Energia: sostegno alle interconnessioni e ai rigassificatori

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Auspicando un radicale mutamento della politica energetica UE, il Parlamento sostiene la realizzazione delle interconnessioni, quali l’ITGI e il South stream, e chiede ai governi di dotarsi di sufficienti rigassificatori.

    Sollecita grandi investimenti infrastrutturali, una rete energetica comune, piani anticrisi e più intense relazioni col Mediterraneo e la Russia. Rilevando l’importanza del nucleare e di garantirne un uso sicuro, invoca il risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili.  

    Approvando con 406 voti favorevoli, 168 contrari e 87 astensioni la relazione di Anne LAPERROUZE (ALDE/ADLE, FR), il Parlamento osserva anzitutto che è necessario un «radicale mutamento» della politica energetica per raggiungere, «in modo indissociabile», i tre obiettivi principali che l’UE deve perseguire in materia, ossia la sicurezza dell’approvvigionamento e la solidarietà tra gli Stati membri, la lotta al cambiamento climatico e la competitività. Anche perché l’Unione importa oggi il 50% dell’energia che consuma e tale percentuale potrebbe raggiungere il 70% nel 2030. 

    Il Parlamento invita gli Stati membri a considerare il riesame strategico quale base per l’attuazione di una politica energetica per l’Europa e la definizione di un piano d’azione ambizioso per il periodo 2010 – 2012. Confermando gli obiettivi 20-20-20 entro il 2020, invita però l’UE e gli Stati membri a ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno dell’80% entro il 2050, nonché a perseguire un miglioramento dell’efficienza energetica del 35% e il raggiungimento di una quota di energia da fonti rinnovabili pari al 60%. In tale contesto, esorta la Commissione a sostenere tutti gli investimenti previsti in nuove infrastrutture per l’importazione di energia e in tecnologie connesse alle energie rinnovabili.  

    Più in generale, ritiene che un’adeguata politica europea nel campo dell’energia debba fondarsi su un mix energetico equilibrato, basato sul ricorso a energie senza carbonio, alle energie fossili meno inquinanti e a nuove tecnologie che consentano una drastica riduzione delle emissioni di gas serra provocate dai combustibili fossili solidi. Approvando un emendamento dei Verdi, inoltre, rileva che la riduzione dei consumi sia «una priorità assoluta», anche perché rappresenta un mezzo molto efficace e poco costoso di aumentare la sicurezza energetica. Chiede quindi di rendere giuridicamente vincolante l’obiettivo di risparmio del 20% entro il 2020. Con 629 voti favorevoli, 23 contrari e 13 astensioni, ha adottato un emendamento del PSE che invita inoltre la Commissione e la Presidenza a presentare un piano di diversificazione delle fonti energetiche «nuovo, ambizioso e lungimirante».

 

Sicurezza dell’approvvigionamento e infrastrutture 

Notando «un gravissimo ritardo» nella realizzazione delle reti prioritarie di interesse europeo per il trasporto dell’energia, il Parlamento accoglie favorevolmente l’idea di aumentare i finanziamenti europei allo scopo di incoraggiare gli investimenti nelle reti e prende atto con interesse della proposta della Commissione di stanziare – nel quadro del piano di ripresa economica 2008 – 5 miliardi di euro delle dotazioni 2008/2009 rimaste inutilizzate, destinandoli in particolare alla realizzazione di nuove interconnessioni energetiche.  

Sottolinea poi l’importanza del piano d’interconnessione del Baltico e dello sviluppo delle interconnessioni con l’Europa sud-occidentale e accoglie la creazione di una "super-rete" europea mediante il collegamento delle infrastrutture di rete delle regioni del Mare del Nord, del Mediterraneo e del Baltico. Esprime inoltre il proprio sostegno ai progetti finalizzati a diversificare le fonti e le rotte di approvvigionamento, e nella fattispecie allo sviluppo di un corridoio meridionale per il gas comprendente il progetto Nabucco, l’interconnettore Turchia-Grecia-Italia (ITGI) e il progetto South Stream.  

