il fardello che grava sulle spalle dei contribuenti, sradicare l’inquietudine alle famiglie e ai singoli, invischiati nella ragnatela di prestiti crediti debiti lievi prelievi scatti riscatti tassi variabili quandoglipare. Le multe inflitte alle banche per le operazioni a danno dei clienti sono state accolte dagli istituti stessi con una smorfia di sufficienza, un sorriso neanche troppo smorzato, ché rappresentano un deterrente inferiore a qualunque soglia minima. La benzina fa notizia non tanto per l’incremento al litro, pressoché quotidiano, ma quando subisce “un freno” da parte degli organi di controllo: due centesimi di generosità. A condizione che lo si pubblichi in prima pagina, in neretto o a caratteri cubitali. Giornali, riviste e servizi tv, riempiono gli approfondimenti su vantaggi e rimborsi, ma nonostante risuonino le fanfare, le Associazioni dei Consumatori e questi ultimi in sé, rimangono sempre in apnea. Che l’italiano medio sia incontentabile è scritto nei libri della Genesi, ma che tal vezzo sia anche prodotto da esportazione, rasenta il ridicolo. Eppure, persino al Parlamento Europeo, i politici italiani sono i meglio pagati, e nei patrii confini i più scontenti, litigiosi, neghittosi e assenteisti. Per tradizione. Risse, pennichelle, ingiurie e voti al posto dei colleghi sono scene consuete: come legittimarle con la scelta di compensi vertiginosi? Se il netto annuo pro-capite di un politico nostrano, senza rimborsi spese, privilegi e indennità, si aggira attorno ai 144.000 euro, per quale ragione il collega lussemburghese, per mansioni equivalenti sulla carta, sui protocolli e di fatto, ne percepisce soltanto 66? Al secondo posto in questa graduatoria dell’oscenità figura l’Austria, con buste “pesanti” centoseimila euro, al terzo l’Olanda, con ottantaseimila. Seguono paesi come Germania, Irlanda e Gran Bretagna, dove il flagello della popolazione non ha l’indirizzo del fisco, il tenore di vita e gli stipendi sono nettamente superiori, e i falsi moralismi sono (spesso ma non sempre) banditi dal codice etico. Non c’è giustizia nella disparità, nemmeno quando giustifica introiti faraonici con la favola della “missione”. Da noi, servire lo Stato, è un obiettivo lucroso, un mestiere di nicchia, un incarico a vita.