Fin da quando me lo ricordo ogni anno in questo periodo il discorso dei preti e affini si assomigliano molto: “bisogna riscoprire il vero senso del Natale”. “Bisogna non vivere un Natale consumistico”. L’IPOCRISIA DEL NATALE
Ma poi arriva la grande crisi, il crollo delle borse, le casse integrazioni, i soldi che finiscono prima, le tasse che aumentano e i mutui che fluttuano. Cambiano le abitudini, cambiano le scelte, e immancabilmente cambia il Natale.
E’ possibile fare Natale anche senza esibire luminarie stile Las Vegas?
Pare proprio di si. All’inizio era la posizione di qualche fanatico pacifista o ambientalista, gesto fatto in modo provocatorio che come tale restava solo un fatto di cronaca poco più che locale. Poi è stata la scelta di qualche amministrazione comunale chiamata a far quadrare i conti, soprattutto a causa dei tagli delle finanziarie ai comuni, e come tale le migliaia di euro per quelle luci così appariscenti ma poco produttive se non per il sollazzo degli abitanti. Arrivata la grande crini finanziaria dei mercati e quindi delle vendite è stata la volta dei commercianti che in molte parti delle nostre città sono i coloro che garantivano a livello economico (visto che chi ci guadagnava erano proprio loro) questa tradizione natalizia post industriale.
La super novità è che la scelta viene fatta anche da un Centro Commerciale, tempio delle luci e delle apparenze, non solo come scelta economica, ma anche ambientale. Cifre? Solo la catena italiana di supermercati “Il Gigante” si risparmieranno 223.000 KWh di elettricità equivalenti a circa 146 tonnellate di CO2 emesse nell’atmosfera. La domanda sorge spontanea: quale scelta è più natalizia?
Ma la recessione è di quelle che lasciano il segno e quindi ci si chiede ancor di più: è possibile spendere meno per i regali di Natale? (visto che la battaglia del regalo intelligente è stata persa da anni…)
L’ultimo smacco al natale tradizionale sarà per molti a tavola, dove dovranno rinunciare alle molteplici portate, al tutto pronto, per una serie di cene, pranzi, in famiglia, piccola, allargata, moltiplicata, ma solo un “comune” pranzo da festa dove stare a tavola con le persone a cui vuoi bene, senza correre, senza scappare, senza dover far altro.
Forse ha ragione chi continua a dirci che dobbiamo essere positivi, che non dobbiamo cadere nella logica del pessimismo: no, non sarà un Natale più povero, anzi forse sarà lì’occasione per dire a molti che non se ne sono mai accorti nella loro vita “vedi, questa è l’atmosfera del Natale”.
E un bambino nasce…sorride.