AIDS/HIV: promuovere la diagnosi precoce e il tempestivo trattamento

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Il Parlamento chiede una strategia volta a promuovere la diagnosi precoce e il tempestivo trattamento dell’HIV, garantendo l’accesso ai test e un accurato monitoraggio. Sollecita inoltre una strategia di riduzione dell’infezione e campagne d’informazione e di educazione sulla prevenzione. Auspica poi raccomandazioni sull’attuazione delle sperimentazioni e chiede ai governi di dichiarare illegale le discriminazioni contro le persone affette dal virus, come le restrizioni alla libera circolazione. 

Approvando con 480 voti favorevoli, 4 contrari e 10 astensioni una risoluzione comune sostenuta da tutti i gruppi politici (eccetto IND/DEM), il Parlamento europeo invita il Consiglio e la Commissione a formulare una strategia sull’HIV al fine di promuovere la diagnosi precoce e la riduzione degli ostacoli alla sperimentazione nonché di garantire un tempestivo trattamento e la comunicazione dei relativi benefici. 

Sottolineando che l’HIV/AIDS è una malattia trasmissibile «e vi è quindi un rischio di contagio provocato dalle persone infette non diagnosticate» i deputati invitano la Commissione e gli Stati membri a garantire l’accesso al test, «che deve restare libero e anonimo». Chiedono inoltre alla Commissione di garantire un accurato monitoraggio e una stretta sorveglianza da parte del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, tra cui stime più precise (quantità, caratteristiche, ecc) della popolazione non diagnosticata, «rispettando la riservatezza e la protezione dei dati personali». Dovrebbe anche impegnare «sostanziali risorse politiche, umane e finanziarie per sostenere l’attuazione di tale strategia». 

Osservando che l’infettività dell’HIV «aumenta notevolmente in presenza di altre malattie a trasmissione sessuale (ad esempio gonorrea, clamidia, herpes e sifilide)» e che l’epidemia tra i consumatori di droghe iniettive «è una delle cause della rapida diffusione dell’infezione da HIV in numerosi paesi dell’Europa orientale», il Parlamento invita poi la Commissione ad elaborare una strategia di riduzione del rischio dell’HIV/AIDS incentrata sui gruppi vulnerabili e ad alto rischio. Sollecita poi gli Stati membri a rafforzare le campagne d’informazione e di educazione sulla prevenzione, la sperimentazione e il trattamento del virus HIV/AIDS. 

Il Consiglio, inoltre dovrebbe incaricare la Commissione di elaborare raccomandazioni sull’attuazione di sperimentazioni ed orientamenti in materia di trattamento fondati su dati comprovati in ciascuno Stato membro, nonché di garantire che, in futuro, il monitoraggio dei progressi nella lotta contro l’HIV/AIDS in Europa e nei paesi vicini comprenda indicatori che riguardano e misurano direttamente le questioni legate ai diritti umani nel contesto dell’HIV/AIDS. 

Infine, il Parlamento invita gli Stati membri a porre in essere disposizioni in virtù delle quali la discriminazione contro le persone che vivono con l’HIV/AIDS, comprese eventuali restrizioni alla loro libertà di circolazione, «sia effettivamente dichiarata illegale nelle loro giurisdizioni». 

L’AIDS e l’HIV nel mondo e in Europa 

Secondo i dati forniti dall’UNAIDS, dall’inizio dell’epidemia, nel 1990, nel mondo sono morte circa 27 milioni di persone a causa dell’AIDS. Nel 2007, 33 milioni di persone vivevano con l’HIV (di cui 2 milioni di bambini), sono state rilevate 2,7 milioni di nuove infezioni, mentre circa 2 milioni di persone sono decedute a causa dell’AIDS. Il tasso di nuove infezioni si è ridotto in molti paesi ma, su scala mondiale, questa tendenza è stata parzialmente compensata con l’aumento registrato in altri paesi. L’HIV colpisce «in maniera sproporzionata» i consumatori di droghe iniettabili, gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini e i/le professionisti/e del sesso.


Con 22 milioni di persone, nel 2007, l’Africa sub-sahariana ospita il 67% di tutte le persone che nel mondo vivono affette da virus dell’HIV e il 90% dei bambini che vivono con l’infezione; sono state rilevate circa 2 milioni di nuove infezioni e 1,5 milioni di persone sono decedute a causa dell’AIDS. In Asia e nel Sudest asiatico vivono più di 4 milioni di persone infettate, 330.000 persone hanno contratto il virus nel 2007 e altrettante sono morte di AIDS.
 

In Europa occidentale e centrale, le persone che vivono con l’HIV sono stimate in 730.000, le nuove infezioni registrate nel 2007 ammontano a 27.000 e i decessi a causa dell’AIDS sono stati circa 8.000. Le relazioni dell’EuroHIV e dell’UNAIDS confermano che il numero di nuovi contagi HIV continua a crescere «ad un tasso preoccupante» nell’Unione europea e nei paesi vicini e che in alcuni paesi il numero di persone che si stima siano contagiate dall’HIV «è di quasi tre volte superiore alle cifre ufficiali». D’altro canto, nonostante l’aumento del numero di infezioni da virus dell’HIV, si registra una costante diminuzione del numero di casi di AIDS, con un calo nell’Unione europea, del 40% nel 2006 rispetto al 1999. 

L’AIDS e l’HIV in Italia (fonte: Ministero della salute/ISS)

Nel nostro Paese, dall’inizio dell’epidemia ad oggi, si sono registrati 59.500 casi di Aids, tra questi i decessi sono stati 35.300. Dal 1995, anno del picco dell’epidemia, ad oggi si è passati dai 5.600 casi di malattia conclamata ai circa 1.200 attuali. Ciò ha portato ad un aumento della prevalenza di persone che vivono con una diagnosi di AIDS: ad oggi se ne stimano circa 24.000. Stessa situazione si rileva per i sieropositivi, nei quali sono comprese anche le persone affette da AIDS, che si stima siano oltre 120 mila. Questo numero tende ad aumentare lievemente, in quanto ogni anno si verificano circa 3.500-4.000 nuove infezioni che si vanno a sommare alla gran parte di quelle acquisite negli anni precedenti: l’aumento della sopravvivenza delle persone sieropositive comporta, anche in questo caso, un aumento del numero di infetti a livello del territorio nazionale.

I dati evidenziano anche un cambiamento delle caratteristiche delle persone infette o con AIDS: diminuiscono i tossicodipendenti mentre aumentano le persone che hanno acquisito l’infezione per via sessuale (sia etero che omo/bisessuale) e gli stranieri. Nel 1997 la percentuale dei casi di Aids era infatti costituita per il 58,1% da tossicodipendenti e per il 20,7% da contatti eterosessuali e per il 15% omo/bisessuali. Nel 2007 i casi tra i tossicodipendenti sono diminuiti al 27,4% mentre i contatti eterosessuali sono passati al 43,7% e quelli omo/bisessuali al 22%. Aumenta anche l’età delle persone colpite, che, per i casi di AIDS, ormai supera i 40 anni in media.

Per quanto riguarda l’andamento della mortalità si conferma il picco del 1995 con 4.581 morti per AIDS mentre a partire dal 1997 si inizia a registrare un progressivo decremento delle morti fino all’attuale stima per l’anno 2007 di circa 200 decessi. 

Link utili 

Sito della Commissione europea sull’AIDS