Il Parlamento condanna il ricorso alla pena di morte e alla tortura, le violenze sessuali verso i bambini e il loro sfruttamento nei conflitti armati.
E’ quanto sostiene la relazione sui diritti umani nel mondo nel 2008 che chiede di promuovere la ratifica dello statuto del TPI e difendere i diritti delle donne, delle popolazioni indigene e dei rom. Tra gli altri, critica la situazione in Cina, Iran, Russia e Cuba e deplora la mancanza di unità dimostrata dall’UE alla conferenza sul razzismo. E’ stato respinto un emendamento che criticava le dichiarazioni del Papa sull’uso dei preservativi.
Approvando con 429 voti favorevoli, 36 contrari e 55 astensioni la relazione di Raimon OBIOLS i GERMÀ (PSE, ES), il Parlamento riconosce che le attività delle istituzioni dell’UE nel campo dei diritti umani hanno registrato sviluppi positivi, ma ritiene che servano ancora passi in avanti verso una politica coerente e omogenea di affermazione e promozione dei diritti umani nel mondo. Invita quindi Consiglio e Commissione a migliorare la capacità dell’Unione europea di rispondere rapidamente alle violazioni da parte di paesi terzi.
Lotta al terrorismo
Il Parlamento sottolinea che dalla decima relazione annuale dell’Unione europea sui diritti umani emerga che, nonostante le indagini condotte in taluni Stati membri, l’Unione europea non ha eseguito una valutazione dell’operato degli Stati membri rispetto alla politica di lotta al terrorismo adottata dal governo statunitense sotto la presidenza di George Bush.
Pena di morte
Il Parlamento ribadisce che l’UE è contraria alla pena di morte e, accogliendo con favore l’istituzione della giornata europea contro di essa, sottolinea che il divieto di pena capitale costituisce una delle disposizioni principali della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Chiede poi alla Presidenza di incoraggiare Italia, Lettonia, Polonia e Spagna, che non hanno ancora ratificato il protocollo n. 13 della CEDU sull’abolizione della pena capitale in ogni circostanza, a provvedervi.
Accogliendo con favore il progetto di codice penale in Iran, che proibisce la pena di morte per lapidazione, chiede però al parlamento iraniano di approvare la proibizione assoluta della lapidazione. Biasimando inoltre il fatto che il regime continui a comminare la pena capitale a soggetti di età inferiore a 18 anni, sottolinea che l’Iran «è l’unico paese ad aver giustiziato minori autori di reati nel 2008». Conferma quindi la propria condanna del regime iraniano per il suo crescente ricorso alla pena capitale, che lo colloca in seconda posizione, alle spalle della Cina, nella classifica dei paesi con il più alto numero di esecuzioni. Condanna allo stesso modo la Bielorussia, in quanto unico paese europeo che continua ad applicare la pena di morte.
Ratifica dello statuto del Tribunale penale internazionale
Consiglio e Commissione sono invitati a proseguire gli sforzi volti a promuovere la ratifica universale dello Statuto di Roma e l’adozione della necessaria legislazione attuativa nazionale sul Tribunale penale internazionale (TPI). A tal proposito, i deputati si compiacciono delle dichiarazioni favorevoli da parte della nuova amministrazione USA, alla quale chiedono di ripristinare la propria firma e di impegnarsi ulteriormente nei confronti del TPI. Esortano poi tutti gli Stati membri a collaborare pienamente nell’ambito dei meccanismi internazionali di giustizia penale, e in particolare nella consegna dei latitanti alla giustizia.
Lotta alla tortura: una priorità assoluta
Il Parlamento sollecita il Consiglio e la Commissione a «proseguire le iniziative per la ratifica delle convenzioni internazionali che vietano il ricorso alla tortura e ai maltrattamenti e alla disponibilità di servizi di assistenza per la riabilitazione delle vittime». Li invita poi a considerare la lotta contro la tortura e i maltrattamenti come una priorità assoluta della loro politica in materia di diritti umani, in particolare garantendo che gli Stati membri si astengano dall’accettare garanzie diplomatiche da paesi terzi ove vi sia un rischio reale di tali pratiche.
