Il Parlamento sollecita il coordinamento dei piani di salvataggio economico, mettendo in guardia dalla crescita del debito pubblico, un esame del comportamento tenuto dalle banche e degli aiuti che riceveranno e un migliore accesso al credito per le PMI e i cittadini.
Strasburgo,
Chiede anche un’iniziativa europea a favore dell’occupazione e la possibilità di applicare un tasso d’IVA ridotto per le attività ad alta intensità di manodopera, nonché il rilancio degli investimenti, in particolare nelle TEN-T.
Approvando con 526 voti favorevoli, 105 contrari e 22 astensioni la relazione di Anne FERREIRA (PSE, FR), il Parlamento accoglie con favore l’iniziativa della Commissione di varare un piano europeo di ripresa economica in risposta alla grave crisi in atto. Tuttavia, ne sottolinea la formulazione «troppo vaga» e paventa il rischio che la sua attuazione prenda «un certo tempo». Rileva inoltre che la maggior parte delle misure comunitarie proposte «poggia su un esercizio di ridistribuzione nel bilancio di finanziamenti già programmati e non sulla mobilitazione di nuove risorse di bilancio».
In proposito, nel ricordare che tale redistribuzione «potrebbe ostacolare le politiche esistenti», chiede ulteriori dettagli sulla fase di sviluppo di ciascun progetto e rammenta che qualsiasi modifica del livello di pagamenti dovrà essere approvato dai due rami dell’autorità di bilancio (Parlamento europeo e Consiglio). Accogliendo un emendamento del PSE, l’Aula ribadisce anche «l’urgente necessità di rafforzare il bilancio europeo, rivedendone la dotazione e la struttura di spesa».
I deputati rilevano poi che la principale priorità del piano di ripresa «deve consistere nel promuovere l’economia e la competitività dell’Unione europea al fine di tutelare le opportunità e la sicurezza dei cittadini ed evitare un aumento della disoccupazione». Il piano di ripresa dovrebbe quindi «invertire il declino economico consentendo ai mercati finanziari di riprendere un normale funzionamento, favorire gli investimenti e migliorare le opportunità per la crescita e l’occupazione». Anche perché, come suggerito dal PSE, la crisi «peggiora di giorno in giorno» e, quindi, in assenza di un intervento pubblico «più deciso ed efficace» l’UE e i paesi limitrofi «si avvicinano sempre più a una profonda crisi sociale e politica che mette alla prova la solidarietà europea»