Molto spesso l’opinione pubblica chiede che il cittadino avendo diritto alla cura della salute sia più assistito, mentre la malattia in ambito psichiatrico, forse, non è legittimamente curata in valide strutture e con piena proposizione in questo delicato settore, alla ribalta da troppi anni tra ipocrite demagogie e conflittuali sensi di colpa.
Molto spesso l’opinione pubblica si chiede come possono essere ritenuti “sistemati” i 25 mila dimessi dagli ex-Ospedali Psichiatrici, i “pazienti” relegati nelle famiglie bisognosi di cure continuate e particolari, quelli malati “detenuti nelle carceri” o, vergognosamente ricoverati in ospedali psichiatrici privati !
Molto spesso l’opinione pubblica si chiede perché non diventano “impazienti” i familiari di questi malati psico-fisici lasciati allo sbaraglio, perché la maggior parte è ignara di come tale “problema” dovrebbe essere trattato.
I problemi sociali incombenti non possono ignorare quelle inerenti situazioni, gravi ed urgenti, che persistono nelle famiglie di chi soffre un disagio psichico e per riflesso alla famiglia italiana (ed anche europea) divenuta oggetto continuo e “bombardata”di ogni violenza.
E’troppo facile liquidare con semplici parole le vicende che avvengono quasi quotidianamente dove la ordinaria follia affolla le cronache, ma quella realtà evidenzia aspetti molto complessi, difficili da interpretare con risposte sbrigative.
“Vediamo” nella carenza di strutture, cure, diagnosi, interventi sociali, quasi certezza che, forse, solo ragioni ideologiche, più che sanitarie, non fanno decollare una soluzione legislativa di riordino di quel comparto sanitario.
Quanto succede , vergognarsi è poco! Ma di chi è la colpa?
Movimenti dì opinione affermano che il malato di mente non è un paziente da ospedalizzare ( forse pensano di curare il “soggetto” con la buona parola , in alberghi a 5 stelle!) . Le famiglie di questi “malati”, la gente comune e noi con essi chiediamo servizi specifici . cure e strutture adeguate.
Nessuno rivuole i “manicomi”! Ma non si può “caricare” di responsabilità decine di migliaia di famiglie lasciate a sè stesse del grave problema , peso e sofferenza di un “malato” in casa.
Queste non impossibili “soluzioni” sono state “denunciate” dalla Associazione “Cristiani per servire” a mia prima firma con
Ma a quante morti dobbiamo assistere prima che venga preso un concreto provvedimento ?
Ma perché il Parlamento è “fermo”su una problematica che dura da ben 30 anni?.
Il sofferente psico-fisico non deve essere considerato un morto sociale.
Ha dei diritti, sanciti dalla Costituzione Italiana e da Trattati Internazionali, che devono essere difesi.
Il “malato” ha bisogno, ripetiamo, di essere curato adeguatamente in strutture adatte per il tempo necessario, ha bisogno di essere protetto da se stesso, se è nella fase delirante.
Le Istituzioni devono capire ed interpretare quanto l’opinione pubblica, sbigottita, e le famiglie sfiduciate, assistono a questo “teatrino” della politica.
La famiglia, nella sua pienezza, è il più importante soggetto sociale.
E…bisogna ricordarselo , non in certe circostanze , ma sempre!
In tutto questo spera l’opinione pubblica , perché la speranza non costa niente e l’illusione aiuta a vivere.