Dov’è finito un pezzo del cervello di Mussolini?

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Il 30 aprile del 1945 il cadavere di Benito Mussolini è stato sottoposto ad autopsia presso l’Obitorio milanese di via Ponzio 1 l medico settore era il dottor Caio Mario Cattabeni, aiuto dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Milano. Secondo la storiografia ufficiale, il Duce era stato fucilato alle 16,10 del 28 davanti al cancello di villa Belmonte, una signorile dimora sita sulla via XXIV Maggio, la statale che congiunge Giulino di Mezzegra al sottostante bivio di Azzano (via Regina). In realtà la morte del leader fascista è avvenuta in un altro orario e si è verificata con ben altre modalità. Ma questo esula dallo scopo del presente articolo. Durante l’accertamento necroscopico il cervello di Mussolini è stato enucleato ed esaminato macro e microscopicamente dal professor Pier Gildo Bianchi, aiuto dell’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Milano (l’esame è stato circoscritto al solo lobo frontale). Le indagini effettuate dal professor Bianchi gli hanno consentito di affermare ufficialmente che quello da lui repertato “era il cervello normale di un sessantaduenne”. Incredibilmente i vetrini allestiti dal professor Bianchi e non colorati o impregnati per studi microscopici (da usarsi in futuro) sono andati irrimediabilmente perduti (li hanno buttati con le immondizie).

Un frammento cerebrale del Duce (10, altri dicono 50, grammi) è stato consegnato alle autorità militari americane che ne avevano fatto esplicita richiesta: UFFICIO SANITA’ C.DO 5a ARMATA AMERICANA A.P.O. 464.  Al Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Si richiede che al sottoscritto venga accordato, a titolo di favore, il permesso di ottenere un campione di tessuto cerebrale del fu Benito Mussolini. Tale campione verrà inviato al dottor Winfred Overholser, direttore dell’Ospedale Sant’Elisabetta (Ospedale psichiatrico) di Washington. E’ espressamente inteso che tale tessuto verrà usato per scopo puramente scientifico ed è del pari inteso che nessun rapporto in merito verrà pubblicato in alcun genere di giornale o rivista”. Per il generale ispettore di sanità CALVIN S. DRAYER, maggiore medico e consulente psichiatra”. Segue il parere favorevole espresso dal CNLAI.

Il grosso dell’encefalo mussoliniano, mutilato per soddisfare gli interessi statunitensi, è stato consegnato, il 30 agosto del 1957, alla vedova Rachele Guidi Mussolini insieme agli altri resti ed ora si trova nella tomba della famiglia Mussolini a San Cassiano (Predappio). Ha scritto Arnaldo Cappellini: dal 1945 al 1957 il cervello del Duce è stato tenuto nascosto nell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Milano perché “c’è chi vorrebbe buttarlo dalla finestra per vilipenderlo e chi erigere un’arca preziosa per esaltarlo”. Ha commentato Donna Rachele: “A Milano, in quell’occasione, seppi da Cazzaniga e Cattabeni (rispettivamente direttore ed aiuto dell’Istituto di Medicina Legale, ndr) che mancava un pezzetto di cervello di mio marito perché se lo erano presi gli americani. Era un pezzetto grande come un dado o una monetina e si vedeva bene (come potrei dimenticarlo?) il punto dov’era stato strappato. I due medici mi dissero anche che gli americani lo avevano analizzato e la diagnosi era risultata uguale alla loro. Cervello sano, perfettamente normale”. Il pezzo di cervello inviato negli Stati Uniti è stato diviso in due: una parte è stata consegnata all’Istituto delle Forze Armate Walter Reed di Washington, D. C., l’altra al Dipartimento di Igiene Mentale dell’Ospedale Sant’Elisabetta sempre di Washington, D. C.

All’Istituto Walter Reed gli esami istopatologici sul frammento encefalico del Duce sono stati eseguiti dal dottor Webb Haymaker, l’insigne neuropatologo che aveva in precedenza studiato il cervello del famigerato nazista dottor Robert Ley. I risultati di tali accertamenti microscopici effettuati sull’encefalo del Duce sono stati divulgati il 1° febbraio del 1946 dal colonnello John Ash dell’Istituto delle Forze Armate: nessuna anomalia citomorfologica e/o citostrutturale. Cervello perfettamente normale. Recentemente le carte del dottor Haymaker sono state riordinate. Mi è stato notificato che in quegli appunti non c’era nessun riferimento circa le analisi svolte dal patologo americano sul cervello di Mussolini (Michael Rhode, segretario del Museo delle Forze Armate, comunicazione personale). Il fatto è curioso per non dire strano. Non capita tutti i giorni di studiare l’encefalo di un capo di Stato sconfitto. Il materiale cerebrale di Mussolini non utilizzato all’Istituto Walter Reed è stato consegnato alla moglie del dittatore nel 1966. Lo ha portato personalmente a Predappio il Console generale americano di Firenze Merrit N. Cootes.

La porzione cerebrale giunta all’Ospedale Sant’Elisabetta è stata presa in consegna dal dottor Winfred Overholser, il decano della psichiatria forense americana, colui che ha psicoanalizzato il filosofo fascista Ezra Pound. L’Overholser avrebbe dovuto eseguire uno studio frenologico dell’organo per cercare di evidenziare se erano documentabili stimmate che denotassero la “pazzia” di Mussolini. Per motivi opposti (studiare il genio rivoluzionario) anche il cervello di Vladimir I. Lenin è stato fatto a pezzettini. Identica fine ha subito quello di Albert Einstein (studiare il genio scientifico). La devastazione traumatica del cervello ducesco ha impedito che tali analisi fossero portate a termine. Lo stesso dottor Overholser ha detto lamentandosi: “Eccolo : avrebbe potuto essere una scoperta, invece è un fallimento”.

