Istituzioni UE più trasparenti: migliorare l’accesso dei cittadini alle informazioni

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 Il Parlamento chiede nuove iniziative per una maggiore apertura e trasparenza delle Istituzioni UE.


 Occorre quindi migliorare l’accesso del pubblico ai documenti (semplificando e poi unificando i registri) e la pubblicità dei lavori del Consiglio ed elaborare una legge UE ambiziosa sulla libertà d’informazione. Propone poi di pubblicare sul web informazioni complete su attività, frequenza e indennità degli eurodeputati, nonché sui lavori di tutti gli organi parlamentari. 

Approvando con 355 voti favorevoli, 195 contrari e 18 astensioni la relazione di Marco CAPPATO (ALDE/ADLE, IT), il Parlamento sottolinea anzitutto che «l’importante sentenza» della Corte di giustizia nella causa Turco (ex eurodeputato) «rafforza ulteriormente nell’UE il principio in base al quale le istituzioni democratiche hanno il dovere di assicurare pubblicità alle proprie attività, documenti e decisioni, in quanto condizione della loro legalità, legittimità e responsabilità». Rileva pertanto che «i documenti devono essere pubblicati e resi comunque accessibili e che ogni eccezione a tale principio deve essere limitata ed interpretata in senso restrittivo».  

Sollecita quindi tutte le Istituzioni dell’UE ad applicare il regolamento 1049/2001 sull’accesso del pubblico ai documenti UE, in particolare per quanto riguarda le procedure legislative. Invita inoltre il Consiglio a rivedere le proprie norme per garantire la pubblicità di tutti i dibattiti, documenti e informazioni, ivi compresa l’identità delle delegazioni degli Stati membri in seno al Consiglio e ai suoi gruppi di lavoro e gruppi di esperti e a elaborare trascrizioni delle sue riunioni pubbliche. Invita poi le istituzioni comunitarie ad elaborare una legge ambiziosa dell’UE sulla libertà d’informazione sulla base dell’attuale proposta di revisione del regolamento 1049/2001. 

Per i deputati, a prescindere dai punti di accesso, i cittadini dell’UE dovrebbero poter seguire una data procedura legislativa o amministrativa e accedere a tutti i documenti ad essa relativi. Occorre quindi migliorare, semplificare e completare i registri e le pagine web delle istituzioni europee e renderli interoperabili, e creare un vero motore di ricerca interistituzionale che renda più facile per il pubblico l’accesso ai documenti e alle informazioni. Il passo successivo, a loro parere, dovrebbe consistere nell’istituzione di un unico registro/portale UE per le informazioni e i documenti, «che permetta ai cittadini di seguire una determinata procedura e di consultare tutti i documenti attinenti». Dovrebbero inoltre essere usati elaboratori di testi «a fonte aperta» (open source), garantire «effettivo multilinguismo» e ricorrere a tecnologie che permettano alle persone con disabilità di avere accesso alle informazioni e ai documenti.  

 

 

Il Parlamento invita poi le istituzioni UE ad assicurare che, prima dell’inizio della prossima legislatura, tutti i documenti preparatori rechino il riferimento alla procedura legislativa e che tutti gli ordini del giorno e i risultati dei lavori del Consiglio e degli organi preparatori facciano chiaro riferimento ai documenti di supporto e siano debitamente registrati e pubblicati nel registro del Consiglio (compresi i cosiddetti documenti di riunione). Le istituzioni UE dovrebbero informare i cittadini «in modo corretto e trasparente» in merito alla propria struttura organizzativa, precisando le competenze dei propri servizi interni, illustrandone il workflow interno, fornendo scadenze indicative per i dossier che rientrano fra le loro competenze, e indicando a quali uffici i cittadini debbano rivolgersi per ottenere assistenza, informazioni o presentare ricorsi amministrativi. Tutte le proposte legislative, infine, dovrebbero essere accompagnate da una valutazione d’impatto accessibile al pubblico. 

