In una risoluzione sulla situazione nel Corno d’Africa, il Parlamento chiede al governo somalo di condannare il rapimento delle due suore cattoliche, Maria Teresa Olivero e Caterina Giraudo, e di adoperarsi per accelerarne il rilascio e prevenire ulteriori rapimenti.
12h15
Sollecita poi l’Etiopia e l’Eritrea a cooperare con le organizzazioni umanitarie e a garantire i diritti dell’uomo e la libertà di stampa e di espressione.
Approvando un emendamento proposto da Mario MAURO (PPE/DE, IT) e Stefano ZAPPALÀ (PPE/DE, IT), il Parlamento chiede al governo federale transitorio somalo «di condannare il rapimento delle due suore cattoliche (Maria Teresa Olivero e Caterina Giraudo), di adoperarsi per accelerarne il rilascio e prevenire ulteriori rapimenti».
Nella risoluzione sulla situazione nel Corno d’Africa – approvata con 570 voti favorevoli, 11 contrari e 27 astensioni – il Parlamento condanna gli attacchi sempre più frequenti contro operatori umanitari avvenuti negli ultimi mesi che hanno gravemente ostacolato la fornitura degli aiuti e hanno contribuito a peggiorare la situazione umanitaria in Somalia. Chiede inoltre al Consiglio e alla Commissione di continuare il loro sostegno a favore del potenziamento delle istituzioni somale, dell’attuazione dell’accordo di pace di Gibuti e degli sforzi dell’autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) nel processo di pace. Insiste poi sulla necessità di procedere al potenziamento della missione dell’Unione africana in Somalia (AMISOM) e al dispiegamento di una forza di stabilizzazione delle Nazioni Unite in tempi rapidi non appena le condizioni politiche e di sicurezza lo permettano.
Il Parlamento chiede al governo etiope di approvare formalmente come definitiva e vincolante la demarcazione tra l’Eritrea e l’Etiopia in base alle coordinate geografiche, elaborata dalla Commissione sui confini. Invita inoltre il governo eritreo ad «accettare un dialogo con l’Etiopia che affronti il processo di disimpegno delle truppe dal confine e la demarcazione fisica in base alla decisione della Commissione sui confini, come pure la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi». E, in tale ambito, chiede alla comunità internazionale e all’UE di esercitare pressioni su entrambe le parti affinché superino l’attuale situazione di stallo.
I deputati invitano l’Eritrea a rispettare pienamente i diritti umani e le libertà fondamentali, compresa la libertà di associazione, la libertà di espressione, la libertà dei mezzi di informazione e la libertà di coscienza. In tale contesto, chiedono al governo eritreo di rivelare dove si trovano i prigionieri e il loro stato di salute e di incriminare e rinviare immediatamente al giudizio di un tribunale tutti i detenuti politici e i giornalisti (come Dawit Isaak) imprigionati «o di rilasciarli immediatamente senza condizioni».
Il governo dovrebbe inoltre cooperare «più da vicino» con le organizzazioni internazionali nella valutazione della situazione della sicurezza alimentare allo scopo di consentire interventi rapidi e mirati, nonché modificare la Proclamazione sulle ONG in modo da agevolare i requisiti finanziari per le ONG che vogliono impegnarsi in attività di sviluppo in Eritrea. Sollecitano quindi l’UE a «ripensare» il suo approccio nei confronti dell’Eritrea «qualora non si registrino progressi verso il rispetto degli elementi essenziali dell’Accordo di Cotonou e, più in particolare, sulle questioni fondamentali dei diritti umani.
Il Parlamento chiede all’Etiopia di rivedere la legge sulla stampa e la legge sulla registrazione dei partiti, nonché la composizione della Commissione elettorale affinché siano garantiti i diritti politici dei partiti dell’opposizione. Insiste inoltre sull’avvio di indagini su tutti i presunti casi di maltrattamenti e di arresti arbitrari ai danni delle organizzazioni dell’opposizione e della società civile, chiedendo che i responsabili siano consegnati alla giustizia. Il governo etiope dovrebbe poi fornire pieno accesso alle organizzazioni umanitarie alla regione somala di Ogaden, porre in atto tutte le necessarie condizioni per permettere agli aiuti di raggiungere i loro destinatari in tutta la regione e apportare significativi adeguamenti alla Proclamazione per la registrazione e la regolarizzazione delle organizzazioni civili e delle istituzioni benefiche in modo da garantire i principi fondamentali in materia di diritti umani.
Più in generale, il Parlamento invita la Commissione a continuare a sostenere le risposte regionali alle sfide transfrontaliere attraverso il partenariato dell’UE per la pace, la sicurezza e lo sviluppo e in particolare la gestione regionale delle risorse idriche quale elemento essenziale della sicurezza alimentare. Chiede poi al Consiglio e alla Commissione di continuare il loro sostegno a favore dell’IGAD nonché i loro sforzi atti a mettere a punto un piano di integrazione per la regione e di potenziarne le istituzioni. D’altro canto, chiede ai governi dell’Etiopia, dell’Eritrea e di Gibuti e al Consiglio, di concordare congiuntamente un approfondimento del dialogo politico sui diritti umani, i principi democratici e lo Stato di diritto, allo scopo di definire obiettivi di riferimento e raggiungere risultati e progressi concreti sul campo.