Conferenza di Ginevra sul razzismo
Approvando un emendamento proposto dall’ALDE, il Parlamento esprime delusione «per la mancata assunzione di un ruolo guida da parte del Consiglio e per l’incapacità degli Stati membri di concordare una strategia comune alla Conferenza di revisione di Durban contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza in questo campo». Più in particolare, «deplora vivamente la mancanza di unità e di cooperazione», soprattutto «alla luce dell’atteso rafforzamento della politica estera dell’UE nel quadro del nuovo trattato UE». Cionondimeno, si compiace del consenso raggiunto riguardo a un documento finale che «tutela pienamente il diritto alla libertà di espressione quale definita dal diritto internazionale, esprime e ribadisce l’appello alla tutela dei diritti dei migranti e riconosce l’esistenza di molteplici e gravi forme di discriminazione». Accogliendo un emendamento del PPE/DE, l’Aula condanna però il discorso del Presidente Mahmoud Ahmadinejad, «che ha contraddetto lo spirito e lo scopo della conferenza, ovvero sconfiggere la piaga del razzismo».
Diritti delle donne e orientamento sessuale
I deputati si compiacciono del fatto che nel secondo semestre del 2008, la Presidenza francese abbia identificato la problematica situazione delle donne come «nuova priorità dell’azione comunitaria nell’ambito dei diritti umani», con particolare riguardo alla necessità di affrontare le tragiche conseguenze dei fenomeni di violenza fondata sul genere e dei femminicidi. Approvano l’adozione di nuovi orientamenti per una strategia globale volta a rafforzare l’azione comunitaria e a migliorare la sicurezza delle donne, in particolare nei paesi colpiti dai conflitti. Deplorando tuttavia il fatto che il Parlamento non sia stato coinvolto più da vicino nella redazione di tali nuovi orientamenti, rilevano carenze nello sviluppo di politiche e azioni dell’Unione europea in materia di diritti umani delle donne.
Con 199 voti favorevoli, 253 contrari e 61 astensioni, l’Aula ha respinto un emendamento presentato dall’ALDE (con Marco CAPPATO tra i primi firmatari) che sottolineava l’importanza di promuovere i diritti in materia di salute sessuale e riproduttiva nella lotta contro lo HIV/AIDS. In tale contesto, condannava «fermamente» le recenti dichiarazioni con cui Papa Benedetto XVI «ha bandito l’uso del preservativo avvertendo che il suo uso potrebbe addirittura determinare un aumento del rischio di contagio», temendo che tali dichiarazioni ostacoleranno gravemente la lotta contro lo HIV/AIDS. Invitava infine gli Stati membri «ad agire insieme per promuovere i diritti e l’educazione in materia di salute sessuale e riproduttiva, anche riguardo all’uso del preservativo quale strumento efficace nella lotta contro questo flagello».
Approvando un altro emendamento dell’ALDE – con 458 voti favorevoli, 48 contrari e 10 astensioni, il Parlamento accoglie con favore la «dichiarazione innovativa», sostenuta da 66 nazioni tra cui tutti gli Stati membri dell’UE, presentata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2008, con cui si conferma che «la protezione internazionale dei diritti dell’uomo include l’orientamento sessuale e l’identità di genere e si riafferma il principio di non discriminazione, il quale richiede che i diritti umani si applichino allo stesso modo ad ogni essere umano, prescindendo dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere».
Diritti dei minori: conflitti armati e violenze sessuali
Il Parlamento condanna fermamente le gravi violazioni dei diritti dei bambini, l’arruolamento e il loro impiego nei conflitti armati in Ciad, Iraq, Sri Lanka, Birmania, Filippine, Somalia, Congo e Burundi. Rileva poi con soddisfazione che «l’Unione europea ha incaricato gli ambasciatori di redigere singole strategie per i 13 paesi prioritari, per fornire informazioni su sei questioni tematiche: reclutamento, uccisione e menomazione, attacchi contro scuole e ospedali, blocco dell’accesso umanitario, violenze sessuali e di genere, violazioni e abusi». Accoglie inoltre con favore l’adozione nel giugno 2008 delle conclusioni del Consiglio europeo sui diritti del bambino, in particolare su quelli coinvolti nei conflitti armati. Richiamando l’attenzione sugli abusi e sullo sfruttamento sessuale nei confronti di milioni di minori nel mondo, chiede a Consiglio, Commissione e Stati membri di fare tutto il possibile nel prevenirli, combatterli e tutelare i diritti delle vittime minorenni promuovendo la cooperazione in ambito nazionale e internazionale.
Popolazioni indigene e Rom
I deputati sostengono l’adozione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della dichiarazione sui diritti delle popolazioni indigene, che creerà un contesto in cui gli Stati potranno tutelare e promuovere i diritti delle popolazioni indigene «senza esclusioni o discriminazioni». Ribadiscono poi l’invito a sviluppare una strategia quadro per i Rom a livello europeo, in considerazione della particolare situazione sociale di questa comunità nell’UE, nei paesi candidati e nei paesi partecipanti alla politica di stabilizzazione ed associazione. Esprimono inoltre soddisfazione per il primo vertice europeo a loro dedicato.