La relazione esorta poi le istituzioni ad una maggiore trasparenza in relazione alle procedure di comitatologia e agli accordi di prima lettura negoziati fra le istituzioni UE in sede di codecisione (i cosiddetti “triloghi”) e le invita a provvedere a che gli accordi interistituzionali siano pienamente conformi agli obblighi di pubblicità, apertura e trasparenza delle procedure legislative. Sottolinea peraltro il fatto che le procedure vigenti per la legislazione delegata (i cosiddetti “atti di comitatologia”), riguardante nove decimi degli atti giuridicamente vincolanti adottati ogni anno dalle istituzioni dell’UE, dovrebbero essere riviste e applicate in modo tale da assicurare che siano garantiti i principi democratici e di trasparenza, che i membri, i procedimenti e le votazioni dei comitati siano resi pubblici e che i deputati nazionali ed europei così come i cittadini abbiano accesso immediato ai documenti nel registro.  

Il Parlamento dovrebbe anche organizzare l’elaborazione delle proposte legislative nel modo più aperto e trasparente possibile, «evitando in tal modo situazioni di opacità come quelle emerse nell’ambito dei regolamenti sulla sicurezza aerea per quanto concerne i liquidi e i “body scanner”». 

Infine, la relazione invita il Consiglio europeo e la Corte di giustizia delle Comunità europee (quest’ultima per quanto riguarda le sue funzioni amministrative), che sono gli unici due organismi che non applicano ancora il regolamento n. 1049/2001 ai propri documenti, a riflettere e adottare misure idonee a porre rimedio a tale situazione. 

Il Parlamento in prima linea per la trasparenza 

I deputati si dicono persuasi che il Parlamento debba essere «in prima linea» in fatto di pubblicità, apertura e trasparenza nell’UE e chiedono che, prima delle elezioni europee del 2009, sia varato un piano d’azione speciale per assicurare sul proprio sito web una maggiore e più agevole disponibilità di informazioni. In particolare per quanto riguarda l’attività, la partecipazione e la presenza dei deputati europei ai lavori parlamentari «in termini assoluti, relativi e percentuali», rendendo tali dati disponibili e accessibili ai cittadini. Ad esempio: quanti giorni ciascun deputato è stato presente al Parlamento europeo e dove ha firmato e/o votato nonché a quali riunioni di organi istituzionali ha partecipato. I dati, è precisato, dovranno essere consultabili anche mediante criteri di ricerca e link a questa pagina web dovranno essere presenti nelle pagine web dei deputati. Queste ultime, inoltre, dovranno riprendere tali informazioni unitamente al nome degli assistenti, ai pareri espressi, agli emendamenti presentati in commissione e in plenaria su relazioni ed altri atti, alle dichiarazioni di voto, agli interventi audio-video, alle dichiarazioni scritte firmate, compreso l’elenco di tutti i firmatari, ecc..

La pagina web in questione dovrebbe anche presentare in tutte le lingue ufficiali dell’UE le indennità e le spese dei deputati, nonché tutte le dichiarazioni di interessi finanziari per tutti i deputati al PE. 

Dovrebbe anche rendere disponibili le attività del Parlamento in plenaria, in commissione, nelle delegazioni e negli organi interni OR. A tal fine, l’Osservatorio legislativo deve essere migliorato inserendo riferimenti e link a tutti i pertinenti documenti (prime relazioni ed emendamenti, pareri di altre commissioni, pareri del servizio giuridico, emendamenti presentati in plenaria, votazioni per appello nominale, corrispondenza interistituzionale, soprattutto quella attinente alle procedure legislative, a livello di commissione e di plenaria, ecc.). Inoltre, i lavori di commissione e delle delegazioni devono essere trasmessi sul sito web del Parlamento al pari delle sedute plenarie, e devono inoltre essere registrati e resi disponibili e consultabili dai cittadini attraverso criteri di ricerca, mentre gli organi interni (quali la Conferenza dei presidenti, l’Ufficio di presidenza, i Questori, il Gruppo di lavoro sulla riforma parlamentare, ecc.) devono promuovere e assicurare il massimo livello di trasparenza dei loro lavori nei confronti degli altri deputati e dei cittadini mettendo a disposizione tutti i loro documenti. 

I deputati invitano poi gli Stati membri, i parlamenti nazionali e gli altri organi elettivi a fare altrettanto, istituendo un registro di attività dei parlamenti e dei parlamentari.