Al Sant’Elisabetta sono stati del pari eseguiti esami istobioptici. Nel 2002 Linda Grant, la portavoce del Departimento di Igiene Mentale dell’Ospedale, ha affermato che, nel 1945, il campione è stato esaminato “sotto falso nome e che i risultati delle indagini pregresse erano andati dispersi tra le scartoffie burocratiche”. La Grant ha del pari asserito che il materiale cerebrale in eccesso era stato buttato nella spazzatura. Ciò non sarebbe vero in quanto, nel 2002, la direttrice del Dipartimento di Igiene Mentale, Martha Knisley, ha detto al giornalista Felix Gillette del City Paper di Washington: “Fino a poco tempo fa noi avevamo un pezzo del cervello di Mussolini nei nostri laboratori”. Nel 1955 un reporter dell’Evening Star, John McKelway è stato ricevuto dal dottor Overholser nel suo studio. Da una cassaforte l’Overholser ha estratto un contenitore che custodiva un frammento cerebrale mussoliniano. Il McKelway ha scritto che il reperto tanatologico era macroscopicamente assimilabile ad un “fegato di pollo”. Nel 1966 un altro cronista dell’Evening Star, Orr Kelly, ha indagato ulteriormente, facendo un nuovo sopraluogo al Sant’Elisabetta. Egli ha potuto constatare che dopo la morte del dottor Overholser (1964) anche il “fegato di pollo” littorio era scomparso. Ciò nonostante, tutti i dipendenti dell’Ospedale gli hanno garantito che il pezzo anatomico era ancora in loco sebbene nessuno di loro sapesse localizzarne l’esatta ubicazione. Il sito web Top Tenz ha recentemente pubblicato (2008) la lista delle 10 più famose parti corporee preservate dal deterioramento. C’è un dito di Galileo ed il cervello di A. Einstein. Non si fa menzione dell’encefalo mussoliniano.

Nel 1974 lo storico Franco Bandini si è interessato al problema ed ha voluto approfondire le sue ricerche sul destino del campione cerebrale di Mussolini approdato in America al Sant’Elisabetta di Washington, D. C. Lui stesso ha scritto: “Il 18 marzo del 1974 Dorothy S. Provine, direttrice del Natural Resources Branch, che custodisce i documenti del St. Elizabeth Hospital, mi comunicava che <l’accesso a tali informazioni cliniche, mediche e psicologiche è interdetto per 75 anni>. Per cui attenderemo pazientemente il 2020”.

Intorno agli anni 2000 è andata in onda su Rai-tre in seconda serata una trasmissione televisiva in cui un imprecisato medico americano diceva di aver trovato tracce di cianuro nel frammento di cervello da lui esaminato. Non sono ancora riuscito a reperire, tramite Rai-teche, quel documento catodico. Due persone che non si conoscono, il signor Athos Agostini di Genova ed il dottor Jacopo Cannas di Forte dei Marmi, mi hanno confermato di aver visto entrambi quel programma Rai. Il dottor Patrick J. Canavan (Dipartimento di Igiene Mentale dell’Ospedale Sant’Elisabetta) ed il colonnello Thomas P. Baker (Istituto delle Forze Armate Walter Reed) mi hanno comunicato che quelle notizie televisive non provenivano dai loro laboratori statunitensi (Washington). Tecnicamente l’esecuzione del test per svelare la presenza dell’acido cianidrico tessutale è fattibile anche se il pezzo bioptico encefalico è conservato in formalina. All’uopo è necessario che il frammento da esaminare pesi almeno mezzo grammo (professor Roberto Gagliano Candela, Cattedra di Tossicologia Forense, Università degli Studi di Bari, comunicazione personale). Mussolini, agonizzante per aver frantumato tra i denti una capsula di cianuro a scopo suicida, potrebbe essere stato successivamente fucilato dai partigiani comunisti. Essi volevano rivendicare quell’assassinio senza dover condividerne i meriti con altri e senza doverlo attribuire al concomitante ed imprevisto concorso di altro (cianuro). L’ipotesi è intrigante e molto meno fantasiosa di certe versioni, alternative a quella ufficiale, scritte e divulgate da sedicenti storici e/o giornalisti.

Bibliografia:

A. Cappellini. Sono emigrati in America dieci grammi del cervello di Mussolini. Oggi, 28 Novembre, 1948.

P. L. Baima Bollone. Le ultime ore di Mussolini. Mondadori, 2005.

P. G. Bianchi. Ricordi di un anatomo-patologo. Ellin Selae, 1998.

AA. VV. Il cervello di Einstein. www.brainmindlife.org. Reperibile per via telematica.

AA. VV. Lenin: la personalità più rilevante del secolo XX. www.resistenze.org. Idem.

AA. VV. Famous preserved body parts. www.depressedmetabolism.com. Idem.

P. Valentino. Il cervello di Lenin? Niente di eccezionale. Corriere della Sera, 19 Gennaio, 1994.

F. Gillette. How Mussolini’s brain slipped through the fingers of local scientist and into grip of District legend. www.washingtoncitypaper.com. Idem.

F. Giannini. La morte di Mussolini: una verità da cercare. Storia Verità, n° 21, 1995.

S. Bertoldi. Mussolini, l’orrore dopo la morte. Corriere della Sera, 30 Aprile, 1996.

W. J. Connell. Il Duce’s brain. myrightword.blogspot.com. Reperibile per via telematica.

R. Moseley. Mussolini. I giorni di Salò. Lindau, 2006.

A. Bertotto. La morte di Mussolini. Una storia da riscrivere. PDC-Editori, Ascoli Piceno, 2008.

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