Situazione in alcuni paesi terzi: Cina, Iran, Russia, Cuba, Gaza
Oltre alla questione della pena di morte, il Parlamento esprime inquietudine per le gravi violazioni in Cina e rimarca che, malgrado le promesse fatte dal regime in vista dei Giochi olimpici di agosto 2008, la situazione non è migliorata nel paese. Sottolinea quindi la necessità di una «radicale intensificazione e di un ripensamento» del dialogo tra l’Unione europea e la Cina in materia di diritti umani. Più in particolare, condanna il rafforzamento delle restrizioni imposte nei confronti dei difensori dei diritti umani prima dei Giochi olimpici «controllando i loro spostamenti e sottoponendoli a vari livelli di arresti domiciliari e di sorveglianza e di controllo senza precedenti». Rileva, inoltre che le restrizioni alla libertà di associazione, di espressione e di religione sono state ulteriormente intensificate e che il sistema giuridico «rimane esposto a interferenze arbitrarie spesso politicamente motivate». Condanna poi duramente le repressioni nei confronti dei tibetani a seguito dell’ondata di proteste che hanno interessato tutto il Tibet dal 10 marzo 2008, e chiede il rilancio di un dialogo sincero e orientato ai risultati tra entrambe le parti, sulla base del “memorandum su un’autentica autonomia per il popolo del Tibet".
I deputati osservano inoltre con apprensione il peggioramento della situazione in Iran in materia di diritti umani nel 2008 e il permanere di restrizioni alla libertà di espressione e di assemblea. A tale riguardo, si dicono gravemente preoccupati per la repressione di giornalisti, scrittori, studiosi e attivisti nel campo dei diritti delle donne e dei diritti umani, nonché delle minoranze etniche e religiose presenti sul territorio. Constatano inoltre con profonda preoccupazione che nel 2008 l’Iran ha proseguito nella repressione dei difensori indipendenti dei diritti umani e che permangono nel paese gravi violazioni. Deplorano quindi l’arresto, la tortura e l’incarcerazione arbitraria degli attivisti e l’attuale politica del governo iraniano «volta a osteggiare l’operato di insegnanti ed esponenti del mondo accademico e a impedire agli studenti di accedere all’istruzione superiore».
I deputati si rammaricano poi del fatto che l’Unione europea abbia ottenuto finora «scarsi risultati» nel favorire cambiamenti politici in Russia, in particolare per quanto riguarda l’impunità e l’indipendenza della magistratura, dei mezzi d’informazione e la libertà di espressione, nonché il trattamento di prigionieri politici, minoranze etniche e religiose e le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale. Guardano inoltre con inquietudine alle difficoltà incontrate dalle ONG a e svolgere le proprie attività. Invitano poi la Russia, «in qualità di forza di occupazione in Georgia», al rispetto dei diritti umani in Abkhazia e nell’Ossezia meridionale, ivi compreso il diritto dei cittadini di fare ritorno alle proprie case, e chiede il dispiegamento in queste due regioni di osservatori internazionali incaricati della verifica del rispetto dei diritti dell’uomo.
Approvando con 464 voti favorevoli, 35 contrari e 19 astensioni un emendamento del PPE/DE, il Parlamento esorta il governo cubano «a liberare immediatamente tutti i prigionieri politici e di coscienza e a riconoscere a tutti i cubani il diritto di entrare e di uscire liberamente dal paese». In proposito, considera «inaccettabile» che un paese con il quale l’UE ha ripreso un dialogo politico su ogni sorta di questioni, inclusi i diritti umani, debba vietare ai vincitori del Premio Sacharov Oswaldo Payá Sardiñas e alle "Donne in bianco" di partecipare alla cerimonia per il ventennale del premio. Più in generale, respinge con fermezza «le violenze sistematiche e le ripetute molestie nei confronti dei vincitori del premio Sacharov».
Infine, facendo proprio un emendamento del PSE (280 sì, 191 no, 17 astenuti), l’Aula deplora vivamente la recente scalata militare e l’ulteriore deterioramento della situazione umanitaria a Gaza ed esprime allo stesso tempo la sua solidarietà incondizionata alla popolazione civile nel Sud di Israele. Ma esorta tutte le parti a garantire un cessate il fuoco permanente e accoglie con favore la decisione dell’UNHRC di nominare una missione conoscitiva indipendente per indagare su crimini di guerra e su gravi violazioni dei diritti umani perpetrati da tutte le parti durante il recente conflitto a Gaza.