Ritiene anche che tutti gli Stati membri debbano poter disporre di capacità sufficienti relativamente al gas naturale liquefatto (GNL), consistenti in impianti di liquefazione nei paesi produttori e in terminali GNL e unità galleggianti di rigassificazione nell’UE. Reputa inoltre che i nuovi terminali GNL «dovrebbero essere considerati progetti di interesse europeo per via del loro contributo fondamentale alla diversificazione delle vie di approvvigionamento». Invita quindi la Commissione a dare il suo pieno sostegno agli investimenti destinati alla costruzione di impianti per lo stoccaggio strategico di gas. 

Mercato interno dell’energia e rete energetica comune 

Il Parlamento invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi attivamente per aumentare il numero degli operatori nel mercato dell’energia, e in particolare ad adottare misure per promuovere la produzione di energia da parte delle PMI e il loro ingresso nel mercato. Invita poi gli Stati membri e la Commissione a realizzare grandi investimenti nelle reti energetiche e a completare il mercato interno dell’energia attraverso iniziative quali «il gestore europeo della rete di trasmissione e la creazione di una rete europea del gas unica». Andrebbe inoltre anticipato al 2020 l’obiettivo di sviluppare e completare una rete elettrica interconnessa e "intelligente". Pertanto, chiedono agli Stati membri di cooperare all’elaborazione di un piano strategico europeo finalizzato alla programmazione pluriennale degli investimenti necessari. A loro parere, d’altra parte, il completamento del mercato interno dell’energia sarà conseguito solo se saranno realizzate interconnessioni fisiche che colleghino tutti gli Stati membri a una rete energetica comune. 

Relazioni esterne in materia di energia 

Il Parlamento ribadisce la necessità di intensificare ulteriormente gli sforzi dell’Unione per sviluppare una politica estera comune in tema di energia tanto coerente quanto efficace. Sottolinea peraltro che lo sviluppo di legami tra l’UE e i paesi produttori e di transito «dovrebbe accompagnarsi alla promozione e al rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto». Invita inoltre l’UE ad approfondire la questione degli investimenti esteri nel settore europeo dell’energia «applicando la clausola di reciprocità» e a rafforzare il potere contrattuale delle imprese europee nei confronti delle imprese statali dei paesi terzi. 

 

Nel chiedere poi di promuovere la cooperazione su scala internazionale, i deputati invitano l’UE a collaborare con i paesi dell’area del Mediterraneo e del Nord Africa, in particolare per quanto riguarda l’energia solare ed eolica. Esortano la Commissione a creare nuovi mercati regionali dell’energia con i paesi vicini, come la Comunità euromediterranea dell’energia e rilevano la necessità di includere la Turchia nel dispositivo europeo di dialogo permanente con la regione caspio-caucasica. Appoggiano poi l’intenzione di negoziare un nuovo accordo di ampia portata con la Russia in sostituzione di quello del 1997. Ma sottolineano la necessità di includere l’Ucraina nel dispositivo europeo di dialogo permanente con la Russia e, in tale contesto, approvando un emendamento proposto dal PSE, chiedono che sia concluso un accordo trilaterale «al fine di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nei prossimi anni». Rilevano inoltre l’importanza geopolitica della regione del Mar Nero per la sicurezza energetica dell’UE e per la diversificazione del suo approvvigionamento di energia. 

Meccanismi di risposta alle crisi  

Prendendo atto «della mancata solidarietà degli Stati membri» durante la recente crisi del gas, il Parlamento chiede di istituire un meccanismo che consentirebbe all’UE di agire in modo efficace, rapido e coerente nelle situazioni di crisi provocate dall’interruzione di fornitura. Si compiace inoltre della volontà della Commissione di rivedere la direttiva che stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di mantenere un livello minimo di scorte di petrolio greggio e/o di prodotti petroliferi e di migliorare le misure volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas naturale.  

