SI AGGRAVA IL BILANCIO DELLE VITTIME: i morti sono 235 Un’altra violenta scossa in Abruzzo

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Avvertita anche a Roma. Ora il dramma degli sfollati. Chiodi: «25mila senza casa». Ricerche concluse a Onna

L’AQUILA – Un’altra violenta scossa durata almeno 20 secondi ha fatto tremare martedì, alle 19.42, L’Aquila e tutto l’Abruzzo. È stata avvertita anche nel Lazio (in particolare a Roma e nel Frusinate) e nelle Marche. La scossa è stata di magnitudo 5,3 con l’epicentro nella zona compresa tra San Panfilo d’Ocre, Fossa, S. Eusanio e Forcenese. Nuovi crolli di edifici a L’Aquila, tra cui la cupola della basilica in piazza Duomo, e in diversi paesi del circondario, in particolare Picenze, Petogna, Onna e Villa di Barisciano. Il Duomo dell’Aquila sarebbe quasi totalmente distrutto, fanno sapere dal comando dei Vigili del fuoco. Il centro storico è chiuso. In tarda una buona notizia: una ragazza di 21 anni è stata estratta viva dalle macerie di una palazzina del capoluogo.

«EVOLUZIONE NELLA NORMA» – Secondo il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Enzo Boschi, dopo la forte scossa avvenuta in serata si riduce il rischio di repliche disastrosa: «L’evoluzione del processo di liberazione dell’energia è nella norma, perché statisticamente tutti i sismi di magnitudo elevata sono generalmente seguiti da scosse successive decrescenti». Una successione, rileva, che «non è costante», ma che fa sperare che le prossime repliche possano avere un’intensità inferiore rispetto alla prima scossa, di magnitudo 5.8. «La magnitudo della scossa avvenuta in serata è di 5,3 e apparentemente sembra vicina alla prima, ma in realtà le due misure indicano quantità di energia liberata molto diverse, i cui valori aumentano secondo una scala logaritmica».

LE VITTIME SONO 235 – Il bilancio delle vittime è arrivato a 235, dopo il sisma che ha devastato l’Abruzzo nella notte tra domenica e lunedì. I corpi sono allineati nell’hangar della scuola sottufficiali della Guardia di finanza, dove è allestito l’obitorio. Quindici morti non sono stati ancora identificati. Vista la situazione di alcuni feriti il bilancio potrebbe ancora aumentare. Gli sfollati sono oltre 17mila: 10mila a L’Aquila e 7.120 nella provincia. Secondo quanto riferito dal premier Silvio Berlusconi, sono 150 le persone estratte vive dalle macerie. I feriti sono poco più di mille: 500 sono in ospedale e di questi un centinaio in condizioni difficili. Entro martedì sera – promette il premier – «saranno ultimate 20 tendopoli con 16 cucine da campo che potranno ospitare 14.500 persone». Tra i feriti è in fin di vita una studentessa di Campobasso, che si era lanciata dal balcone della sua casa a L’Aquila durante il sisma, forse in preda al panico. Alla scena hanno assistito alcuni vicini. Sul caso è stata aperta un’inchiesta.

CHIODI: «25MILA SENZA CASA» – In serata a Palazzo Chigi c’è stata una conferenza straordinaria tra governo, regioni ed enti locali per fare il punto. Il presidente abruzzese Gianni Chiodi ha ringraziato tutti per il lavoro svolto. «Avremo 25mila persone che non potranno rientrare a casa, un evento senza precedenti – ha detto Chiodi -. Ma gli abruzzesi sono persone forti, più forti del terremoto. Se continueranno gli sforzi comuni tutti gli italiani dimostreranno di essere più forti del terremoto».

NUOVE SCOSSE – La terra non sembra dare requie a vittime e soccorritori: una nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 4.4 della scala di Richter era già stata registrata intorno alle 11.28 di martedì a L’Aquila. Dagli edifici già lesionati si sono staccati calcinacci provocando ulteriore panico nella popolazione. Molti si sono allontanati dalle vicinanze dei palazzi velocemente, temendo crolli che potessero investirli. La scossa è stata sentita anche a Roma. Proprio quest’ultima scossa ha provocato il crollo di due edifici a Pettino, vicino alla scuola della Guardia di finanza, sede del centro di coordinamento soccorsi per l’emergenza. Non risulta che vi fossero persone nelle due palazzine crollate.

CORSA CONTRO IL TEMPO – Per gli uomini dei soccorsi è ancora una volta una corsa contro il tempo: con il passare delle ore si affievolisce la speranza di trovare qualcuno ancora in vita sotto le macerie. Finora oltre 150 persone sono state estratte vive. Si è scavato per tutta la notte sia all’Aquila che nei comuni limitrofi; operazioni mai interrotte nonostante le decine di scosse che si sono succedute, la più violenta alle 1,15 con una magnitudo di 4,8 della scala Richter. All’Aquila, alle 2, dopo 23 ore dal sisma, è stata tirata fuori viva dalle macerie Marta, una studentessa di 24 anni della provincia di Teramo. La giovane, estratta dagli speleologi del soccorso alpino, deve la vita a un colpo di fortuna: era a letto quando il palazzo di quattro piani dove viveva si è sbriciolato e le travi di cemento armato cadute si sono fermate a pochi centimetri dal suo corpo.

