Il Parlamento ha adottato un regolamento che, migliorando la gestione del rischio, intende evitare il ripetersi della crisi che ha colpito diverse banche nel mondo ripercuotendosi poi sugli altri settori economici.
Si tratta, in particolare, di migliorare la trasparenza e la supervisione sul sistema finanziario, aggiornare le norme sulle grandi esposizioni finanziarie e introdurre l’obbligo per i promotori di mantenere un interesse reale negli investimenti che propongono ai clienti.
Sulla base di un maxiemendamento di compromesso negoziato con il Consiglio dal relatore Othmar KARAS (PPE/DE, AT), il Parlamento ha adottato – con 454 voti favorevoli, 106 contrari e 25 astensioni – una modifica delle direttive relative agli enti creditizi collegati a organismi centrali, taluni elementi dei fondi propri, i grandi fidi, i meccanismi di vigilanza e la gestione delle crisi. Le nuove norme si applicheranno a decorrere dal dicembre 2010.
Supervisione: verso la creazione di un collegio di vigilanza
Per agevolare e promuovere la cooperazione tra le autorità incaricate della sorveglianza degli enti creditizi transfrontalieri, il compromesso prevede l’istituzione di collegi delle autorità nazionali di vigilanza. Secondo i deputati, questi collegi costituiscono un passo supplementare verso l’ottimizzazione della cooperazione delle autorità di vigilanza. Ritengono inoltre che, in caso di conflitto tra i membri del collegio, si dovrebbe disporre di un sistema indipendente di consiglio e mediazione a livello europeo. Per tale motivo chiedono alla Commissione di presentare una proposta legislativa che miri ad accrescere l’integrazione della supervisione entro il 31 dicembre 2009, nella prospettiva di creare, per il 31 dicembre 2011, di un sistema di supervisione su scala europea.
Gestione dei rischi
Le banche usano ripartire le loro esposizioni su diversi clienti al fine di non essere dipendenti da uno solo di loro e di potersi così premunire contro il rischio di perdite insostenibili imputabili al non rimborso di un prestito. Come ha dimostrato l’attuale crisi, quando gli enti finanziari sono fortemente esposti nei confronti di un cliente, una banca o un’assicurazione possono subire importanti perdite a seguito del fallimento di tale cliente o del gruppo di clienti collegati. Ciò può succedere anche quando le banche negoziano tra loro i rischi ai quali sono esposti: il fallimento di un istituto può avere la stessa conseguenza su altri. E’ quindi necessario rafforzare le regole esistenti relative ai grandi rischi, compresi quelli interbancari.
L’obiettivo perseguito dalle nuove disposizioni in merito all’esposizione a grandi rischi varrà per l’insieme del sistema bancario, dai più grandi ai più piccoli operatori. In forza al testo di compromesso, una banca non potrà più esporsi per più del 25% dei suoi fondi propri nei confronti di un cliente o di un gruppo di clienti. Questo limite potrà essere superato solo per le esposizioni tra gli enti creditizi ma nel limite di 150 milioni di euro. La richiesta dei deputati di prevedere una clausola di revisione del regime dei grandi rischi, per la fine del 2011, è stata accettata. Si tratta, anche in questo caso, di tendere verso una più forte armonizzazione delle disposizioni nazionali.
Cartolarizzazione: mantenere un interesse nell’investimento proposto
L’attuale crisi ha anche rivelato che i rischi non sono sempre ben valutati dagli istituti che propongono investimenti, per esempio quando dei prestiti ipotecari sono integrati in prodotti d’investimento e venduti dal creditore iniziale. I deputati hanno sostenuto la proposta della Commissione intesa a garantire che un istituto che lancia un investimento mantenga un interesse reale sul rendimento dell’investimento proposto.
Il compromesso prevede che questo interesse deve essere pari almeno al 5% del valore totale delle esposizioni cartolarizzate. Inoltre, i deputati hanno ottenuto una clausola di revisione molto esigente che dà mandato alla Commissione di proporre, entro il 31 dicembre 2009, un eventuale aumento di questo tasso dopo aver consultato il comitato delle autorità europee di vigilanza bancaria e tenendo conto degli sviluppi internazionali.
Credit default swaps: creazione di una stanza di compensazione
Secondo i deputati, i credit default swaps – prodotti derivati più negoziati negli ultimi anni – dovrebbero anch’essi essere regolamentati, come tutti gli altri prodotti trattati al di fuori della Borsa (Over the counter, OTC). Il testo di compromesso invita la Commissione a presentare entro la fine del 2009 delle proposte legislative che mirino ad accrescere la trasparenza su tale mercato e istituire un contrappeso centrale, una stanza di compensazione, supervisionata dall’UE, al fine di ridurre i rischi insiti in questi strumenti. Attualmente, infatti, questi sono spesso oggetto di transazioni non pubbliche tra istituti finanziari, il che si traduce in un’opacità delle loro esposizioni.