Nel 2007 scrivevo un articolo, di seguito riportato con un link, in cui lamentavo una situazione socio-economica nazionale e locale che concede pochi spazi ai giovani. In altri spazi chiedevo anche l’inserimento delle quote giovani o quote verdi. Ero, e lo sono, critico nei confronti del governo locale, benché sia doveroso dire che sono state compiute anche azioni positive, ma rimango comunque dell’idea che, come afferma Massimo Cacciari, per una buona gestione serva maggiore potere, anche propositivo e decisionale, collegiale, ma ovviamente bilanciato da efficienti organi di controllo e da una sempre maggiore trasparenza politica e partecipazione popolare. Ovviamente non posso essere a favore di questo Governo nazionale, che con la legge Gelmini, il lodo Alfano e la legge "bavaglio", orienta decisamente l’operato politico nazionale lontano dai principi costituzionali che tutelano i diritti di tutti.
L’anno scorso il giornalista Giovanni Floris ha scritto un bel libro, Mal di merito, in cui parla di gerontocrazia, nepotismo, mancata meritocrazia e immobilismo sociale, non solo con dati, ma anche riportando esempi di vita concreti, storie di persone, descrivendo in questo modo i mali che affliggono l’intera Italia. Oggi la "riforma" della scuola ha risvegliato gli animi e colpito tutti gli strati della popolazione, ma in modo particolare ha "riscoperto" le problematiche di una gioventù che ha difficoltà ad inserirsi, neanche affermarsi, nel mondo lavorativo. La puntata di Anno zero di ieri, 20/11/2008, ha ulteriormente "scandagliato" la miscela di nepotismo e gerontocrazia che immobilizza l’Italia, e l’inquietudine dei giovani intervistati è parsa addirittura commovente, come quella dei migliori romanzi ottocenteschi, se non fosse che è tragicamente reale. Il prof. Rodotà, nella puntata di Ballarò del 18/11, ha chiarito bene qual’è il concetto di futuro che adesso concepiscono gli italiani e i giovani in particolare, ovvero il futuro prossimo della quarta settimana del mese. In questa generale confusione, risultano positive le azioni dei giovani contestatori della legge Gelmini e le proposte, da parte di alcuni, a livello nazionale, dell’inserimento di quote verdi, posti riservati ai giovani, nelle sedi istituzionali. Non è possibile che la formula "status quo", indipendentemente dal suo "ante" sottinteso, si riferisca costantemente ad equilibri del presente. Vi lascio alla lettura dell’articolo che avevo scritto per esprimere il mancato collegamento tra i giovani e la nostra democrazia.
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C.R.