Evvai! Scusate l’euforia, ma dopo una dura ricerca e un lungo inseguimento da segugio, sono riuscito a scovare e stringere in un angolo il più famoso e discusso giornalista italiano: Marco Travaglio.
E veniamo al dunque: Travaglio ha subito fatto la giusta premessa che “il giornalismo professionale costituito di diversi anni di esperienza passati a vagliare fonti e documentazioni non potrà mai essere sostituito…”
Però “i cittadini che diventano testimoni diretti di pestaggi selvaggi come successo al G8 di Genova sono insostituibili e sono molto utili per evitare i futuri soprusi da parte delle forze dell’ordine” che sono sempre più coscienti dei rischi che corrono nei loro abusi di potere nell’attuale società delle immagini e della comunicazione di massa… Questa “funzione deterrente del giornalismo partecipativo” sarà quindi ancora maggiore nei prossimi anni quando aumenterà l’importanza di questa nuova Autoistituzione sociale.
Perciò il giornalismo partecipativo serio, con la sua copertura capillare del territorio può diventare per Travaglio “un ottimo strumento di aggiornamento da affiancare al giornalismo tradizionale”, che oggi per risparmiare tende a trascurare la base vera dell’informazione e cioè la presa diretta della notizia là dove nascono i fatti…
Marco Travaglio ha poi sottolineato l’importanza di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione e di informazione. Come i telefonini multiuso e le minitelecamere che favoriscono i giovani professionisti più coraggiosi, che così si fanno notare e hanno la possibilità di passare al professionismo: Travaglio ha citato l’esempio di Michele Santoro che dopo aver visto un bellissimo servizio di una ragazza di Palermo sui locali brogli elettorali ha pensato bene di chiamarla a lavorare con lui ad AnnoZero…
C’è quindi da augurarsi una sempre maggiore collaborazione e sinergia tra cittadini e giornalisti, perché, come affermava un grande giornalista e scrittore americano, “Non ci può essere libertà per una comunità che manchi di strumenti per scoprire le menzogne” (Walter Lippmann, 1921).
P.S. Chi legge molto impara molto, chi osserva impara moltissimo.