Sottolinea, in proposito, che gli elementi principali della revisione della direttiva 2004/67/CE dovrebbero essere vincolanti e includere efficaci piani d’azione a livello nazionale e dell’UE per le situazioni d’emergenza. Questi dovrebbero stabilire, tra le altre cose, una dichiarazione comune di situazione di emergenza, la ripartizione degli approvvigionamenti disponibili e delle capacità di infrastruttura tra i paesi colpiti, un dispacciamento coordinato e l’introduzione di misure di emergenza nei paesi non interessati dall’emergenza, in modo da aumentare il volume di gas a disposizione dei mercati colpiti. Invita inoltre l’UE e i suoi Stati membri «a mettere a punto un sistema di stoccaggio del gas con capacità di erogazione rapida». 

Efficienza energetica e migliore utilizzo delle risorse autoctone dell’UE 

Il Parlamento sollecita un approccio ambizioso per quanto riguarda la futura legislazione in materia di risparmio ed efficienza energetici, in particolare nei settori dell’edilizia, dell’industria e dei trasporti e per la pianificazione urbana e le apparecchiature. In proposito, auspica la messa a punto di una strategia di promozione e sostegno economico per infrastrutture come le reti di riscaldamento e refrigerazione che utilizzano risorse locali quali l’energia geotermica e il calore ottenuto attraverso la cogenerazione, l’adozione di ambiziosi obiettivi per quanto riguarda l’efficienza dei carburanti dei veicoli e la promozione del trasporto ferroviario. 

I deputati ritengono che le energie rinnovabili come quella eolica, solare, idraulica o geotermica, la biomassa e le risorse marine «siano la fonte potenziale di energia più importante dell’Unione europea, che può contribuire a stabilizzare i prezzi dell’energia e a contenere l’aumento della dipendenza energetica». Sollecitano poi un piano volto ad equipaggiare i tetti degli edifici di dispositivi come i pannelli solari per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. E invitano gli Stati membri e le autorità locali a offrire incentivi per l’utilizzazione degli oli usati e delle risorse locali sostenibili ottenute dalla biomassa.

 

Al contempo reputano che vada sviluppato lo sfruttamento delle risorse fossili autoctone, in particolare i giacimenti di gas naturale sulla terraferma e off-shore, per contribuire ad accrescere l’autonomia energetica dell’Europa. Sollecitano inoltre incentivi per incrementare l’impiego dei combustibili biogenici nelle centrali elettriche alimentate a combustibili fossili. 

Sì all’energia nucleare, purché sia sicura 

Con 355 voti favorevoli, 243 contrari e 44 astensioni, il Parlamento valuta positivamente la posizione generalmente favorevole della Commissione sull’energia nucleare e ne ricorda l’importanza, essendo prodotta da 15 Stati membri su 27 e utilizzata da un numero ancora maggiore di essi, soddisfacendo circa 1/3 della domanda di elettricità nell’UE. Nel rilevare poi la competitività dell’energia nucleare, che non risente delle fluttuazioni del prezzo del combustibile, ritiene importante mantenere il suo contributo nel mix energetico e, a tal fine, promuovere la definizione di un quadro regolamentare ed economico armonizzato che agevoli l’adozione delle decisioni d’investimento necessarie. Chiedendo di elaborare una tabella di marcia concreta per gli investimenti nel nucleare, ritiene però tassativo lanciare un dibattito sull’uso sicuro di questa fonte di energia.  

Al contempo esorta gli Stati membri interessati ad intensificare gli sforzi per risolvere il problema dello smaltimento definitivo di ogni tipo di rifiuti radioattivi e ritiene essenziale garantire ai cittadini che nell’UE l’energia nucleare «viene utilizzata in modo sicuro e trasparente, secondo il più alto livello di sicurezza tecnologicamente possibile». Accoglie quindi con favore l’adozione, da parte della Commissione, di una nuova proposta di direttiva che stabilisce un quadro comunitario per la sicurezza delle centrali nucleari. D’altra parte, l’Aula ha respinto – con 126 voti favorevoli e 495 contrari – un emendamento proposto dai Verdi che invitava gli Stati membri che ancora vi dipendono a «predisporre e ad attuare un piano di uscita graduale dal nucleare». 

Link utili 

Comunicazione della Commissione – Secondo riesame strategico della politica energetica 

Sito della Commissione sul secondo riesame strategico della politica energetica