La Principessa Della Luna Nuova

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Nel giorno della Memoria, sul registro della Storia c’è un assenza ingiustificata. Ha tanti nomi, i più conosciuti sono tolleranza, comunione, rispetto, delicatezza, unione, appartenenza. Si possono trovare facilmente, consultando un qualsiasi vocabolario; un’enciclopedia ne darà uno sviluppo anche più dettagliato, con l’analisi dei singoli casi e un certo numero di esempi, a suffragio di cultura, linguistica e grammatica. Nelle scuole di un tempo, le maestre insegnavano ad essere cercatori di verità, domatori dal polso fermo capaci di affettuosi slanci oltre ogni disciplina, di cui oggi non resta che un bozzolo di retorica. Parole grosse, parole al vento che cancella e disperde acredini e false devozioni, capaci di strumentalizzare milioni di vite per sostenere un’idea. Ebbene sì, ancora una volta la televisione è il vettore di sismi, dissidenze e polemiche. Anche gravi. Il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha puntato il dito contro Annozero, la trasmissione di Michele Santoro, accusando il conduttore di antisemitismo, e di offrire "un esempio di ciò che una rete democratica non dovrebbe mostrare". Così, mentre Giorgio Napolitano, al Quirinale, incontra il presidente dell’Ucei Renzo Gattagna; mentre il Senato apre la seduta ricordando il crollo dei cancelli nel campo di concentramento polacco di Auschwitz, il 27 Gennaio 1945; mentre il mondo si ferma a riflettere sull’Olocausto, qualcuno si oppone ai dettami a cui rende onore, senza rendersene conto. Perché se il salario dei morti è quello di essere ricordati, non vale la pena farlo soltanto nelle feste comandate. La memoria è un interruttore da tenere acceso ogni giorno, perché abbia senso. La quotidianità, invece, parla una lingua inferiore, assai più meschina, che lascia ai poeti e ai sensibili la responsabilità del dolore e della solitudine. Il resto, viene sbattuto in tivù, dove non fa breccia (né audience) il puzzo di fame, polvere e sangue dei ghetti nazifascisti. Nei nobili appartamenti del potere c’è un’aura poco principesca, che rimette ad altri i propri peccati, e scioglie la Luna in un bicchiere. E’ una pillola amara, stare a guardarla è tempo perduto, perché gli esclusi, da sempre, non hanno una giustizia a difenderli, e devono consolarsi con quello che c’è, che avanza, o che non si paga. Meglio lanciare il sasso, attizzare il fuoco della polemica, e tornare a occuparsi di immunità, impunità, e quando rende grami meriti alla civilizzazione. Del resto, l’educazione è il valore meno materiale, non va d’accordo con il Prodotto Interno Lordo, e nessun Cavaliere si preoccupa di liberarla dai gioghi di chi vende il passato al supermarket dell’audience.