Gaza: cessate il fuoco immediato e ripresa dei negoziati

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Cessate il fuoco immediato, ritiro delle truppe israeliane, fine dei lanci di razzi su Israele e del traffico di armi.

     

     E’ quanto chiede il Parlamento assieme a una tregua negoziale e ipotizzando anche l’invio di una forza multinazionale per ristabilire la sicurezza. Condannando gli attacchi su obiettivi civili, chiede a Israele di garantire il flusso di aiuti umanitari e riaprire i valichi di frontiera. Sollecita Hamas a promuovere il dialogo tra palestinesi, contribuire ai negoziati di pace e a riconoscere il diritto all’esistenza di Israele, per giungere a una soluzione fondata su "due Stati". 

    Approvando a larghissima maggioranza (poche astensioni e nessun voto contrario) una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi politici (eccetto l’IND/DEM), il Parlamento chiede «un cessate il fuoco immediato e permanente che preveda altresì la fine del lancio di razzi da parte di Hamas contro Israele e il termine dell’attuale azione militare israeliana a Gaza» 

    Inoltre, accoglie con favore l’adozione della risoluzione 1860 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dell’8 gennaio 2009, ma si rammarica che finora sia Israele sia Hamas non abbiano aderito alla richiesta di cessazione delle ostilità formulata dalle Nazioni Unite. Concorda peraltro sulla necessità di prevedere urgentemente disposizioni e garanzie a Gaza per il mantenimento di un cessate il fuoco durevole «che includa nel contempo il ritiro delle truppe israeliane, la riapertura stabile dei valichi di frontiera e la prevenzione del traffico illegale di armi e munizioni». 

    Il Parlamento chiede una tregua negoziale che dovrebbe essere garantita da un meccanismo, istituito dalla comunità internazionale coordinata dal Quartetto e dalla Lega araba, e che «potrebbe includere una presenza multinazionale nel quadro di un mandato chiaro, al fine di ristabilire la sicurezza e garantire il rispetto del cessate il fuoco per le popolazioni di Israele e di Gaza». Invita poi il Consiglio a esercitare maggiori pressioni per far cessare le violenze in corso e incoraggia gli sforzi diplomatici intrapresi finora dalla comunità internazionale, in particolare dall’Egitto e dall’Unione europea. 

    Nell’esprimere «sgomento» dinanzi alle sofferenze della popolazione civile a Gaza, il Parlamento «condanna con forza in particolare il fatto che durante gli attacchi siano stati colpiti obiettivi civili e delle Nazioni Unite» ed «esprime la propria solidarietà alla popolazione civile vittima della violenza a Gaza e nel sud d’Israele». Osserva infatti che l’operazione israeliana è finora costata la vita a circa un migliaio di persone a Gaza, «la maggior parte delle quali donne e bambini», e ha provocato migliaia di feriti e la distruzione di case, scuole e altre importanti infrastrutture civili. Il Parlamento, inoltre, chiede con insistenza alle autorità israeliane di consentire il libero accesso agli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e di «garantire un flusso continuo e sufficiente degli aiuti attraverso i corridoi umanitari». Israele dovrebbe anche «assolvere ai suoi obblighi a norma del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario» e permettere alla stampa internazionale di seguire gli avvenimenti sul posto.

Al contempo, i deputati sollecitano Hamas a «porre fine al lancio di razzi e assumersi le sue responsabilità impegnandosi in un processo politico finalizzato a ripristinare il dialogo tra i palestinesi e a contribuire al processo negoziale in corso». A tale proposito, il Parlamento sottolinea la necessità di rinnovare gli sforzi per una «riconciliazione interpalestinese» tra tutte le componenti della società palestinese, sulla base dell’accordo della Mecca del febbraio 2007, che prevede l’accettazione degli accordi precedenti, «incluso il diritto di esistenza dello Stato di Israele». Sottolinea poi che «solo reali progressi verso la pace e un miglioramento sostanziale della situazione in Cisgiordania e a Gaza «possono rafforzare la legittimità dell’Autorità palestinese» 

Il Parlamento esorta l’UE a prendere una posizione politica «più determinata e coesa» e invita il Consiglio a cogliere l’opportunità di collaborare con la nuova amministrazione statunitense per porre fine al conflitto con un accordo fondato sulla soluzione dei "due Stati", intesa a garantire una nuova sicurezza regionale pacifica in Medio Oriente. Al riguardo, sottolinea «l’esigenza di un collegamento geografico permanente e di una riunificazione politica pacifica e duratura tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania». 

A seguito del voto, il Presidente PÖTTERING ha annunciato che, in veste di co-presidente, promuoverà l’adozione di una risoluzione simile da parte dell’Assemblea euromediterranea.