CASA DELLO STUDENTE – Sono stati invece trovati morti i quattro giovani italiani sepolti sotto le rovine della Casa dello studente. Il cadavere dello studente greco Basilio Koufolias è stato estratto da un’altra palazzina in mattinata: altri tre studenti greci (tra cui la sorella della vittima) sono rimasti feriti leggermente. Per recuperare i corpi dei giovani che sono ancora all’interno, la Casa dello studente deve essere definitivamente demolita. I vigili del fuoco operano con un braccio-gru per rimuovere balconi e cornicioni sulla sommità del palazzo prima di procedere alla distruzione vera e propria.

ONNA, RICERCHE CONCLUSE – A Onna, il paese «scomparso» a meno di dieci chilometri da L’Aquila, le ricerche dei superstiti si sono concluse. Martedì mattina sono stati estratti gli ultimi due corpi; altre due persone che lunedì sera risultavano disperse avevano lasciato il paese senza darne informazione. Il bilancio definitivo è di 39 morti, su una popolazione di 350 persone, anche se erano molti meno coloro che effettivamente vivevano nel paesino. I vigili del fuoco sono ora impegnati nella rimozione dei detriti e nella messa in sicurezza degli edifici, dove si verificano ancora crolli a ogni scossa. È da capire l’entità dei danni. Secondo le prime stime, praticamente la totalità delle case è inagibile: il 60-70% sono completamente crollate, le altre hanno profonde lesioni.

LA NOTTE DEGLI SFOLLATI – Nella tendopoli la notte è trascorsa al freddo e in molti hanno preferito dormire in auto, mentre sono proseguiti i trasferimenti verso gli alberghi della costa. Molte persone che hanno perso la casa hanno trovato ricovero chi in auto, chi sotto l’unica tensostruttura montata, creandosi un giaciglio con guanciali e coperte fra le panche e i tavolini. Sono 250 i posti in tenda messi a disposizione nel campo sportivo di Paganica. Non sufficienti per ospitare tutti gli sfollati di un paese dove metà degli abitanti hanno perso la casa. Per la prima notte è stata data la preferenza ai bambini e agli anziani, mentre gli altri sono rimasti a dormire in macchina o sui pullman dell’Azienda regionale dei trasporti. Nella notte sono poi arrivati altri tir con tende fornite dalla Protezione civile, destinate a questo e ad altri campi. Con la collaborazione dell’Associazione nazionale alpini lunedì sera sono stati serviti 1.400 pasti. Martedì arrivano altre 3mila tende per gli sfollati di L’Aquila e «c’è sempre la possibilità di trasferirsi lungo la costa, dove sono stati requisiti 5mila posti letto» in hotel, ha confermato il sindaco del capoluogo abruzzese, manifestando la speranza che si possa «assicurare ai cittadini una notte migliore di quella appena trascorsa. Molti cittadini hanno dormito in automobile e solo in parte nelle tende già allestite», ha infatti precisato Cialente: anche lui ha dormito in macchina.

IN 5.100 AL LAVORO – La Protezione civile fa sapere che sono 5.100 le persone impegnate nel soccorso e assistenza alla popolazione, oltre al personale del dipartimento e ai volontari arrivati da numerose regioni, vigili del fuoco, Croce rossa, soccorso alpino e forze dell’ordine. Si aggiungono oltre 1.300 militari, 300 dei quali di supporto non sul campo (per esempio quelli addetti alle rilevazioni meteo). Proprio tra i soccorritori va segnalata una vittima: Marco Cavagna, un vigile del fuoco morto nella notte a L’Aquila durante le operazioni di soccorso per infarto o aneurisma cerebrale. Il ministro dell’Interno Maroni ha attivato la procedura per conferirgli la medaglia d’oro al merito civile, quale «riconoscimento per l’estremo spirito di abnegazione dimostrato nell’adempimento del proprio dovere». Cavagna, 51 anni, era caposquadra esperto ed era arrivato dal comando provinciale di Bergamo.

APERTA UN’INCHIESTA – La Procura dell’Aquila ha aperto un’inchiesta contro ignoti per accertare eventuali responsabilità nei crolli dovuti al terremoto. L’ipotesi di reato è disastro colposo, per il momento non ci sono indagati. Si potrebbe ipotizzare anche il reato di omicidio colposo plurimo. «Se dovessero emergere responsabilità andremo avanti», ha detto il procuratore Alfredo Rossini. Martedì alcuni magistrati della Procura si sono incontrati per uno «scambio di vedute» sulle segnalazioni ricevute direttamente o indirettamente circa presunte disfunzioni o negligenze.