World Water Day 2009: L’Acqua Come Patrimonio Dell’Umanità

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Il 22 marzo è stata la giornata mondiale per l’acqua, the World Water Day. Un appuntamento fondamentale costituito nel 1993 dal Consiglio delle Nazioni Unite, allo scopo di far riflettere sul diritto alle risorse idriche, sulla loro carenza e come questa assuma, di giorno in giorno, aspetti più drammatici. Perché un Bisogno maiuscolo non dipinga sul volto di milioni di persone le geometrie di una catastrofe, serve sottolinearne la realtà con un’azione coerente e compatta, in quanto il diritto all’acqua è direttamente proporzionale a quello verso la salute, la vita, l’esistenza intera. Alimentazione per la pace, insomma, in un connubio legato a filo di refe, per assistere chi, nel cuore dell’era tecnologica, non dispone neppure dei servizi minimi.  Un terzo della popolazione mondiale, infatti, non ha né all’acqua potabile, né servizi sanitari adeguati. Secondo le stime, nel 2025 oltre un terzo degli inquilini della Terra vivrà in regioni a “impatto idrico zero”, e un altro terzo dovrà fare i conti con una preoccupante scarsità. Il World Water Day propone quindi la risorsa-acqua come base per (ri)costruire lo sviluppo umano, combattere l’inedia e tracciare modelli di gestione sostenibile, efficiente ed equa dell’elemento necessario alla biogenesi.  Notevole il contributo delle organizzazioni non governative per sensibilizzare  l’opinione pubblica sul tema dell’acqua: Terre Des Hommes Italia ha lanciato una campagna, che partirà il 24 marzo, sul problema dell’accesso all’acqua. L’iniziativa, presente nel Milanese e finanziata dalla Commissione Europea per gli aiuti umanitari, ha reso noto l’intervento dell’organizzazione nella regione WA dello Shan State, in Birmania/Myanmar, grazie al quale è stato possibile portare l’acqua in 32 villaggi abitati da 8.000 persone. Manifesti della campagna sono”Avevo sete” e “Facciamo scorrere la vita”, due poster realizzati dalla fotografa milanese Alessandra d’Urso. L’Unicef, invece, lancia i cd Unicef Wash, con programmi che prevedono e spiegano l’utilizzo di tecnologie a basso costo, come la raccolta di acqua piovana, le latrine igieniche e la promozione di facili prassi familiari, quali il lavaggio delle mani con sapone e il trattamento dell’acqua potabile.