Alimentare: indicare il luogo d’origine sulle etichette

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Le norme UE sulla sicurezza alimentare sono le più rigorose del mondo. Sollecitandone la semplificazione, il Parlamento ne chiede il rispetto anche per i prodotti importati e raccomanda l’indicazione dell’origine delle materie prime sulle etichette.

Auspica lo sviluppo di farmer market, l’istituzione di un’Agenzia europea per la qualità e il rafforzamento della tutela UE e internazionale per DOP e IGP. Vanno promosse le produzioni biologiche e introdotte nuove etichette in materia di OGM.  

Adottando accogliendo con 547 voti favorevoli, 37 contrari e 49 astensioni la relazione di Maria PETRE (PPE/DE, RO), il Parlamento accoglie con favore il processo di riflessione avviato dal Libro Verde della Commissione sulla qualità dei prodotti e osserva che le norme in materia di sicurezza e qualità alimentare dell’Unione europea «sono le più rigorose del mondo … rispondono a un’esigenza del consumatore europeo e rappresentano un mezzo per conseguire un importante valore aggiunto». Precisa inoltre che gli agricoltori dovrebbero avere «la possibilità di recuperare i costi legati al rispetto dei requisiti comunitari» che impongono un livello più elevato di sicurezza alimentare, di protezione degli animali e dell’ambiente. 

Parallelamente, il Parlamento auspica una semplificazione della normativa comunitaria, purché ciò non si traduca in uno suo smantellamento. Manifesta infatti preoccupazione per la complessità del sistema europeo delle norme di base e per le numerose disposizioni a cui devono conformarsi gli agricoltori dell’Unione. Inoltre, si dovrebbero limitare i settori in cui si pratica l’autoregolamentazione e promuovere la coregolamentazione. Più in generale, ritiene che, se un prodotto è conforme ai requisiti di sicurezza alimentare, le norme in materia di commercializzazione «non debbano ostacolarne l’accesso al mercato per ragioni legate all’estetica, alla forma o alla dimensione». 

Notando poi che i produttori europei si trovano direttamente esposti alla concorrenza internazionale per il continuo processo di liberalizzazione dei mercati agricoli mondiali, il Parlamento osserva che ogni nuova disposizione a cui devono conformarsi «può sì costituire uno svantaggio competitivo». Ritiene quindi necessario incrementare il controllo e il coordinamento tra le diverse autorità al fine di garantire che i prodotti alimentari importati siano conformi alle norme comunitarie

 

in materia di ambiente, sicurezza alimentare e benessere degli animali. Rileva inoltre la necessità che la Commissione, nell’ambito delle trattative sulle questioni non commerciali in seno all’OMC, ottenga l’imposizione dell’obbligo per i prodotti importati di rispettare gli stessi requisiti cui sono soggetti gli agricoltori europei.  

Il Parlamento auspica poi l’introduzione dell’indicazione obbligatoria del luogo di produzione delle materie prime attraverso un’apposita etichetta «che soddisfi l’esigenza dei consumatori di ricevere maggiori informazioni sull’origine del prodotto che acquistano». Questo sistema dovrebbe inoltre essere esteso ai prodotti alimentari trasformati per quanto riguarda i principali ingredienti e il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasformazione. Sostiene anche l’introduzione di un marchio europeo generale di qualità, recante la dicitura "prodotto nell’Unione europea", che consenta ai prodotti comunitari di distinguersi sul mercato grazie alla severità delle norme che ne regolamentano la produzione e che può quindi tradursi in un vantaggio competitivo agli occhi dei consumatori.  

D’altro lato, i deputati esprimono preoccupazione «per l’influenza delle grandi catene di negozi sulla qualità generale dei prodotti alimentari europei». Ma anche per il fatto che i mercati in cui la distribuzione è particolarmente concentrata «mostrano una tendenza all’uniformazione e alla riduzione della varietà dei prodotti agroalimentari», riducendo  la presenza di prodotti tradizionali a favore di quelli pretrattati. Chiedono quindi agli Stati membri di promuovere la creazione di Farmer Market in cui i produttori abbiano la possibilità di offrire i loro articoli direttamente ai consumatori, poiché questa tipologia di mercato «assicura un prezzo equo per i prodotti di alta qualità, rafforza il legame del prodotto con il territorio e sensibilizza il consumatore ad una scelta consapevole riguardo gli aspetti qualitativi». Inoltre, evitando i percorsi più lunghi per i trasporti, dà «il buon esempio per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico». 

I deputati sottolineano poi la necessità di istituire un’Agenzia europea per la qualità dei prodotti che collabori strettamente con l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e con le unità della Commissione responsabili della tutela della qualità alimentare. L’Agenzia, è precisato, sarebbe competente anche per le richieste di DOP, IGP e STG sempre più spesso avanzate dai paesi terzi. 

