La fabbrica della nuova “intellighenzia” italiana ed i suoi piccoli mostri: viaggio nel villaggio degli sciacalli cultura
“Un intellettuale è un uomo la cui mente osserva se stessa”
Albert Camus “Taccuini”.
E’ ragionevole credere che, agli occhi di un ragazzo straniero, il belpaese appaia nel 2009 come un’immensa fucina di dottori, di individui non solo in possesso di una laurea, ma anche di un perfezionamento successivo a questa. Encomiabile fatto, indiscutibilmente. Tuttavia, è altrettanto semplice per un estraneo, e anche per un interno che abbia la coscienza di guardare in faccia la realtà, riconoscere come la maggior parte dei dottori che questa “fabbrica della cultura” sforna siano frutto di un fordismo scolastico, dove chi ha un titolo è mero ingranaggio di un sistema che non comprende, e come gli odierni laureati siano spesso di cultura pari, se non inferiore, a quella non dei loro colleghi universitari esteri, ma addirittura a quella dei ragazzi appena usciti dalle scuole superiori.
L’immediata conseguenza di questa imbarazzante situazione, responsabili della quale non esito ad indicare sia gran parte dalle università statali con i loro corsi frivoli (ne cito due per tutti: il corso in “Scienze dell’allevamento, igiene e benessere del cane e del gatto” offerto dalla facoltà di medicina veterinaria dell’università di Bari, di durata triennale, ed il corso di laurea, sempre di durata triennale, in “Scienze del fiore e del verde” proposto dalla facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’università di Pavia) sia chi effettua fantomatici corsi post lauream privati e non, è, in primo luogo, la perdita del valore della cultura in Italia: difatti il ragazzo laureato, nel momento in cui non trova il lavoro per il quale ha studiato, reputa tutto ciò che ha fatto, nella maggior parte delle volte, inutile, e spesso se avesse la possibilità di tornare indietro, si asterrebbe dal rifare il medesimo errore, optando per non frequentare affatto l’università nella maggior parte dei casi.
Inoltre la perdita del valore della cultura non interessa solamente i laureati disoccupati, ma anche chi ha un impiego (saltuario e non), e vede svilito quotidianamente il suo titolo da proposte di master frivoli concedenti, a persone che sono in grado di comprarli, titoli da collezionare, di niuno spessore culturale, ma che tuttavia sui curriculum hanno un certo peso.
Mi riferisco ad esempio ai master di preparazione per l’esame di agente di calciatori , oppure, ancora peggio, al corso master in conduttrice televisiva, corsi degni di un paese dei balocchi e che invece si fregiano del titolo di “master”.
Nelle università estere un master è ciò che nell’università italiana è chiamato comunemente laurea specialistica, mentre la parola bachelor risponde alla laurea triennale. Fermo restando il fatto che ogni persona ha il pieno diritto di creare un corso di approfondimento, quanto la parola “master” può essere appropriata?
Essendo il “master”, nel linguaggio comune, un corso post-lauream, risulta assurdo che vi possano partecipare tutti, poichè in questa maniera si ottiene soltanto il patentino culturale per i “figli di papà” (somari fino al midollo), l’ingrossamento delle tasche dei fautori dei master privati (ma anche statali), l’ingrossamento delle tasche dei docenti di questi master (persone spesso prive di un titolo superiore al diploma), certamente non un ampliamento dell’erudizione degli allievi.
Ma a chi si rivolgono dunque questi corsi, oltre che a persone che se li possono permettere, o che fanno salti mortali per permetterseli?
Forse questa è la parte più amara: poiché tali corsi sono rivolti principalmente a due categorie di individui, ed in entrambi i casi l’esito rattrista chiunque abbia una coscienza, e mostra ciò che definisco “sciacallaggio culturale”.
La prima categoria è quella dei “ricchi somari”, persone che sono state scartate dai cosiddetti “test d’ingresso” delle università, oppure hanno abbandonato gli studi universitari, ma provenendo da famiglie perbene, necessitano di un titolo per fare, per così dire, bella figura.
La seconda categoria è quella invece dei “disperati”: mi riferisco con questo termine, con la ferma intenzione di non offendere nessuno, a quella fascia di persone estremamente deluse dall’inapplicabilità del loro titolo di studio nel mondo del lavoro attuale, e che cercano, inutilmente, di ottenere con corsi annuali, settimanali, semestrali la possibilità di un nuovo impiego.
Disperati ed idioti, ecco il target tipico di questi corsi che sempre più hanno preso piede in Italia, e che offrono, dietro salato pagamento, titoli che spesso risultano inutilizzabili.
Ma la vera merce di tali corsi è un’altra, ed è una merce che non dovrebbe essere mai posta in vendita, soprattutto in tempi di crisi morale, economica e culturale : la speranza.
I corsi universitari campati per aria, i corsi post lauream (si chiamino master o in altra maniera) offrono la speranza, di un lavoro, di un avanzamento di grado, con tutto ciò che ne consegue, o dovrebbe conseguirne a rigor di logica: miglioramento delle condizioni di vita, creazione di una famiglia, etc etc…speranza che si rivela ben presto illusoria e conduce i ragazzi ad una perdita di fiducia nella cultura, ad un deprezzamento del valore di materie quali la letteratura, la storia, la matematica (e la lista potrebbe continuare a lungo…) che ben presto rischia di avere serie ripercussioni in ogni campo.
Diceva Karl Kraus: “Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno1”. Aveva ragione da vendere, peccato che, come disse Montanelli, questa sia una merce che in Italia nessuno compra.
Fin quando potremo chiamarlo belpaese?
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Silvano Leone
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Fonti:
Foto 1: la copertina del libro di J.K. Galbraith, presa tuttavia dalla libreria on-line Amazon, reperibile al seguente indirizzo:
http://ecx.images-amazon.com/
images/I/519JTTRJFYL._SL500_. jpg
Corso di laurea triennale in “Scienze dell’allevamento, igiene e benessere del cane e del gatto” offerto dalla facoltà di medicina veterinaria dell’università di Bari, di durata triennale:
http://www.uniba.it/didattica/
corsiveterinaria/ scinzeallevamento
Corso in “Scienze del fiore e del verde” , facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’università di Pavia: http://cor.unipv.it/
offertaformativa/scientifica/ scienze/scienze_fiore.html
Master in agente di calciatori :
http://www.guidamaster.it/
notizie-dai-master/dettaglio. html?iId=147&masterId=2315
master in conduttrice televisiva
http://corsitv.wordpress.com/
2008/02/29/corso-di- conduttrice-televisiva- conduttore-televisivo/
Karl Kraus, Detti e contraddetti (Pro domo et mundo, Di notte), Adelphi, Milano 1992, p. 117]