Maggiore tutela comunitaria e internazionale per DOP e IGP 

Il Parlamento sottolinea che le indicazioni geografiche – «un importante patrimonio comunitario» da preservare – rappresentano «una garanzia di qualità che deve essere sostenuta». I produttori di alimenti con indicazione geografica dovrebbero quindi avere la possibilità di disporre di strumenti di gestione commisurati al volume della rispettiva produzione, al fine di preservarne la qualità e la rinomanza. Al contempo, auspica una semplificazione delle procedure di registrazione delle indicazioni geografiche e la riduzione del tempo per ottenerle e si oppone alla fissazione di criteri di valutazione più severi, ad esempio quelli relativi alle possibilità di esportazione e alla sostenibilità. 

Chiedendo di incrementare la consapevolezza dei consumatori sulla differenza tra DOP e IGP, i deputati giudicano indispensabile incrementare la percentuale di cofinanziamento dell’Unione a favore dei programmi comunitari di informazione e promozione sui prodotti europei di qualità. Esortano poi a chiarire le differenze tra i marchi commerciali e le indicazioni geografiche, garantendo la concreta applicazione delle norme già in vigore che vietano la registrazione di marchi che hanno una denominazione simile a una denominazione DOP o IGP già registrata o vi facciano riferimento. Ritengono inoltre opportuno regolamentare l’utilizzo delle diciture "montano" e "isolano". 

Più in generale, il Parlamento sollecita una migliore tutela dei nomi registrati. In proposito, ritiene opportuna un’armonizzazione legislativa e procedurale delle norme sull’applicazione della tutela ex-officio contro la contraffazione o l’imitazione e chiede l’applicazione di rigorose sanzioni. Auspicando inoltre un rafforzamento dei controlli, è favorevole ad offrire un’assistenza tecnica comunitaria in vista dell’effettuazione di controlli in tutti gli Stati membri al fine di garantire una protezione quanto più possibile uniforme dei prodotti DOP e IGP nel territorio dell’UE. 

I deputati chiedono anche di rafforzare la tutela internazionale delle indicazioni geografiche e, a tal fine, esortano la Commissione a intensificare i propri sforzi per ottenere una loro migliore protezione nel quadro dei negoziati in seno all’Organizzazione mondiale del commercio attraverso l’estensione a tutti prodotti della protezione rafforzata riconosciuta ai vini dall’Accordo sulle proprietà intellettuali e con l’istituzione di un registro multilaterale delle indicazione geografiche. L’utilizzo improprio di tali nomi all’interno dei paesi terzi, a loro parere, genera infatti confusione nei consumatori e mette a rischio la rinomanza dei prodotti originali. Dovrebbe inoltre essere concluso un maggior numero di accordi bilaterali e accordi contro la contraffazione, mentre la Commissione dovrebbe fornire consulenze per aiutare le associazioni a tutelare le proprie denominazioni nei paesi terzi, nei quali spesso vigono procedure di registrazione estremamente complesse.  

Produzione biologica 

Il Parlamento ritiene che la produzione biologica «rappresenti una delle maggiori possibilità di crescita dell’agricoltura europea» e che sia necessario promuoverla attraverso appositi programmi. Sostiene inoltre che, ai fini di un miglior funzionamento del mercato interno dei prodotti biologici, sia necessaria l’indicazione del paese di origine sia per le materie prime sia per i prodotti trasformati importati da paesi terzi e si debbano fissare limiti massimi per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari vietati nell’agricoltura biologica. Occorre poi una maggiore omogeneità tra le tipologie di organismi e di procedure di controllo e certificazione dei prodotti biologici in modo da trasmettere sicurezza e fiducia ai consumatori attraverso un nuovo logo comunitario che garantisca l’uniformità dei criteri di produzione, controllo e certificazione a livello comunitario. 

Organismi geneticamente modificati 

Il Parlamento riconosce che i consumatori sono sempre più esigenti per quanto concerne la qualità degli alimenti e la produzione alimentare, non solo in termini di sicurezza ma anche di aspetti etici, come la sostenibilità ambientale, la tutela del benessere degli animali e le tecnologie relative agli organismi geneticamente modificati (OGM). Chiede quindi alla Commissione di prevedere criteri per iniziative in materia di qualità, ad esempio sistemi facoltativi di etichettatura "esente da OGM", «che consentiranno ai consumatori di compiere scelte più oculate». La esorta inoltre a presentare una proposta legislativa per l’introduzione di un obbligo di etichettatura anche per i prodotti di origine animale – come il latte, la carne e le uova – per la cui produzione vengono utilizzati animali alimentati con mangimi geneticamente modificati.